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Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
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Ultimo aggiornamento
22 novembre 2024   e  



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Commenti dei lettori agli articoli

Commenti ricevuti alla data 209

  • Commento del: 1 ottobre 2024, da GiovannaDA

    Ringrazio la famiglia di Francesca Stabile per l’affetto che dimostra a mio figlio Marco. Sono grata in particolare alla gentile nonna di Francesca, ottima cuoca, che prepara a Marco pietanze gustose e prelibate. Ringrazio anche Peppino di Capri per aver cantato le sue belle canzoni che mi hanno fatto ricordare la mia gioventù. Vi abbraccio tutti. Giovanna D’Arbitrio

  • Cliccate sul link in basso per ascoltare il magnifico concerto dallo spazio.
    Savino

  • Commento del: 19 febbraio 2024, da Savino De Rosa

    Non comprendo questa opposizione dei parlamentari al terzo mandato di amministratori di comuni e regioni, quando in parlamento siedono parlamentari plurimandatari, usando anche l’escamotage del cambio di casacca, se ce ne fosse bisogno. Ma il ruolo di un parlamentare è forse meno importante di quello di un amministratore nel prendere decisioni?
    Attendo delucidazioni.
    Savino De Rosa

  • Commento del: 2 ottobre 2022, da GiovannaDA

    Errata corrige: segnalo un refuso del quale mi scuso. Nella terza citazione il termine esatto è "sceneggiatori", non sceneggiati. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 28 aprile 2022, da Bruna

    Grazie di cuore Andrea.
    Bruna

  • Commento del: 22 marzo 2021, da Savino De Rosa

    Leggendo il libro di Sara “Dal Mobbing alla Svolta” mi sono emozionato perché ho ritrovato alcuni passaggi della mia vita, rappresentati in un articolo pubblicato da “Scena Illustrata” dal titolo “Sport e Lavoro”.
    L’articolo iniziava con questa riflessione “Nel corso della vita, credo che ogni individuo si sia posto almeno una volta la seguente domanda, perché sono fatto così?
    Pur non avendo vissuto nella mia carriera di manager d’azienda il deprecabile mobbing, in particolare quello al femminile che tanto colpisce il mondo del lavoro, ho vissuto intensamente la competizione cercando sempre di competere lealmente, forte dei miei trascorsi sportivi in età giovanile, che sono una palestra di vita. Ho ritrovato nel libro le sofferenze che si provano quando il confronto non è leale ed é pieno di insidie, trabocchetti ed umiliazioni.
    Con lealtà, con il lavoro di gruppo, con la capacità di integrare che una sana attività sportiva sviluppano si possono perseguire obiettivi ambiziosi, ponendosi traguardi progressivi che vanno perseguiti tappa dopo tappa, e così come nel libro la vicinanza forte degli affetti familiari e quella di amici sinceri, aiuta molto a superare momenti difficili.
    Complimenti alla Top Manager e alla Scrittrice.
    Savino De Rosa

  • Articolo: THE UNDOING
    Commento del: 27 gennaio 2021, da Marco

    Ottima recensione, sicuramente una serie da vedere. La regista Susan Bier mi ha sempre colpito con i suoi lavori.

  • Articolo: BRIDGERTON
    Commento del: 5 gennaio 2021, da Marco

    bellisima recensione, fa veinire voglia di vedere questa serie in lingua originale. Grazie!

    Marco

  • Articolo: PARADIGMA UOMO
    Commento del: 12 febbraio 2020, da GiovannaDA

    Sono d’accordo! Ci stupisce inoltre che tali terapie fossero già praticate da antichissime civiltà, in particolare in Cina dove la medicina aveva scoperto la maggior parte di tali cure. Giovanna D’Arbitrio

  • Articolo: PARADIGMA UOMO
    Commento del: 12 febbraio 2020, da Marco

    Verissimo! la medicina tradizionale spesso dimentica degli effetti tossici dei farmaci comuni che a lungo andare creano disturbi ed effetti collaterali ancora più gravi delle patologie da curare.
    Sarebbe opportuno che si dialogasse di più tra medici e utilizzare le medicine alternative per disintossicare e dare solllievo ai pazienti e curare anche l’anima anche negli ospedali!

  • Commento del: 3 febbraio 2020, da GiovannaDA

    Errata corrige:(ricordiamo il Maggio Francese in cui studenti e operai scesero in piazza). Chiedo scusa per l’errore di battitura. Giovanna D’Arbitrio

  • Di scientificità ne traspare poca in questo pseudo studio molto fazioso.
    Alcuni punti sono facilmente controvertibili, altri sono opinabili, altri ancora sono persino ridicoli.

  • Mediamente più brave a scuola (ammesso che sia così) non significa che le ragazze sono più intelligenti, ma solo che mediamente studiano di più. Infatti il risultato dei voti scolastici più che all’intelligenza è correlato alla costanza e alle ore passate sui libri, vale a dire che un ragazzo può anche essere un genio ma avere una carriera scolastica mediocre perché svogliato(capita spesso),o perché si adatta poco al sistema scolastico. Tanto quello che vali lo dimostri dopo la scuola, appena ne hai le possibilità. Il 70% dei nuovi laureati è donna? E con ciò? E’ più che altro un fatto sociale: meno ragazzi decidono di continuare gli studi dopo il diploma. Talento e intelligenza si possono esprimere in una miriade di campi diversi anche senza avere un titolo di studi. Non serve laurearsi per fare il regista, il musicista professionista, l’imprenditore, l’inventore, lo chef, il pilota d’aerei ecc ecc. E infatti gli uomini continuano a creare, inventare e innovare in tutti i campi. Bisogna considerarli tutti i dati statistici, non solo quelli che vi piacciono.

  • Commento del: 17 maggio 2019, da sandro meardi

    Gentile dottoressa D’arbitrio, nella Sua riflessione a margine di quanto accaduto a Napoli alla piccola Noemi, ha voluto ricordare le tragedie che coinvolgono tutti i bambini del mondo. E i bambini si sa, per la loro innocenza, calamitano l’attenzione commossa di tutti. Purtroppo però, quella loro capacità attrattiva, si presta magnificamente ad essere strumentalizzata per tante e non sempre encomiabili finalità. Non era sicuramente questo il Suo intento, ma debbo ahimè rilevare che anche Lei sia caduta nel tranello mediatico orchestrato dai fautori dell’immigrazione. La pubblicazione a margine del Suo articolo, della foto di un presunto bimbo annegato in una delle tante, troppe tragedie nel Mediterraneo, forse Le è sfuggito trattarsi di fotomontaggio, come per giorni in quel periodo vennero smascherate altre foto di bimbi alias bambolotti. Non sono io a farglielo rilevare, bensì l’articolo dell’Organo di stampa Vaticano “L’Avvenire” che il giorno 2 luglio 2018 titolava “ Le foto taroccate sui bimbi morti in mare sono insensate, oltre che inopportune”. La qual cosa, è ovvio, non sposta di una virgola i drammi di milioni di bambini denunciati nel Suo articolo, ma lascia, se mi è consentito, riflettere sulla correttezza di chi si erge a paladino dell’umanità. Distinti saluti
    Sandro Meardi

  • Commento del: 23 gennaio 2019, da Savino De Rosa

    Caro amico e collega Luciano, ti ho conosciuto nel 2008 quando tu hai trasmesso a Giovanna e a me gli strumenti informatici per scrivere sulla tua prestigiosa rivista e da allora è nata una amicizia sincera e proficua. Ho scritto alcuni articoli sul mondo del lavoro nelle aziende e tu mi dicevi che ti avevo fatto rivivere gli anni del tuo impegno nelle aziende. Hai dato a tutti noi stimoli e ognuno ha contribuito a sviluppare temi culturali per la tua rivista. Ci mancherai ma continueremo ad alimentare quella che è stata la tua creatura.
    Ti sono vicino col cuore ovunque tu sia e riposa in pace.
    Savino de Rosa

  • Commento del: 23 gennaio 2019, da GiovannaDA

    Quando cominciai ad inviare i miei articoli a Scena Illustrata nel 2008, conobbi le severità di Luciano che mi spiegò tutte le regole da rispettare per essere inclusi tra gli autori.

    Fu un duro tirocinio, poiché a quei tempi non ero molto abile nell’uso del computer, ma poi grazie a lui ho imparato e così alcuni anni fa egli mi propose di far parte della redazione.

    Sono grata a Luciano per la sua maestria nel trattare le immagini, per la sua grande e costante dedizione a Scena Illustrata e alla Cultura, per la pazienza, l’amicizia e la stima dimostrata nei miei riguardi. Partecipo con tutto il mio cuore al dolore della famiglia.

    Ciao, caro Luciano, ci mancherai tanto! Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 23 gennaio 2019, da Pietro Fabbricatore

    Mi associo con grande partecipazione al dolore di tutta la famiglia di Luciano De Vita, oltre che al cordoglio che sicuramente stanno provando tutti i componenti della Scena Illustrata Online.
    Ho saputo di questo triste evento solo oggi leggendo questo articolo sul sito. Sono veramente costernato, anche perchè ci eravamo sentiti tramite Email non molto tempo fa.

  • Commento del: 16 gennaio 2019, da Michele Penza

    Nel gennaio del 2008 ho perso mia moglie dopo 55 anni di vita insieme. Qualche mese dopo, anche per riprendere a vivere, volli partecipare ad un viaggio a Berlino organizzato dalla UPTER e guidato dalla Prof. Ina Von Puttkamer. In quella occasione conobbi suo marito Luciano De Vita e nacque subito, con un rapporto di stima reciproca e di amicizia, una collaborazione a Scena ininterrotta che ha rappresentato per me una motivazione ulteriore a riprendere una vita accettabile.
    Delle notevoli qualità di Luciano ho apprezzato soprattutto quelle umane, la sua intelligenza, la franchezza, la sua onestà intellettuale, il suo senso della misura dal quale scaturiva un grande obiettività nel giudizio.
    Addio Luciano, mi mancherai. Con la tua generosa offerta di collaborazione a Scena mi hai dato un grande aiuto a ritrovare qualche interesse alla vita negli ultimi dieci anni. Per la tua famiglia deve essere un colpo terribile. Io conosco solo Ina e idealmente voglio abbracciarla. So cosa ha perduto! -

  • Commento del: 13 gennaio 2019, da sandro meardi

    Mi unisco al dolore per la scomparsa del caro amico Luciano. Il Suo impegno ed il Suo rigore, nella forma e nei contenuti, con i quali ha gestito la rivista, sono specchio fedele dell’uomo e del professionista. Un lutto incolmabile per coloro i quali hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Ciao Luciano e grazie per ogni Tuo insegnamento. Sandro Meardi

  • Commento del: 12 gennaio 2019, da Savino De Rosa

    Caro amico e collega Luciano, ti ho conosciuto nel 2008 quando tu hai trasmesso a Giovanna e a me gli strumenti informatici per scrivere sulla tua prestigiosa rivista e da allora è nata una amicizia sincera e proficua. Ho scritto alcuni articoli sul mondo del lavoro nelle aziende e tu mi dicevi che ti avevo fatto rivivere gli anni del tuo impegno nelle aziende. Hai dato a tutti noi stimoli e ognuno ha contribuito a sviluppare temi culturali per la tua rivista. Ci mancherai ma continueremo ad alimentare quella che è stata la tua creatura.
    Ti sono vicino col cuore ovunque tu sia e riposa in pace.
    Savino de Rosa

  • Commento del: 12 gennaio 2019, da GiovannaDA

    Quando cominciai ad inviare i miei articoli a Scena Illustrata nel 2008, conobbi le severità di Luciano che mi spiegò tutte le regole da rispettare per essere inclusi tra gli autori.

    Fu un duro tirocinio, poiché a quei tempi non ero molto abile nell’uso del computer, ma poi grazie a lui ho imparato e così alcuni anni fa egli mi propose di far parte della redazione.

    Sono grata a Luciano per la sua maestria nel trattare le immagini, per la sua grande e costante dedizione a Scena Illustrata e alla Cultura, per la pazienza, l’amicizia e la stima dimostrata nei miei riguardi. Partecipo con tutto il mio cuore al dolore della famiglia.

    Ciao, caro Luciano, ci mancherai tanto! Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 12 gennaio 2019, da Andrea Comincini

    Il nostro caro Direttore ha fatto un lavoro enorme in questi anni, con quella pazienza, tenacia e bravura che tutti noi gli riconosciamo. A noi mancherà soprattutto l’uomo, gentile e pronto sempre a donare affettuosi consigli. Quanti scambi di opinioni, quanti articoli scritti e pubblicati!
    Le mie condoglianze più sincere alla famiglia, e un augurio alla redazione, affinché possa continuare a lavorare con serenità.
    Buon viaggio Ingegnere. Ci mancherà, ma quello che ha creato resta qui.

  • Commento del: 22 novembre 2018, da sandro meardi

    Gentile Dr.ssa Delle Donne,
    ho letto con molto interesse sia la prima che la seconda parte del Suo lavoro. Il profilo storico-antropologico che lo caratterizza è di assoluto rilievo e certamente stimola più di una riflessione su di un argomento che ancora oggi ci tocca e ci riguarda da vicino. Trovo però che un approccio solo di natura culturale al razzismo, non esaurisca completamente l’argomento. O, per spiegarmi meglio, ritengo che il "negazionismo" culturale sulle razze umane non sia d’aiuto alla sacrosanta battaglia contro il razzismo. Semmai il contrario.
    Vede dr.sa, non sono più molto giovane, e con l’avanzare degli anni certe comuni malattie, quali ad esempio l’ipertensione, tipiche della terza o quarta età come la vogliamo chiamare, finiscono con l’assillarci tanto da dover ricorrere a qualche farmaco. E’ così che leggendo il foglietto illustrativo di un farmaco, sono rimasto un pò perplesso davanti a questa scritta che testualmente Le ripropongo: "Alcuni pazienti di razza nera possono rispondere a questo medicinale in maniera ridotta, quando viene somministrato come unico trattamento, e possono aver bisogno di una dose più alta".
    Posto che non ho pensato nemmeno per un istante che i proprietari della casa farmaceutica distributrice del farmaco, siano per quanto scritto nel foglietto i nipoti di Hitler, ho però pensato che dietro un’affermazione come quella ci siano dietro anni di studi scientifici, di sperimentazione e di cauta somministrazione a pazienti di diverso colore della pelle. Capisco che un siffatto ragionamento, delicato e anche un pò coraggioso se mi consente, possa condurre ad una non lusinghiera valutazione, ma resto convinto ugualmente di una cosa. Chi non ama o quanto meno non rispetta gli animali, ad esempio un cane o un gatto, non lo fa per antipatia verso quella o quell’altra razza canina o felina, ma soltanto perché non educato a rispettarli. Altrettanto dicasi per gli esseri umani. La cultura, quella con la C maiuscola, dovrebbe servire allo scopo, come ha fatto Lei con il Suo lavoro, evitando le scorciatoie negazioniste pseudo-scientifiche. Con stima

    Sandro Meardi

  • Commento del: 8 novembre 2018, da Aleth

    Dunque aveva ben ragione Mino Pecorelli : l´agguato di via Fani è un atto di guerra, preparato e attuato con tattica militare da professionisti addestrati in scuole di guerra di altissimo livello - i tiratori scelti dall´alto - e da manovalanza reclutata su piazza per il piano strada. Il tutto è coordinato via radio da Camillo Guglielmi e altri agenti di gladio.

    Il via è dato da cecchini militari dall´alto che centrano i 2 autisti di Moro. Gli agenti di destra, Leonardi Zizzi e Iozzino, escono istantaneamente dalle auto con le armi in pugno - pistola per Iozzino, M12 per Zizzi e Leonardi. Almeno 2 di essi riescono a fare fuoco, Iozzino e Zizzi o Leonardi, e a colpire sia il primo e secondo piano di via Fani 106, dove evidentemente hanno avvistato almeno uno dei cecchini dall´alto, sia uno o più dei " brigatisti " sul piano strada, come attesta la pozza di sangue in una delle auto usate per la fuga. E invece la vulgata di regime ha voluto farci credere per 40 anni che gli eroici agenti della scorta fossero degli incapaci se non anche dei vigliacchi. Ci fu un violentissimo conflitto a fuoco.

    Ma l´agguato è militare, la sorpresa è in parte riuscita, almeno 4 tiratori scelti dall´alto colpiscono i 3 agenti al cranio e al cuore con colpi mortali. Inquinatori poi , predisposti in attesa sul piano strada,come ad esempio bruno barbaro agente di gladio, rimetteranno in auto i corpi di Leonardi e Zizzi, preso per morto, ma non avranno il tempo di fare lo stesso con Iozzino, e fanno sparire gli M12.

    Zizzi è ancora vivo, i proiettili non sono mortali, ma l´ambulanza viene deliberatamente ritardata fino a fargli perdere troppo sangue per essere salvato.

    E chissà, forse agenti di gladio travestiti da crocerossini, gli sparano pure nell´ambulanza. Sarebbe molto interessante sapere i nomi dei componenti l´equipaggio dell´ambulanza che portò Zizzi al gemelli.

    È da vomito, che in 40 anni nessuno li abbia interrogati.Quel che si conosce è il nome del primario chirurgo che lo operò : lo stesso terrorista di regime, prof. castiglioni, che 3 anni dopo fece finta di operare l´attore woytila karol dopo il finto attentato al papa del maggio 81.

    Quando si dice essere in buone mani...

  • Commento del: 8 novembre 2018, da Aleth

    Procedamus. Ora i 3 fori di proiettile nel lunotto dell´alfetta. Osservateli bene, li trovate ovunque sul web, a partire da frajese su youtube, poi dopo vi darò citazioni precise dove si vedono particolarmente bene. Li troviamo solo nei filmati d´epoca, perché terroristi di regime per inquinare le prove hanno demolito quel parabrezza e ora non esiste più - il che ha fornito la scusa all´ascientifica per omettere quei 3 fori dalla loro vergognosa e depistante ricostruzione in 3D.

    Invece avrebbero ben potuto ricostruire le traiettorie di quei proiettili dai filmati e foto d´epoca. Ovvio che quei 3 fori, tutti a sinistra, tutti con Giulio Rivera l´autista come obbiettivo, centrato, sono stati sparati dall´alto : ben più difficile, ai limiti dell´impossibile, sarebbe stato produrre quei fori da sinistra, dal piano strada, o anche da destra del piano strada. Dunque o sono stati casimirri e lojacono, che presuntamente stavano al cancelletto superiore ma secondo la vulgata non avrebbero sparato - o sono stati tiratori scelti dall´alto. Ad auto ancora in movimento, anche se in rallentamento per via dello stop, come attestano i frammenti dei vetri dei finestrini in terra dietro ai finestrini stessi di qualche metro.

  • Commento del: 8 novembre 2018, da Aleth

    Sul primo punto avremo altro e altro da aggiungere.

    Il secondo punto centrale per quella intelligenza degli eventi a cui ci esortava il sommo statista, è che tiratori scelti militari spararono dall´ alto in via Fani, e che furono essi a fare il grosso della strage.

    Questo punto, a differenza del primo, è dimostrabile e provabile induttivamente.

    Anzitutto v´è il famoso foro nel parabrezza anteriore della 130 di Moro : esso sta nella parte alta del parabrezza, ed è davvero poco plausibile che sia venuto dal piano strada, come i depistatori della scientifica, o meglio dell´ascientifica, hanno voluto di recente far credere alla commissione Moro 2 che se l´è bevuta senza fiatare.

    Osservatelo bene, ancora e ancora quel foro, sia nel noto servizio di frajese che trovate su youtube, sia nelle foto sul web, sia sul sito assai ambiguo del collettivo 16 marzo.

    Quel foro come traiettoria può ben venire dall´alto, checché ne dica l´ascientifica. E non è affatto un foro di uscita, come lo pastorizza il 16 marzo : già in frajese, nonostante inquadrature non nitidissime, è possibile se fate fermo-immagine, vedere che il cratere di quel foro è introflesso. E anche la prima foto di esso in primo piano che trovate come quarta foto sul post dedicato del 16 marzo, mostra slabbratura interna introflessa se vista dall´esterno.

    Bisogna anche considerare che le foto del 16 marzo sono quelle recenti della scientifica, sulla 130 restaurata per essere esposta a via di Settebagni - e sicuramente una gelida manina ha inquinato le prove, come avvenne in modo brutale per l´alfetta della scorta - e per tutto il resto della scena del crimine fin dai primissimi istanti.

    Come può quel foro essere di uscita ? Chi avrebbe sparato dall´interno della 130 ? O dall´esterno, con una traiettoria così assurda, senza riscontri in fori di entrata ?

    L´altro argomento del 16 marzo, che quel foro è di uscita perché presenta sfaldamento del vetro superficiale esterno, non ha senso, primo perché si basa su foto fatte quasi 40 anni dopo, secondo perché non è affatto detto che fori di entrata in un parabrezza non sfaldino il vetro superficiale, come una panoramica di fori di entrata in parabrezza sul web vi suggerirà immediatamente.

    Le prove di tiro infine, addotte dal 16 marzo come prova, fanno ridere perché condotte su parabrezza staccati e isolati, e da distanze arbitrarie, senza tenere in minimo conto la possibilità di tiro dall´alto da lunga distanza.

    Inoltre, quel foro se inteso dall´alto, è proseguibile idealmente tirando una linea che arriva diritta a impattare la mascella sinistra dell´autista Domenico Ricci, il proiettile penetrandogli il cranio per poi fuoruscirgli trafosso alla base sinistra della nuca.

    Fu questo il primo colpo sparato a via Fani - a neutralizzare il primo autista come era militarmente logico aspettarsi - da tiratori scelti, dall´alto, con le auto ancora in movimento, magari rallentato per via dello stop.

    Possiamo dunque postulare un primo cecchino militare che spara dall´alto, da davanti al convoglio, da oltre l´incrocio con Stresa, da finestra o balcone o tetto o elicottero. Magari chissà, dal balcone di rauti...

    A questo primo proiettile corrispondono simmetricamente i 3 fori sul parabrezza posteriore dell´alfetta di scorta, di cui parla nessuno...

    3 colpi di cecchino posteriormente appostato in alto, che centrano - tutti o in parte - il povero Giulio Rivera l´autista dell´alfetta di scorta.

  • Commento del: 8 novembre 2018, da Aleth

    Il primo punto, che Moro non era in via Fani, se ben capisco fu discusso per prima, pubblicamente, da Rita Di Giovacchino in un suo libro uscito nel 2003. Ma certamente altri avevano pensato a questa possibilità prima, perché è illogico supporre che kissinger, se davvero voleva catturare Moro vivo, avrebbe rischiato di esporlo a un fuoco incrociato di almeno 93 proiettili stando alla vulgata.

    E ritengo plausibile che kissinger, cioè il bilderberg, volessero Moro vivo in un primo tempo, sia per estorcergli tutti i segreti di Stato che potevano, sia per inscenare lo psicodramma dei 54 o 55 giorni, che restasse ben impresso nella memoria collettiva come opera esclusiva delle " br ".

    Più di recente, l´idea logicissima che Moro non fosse in via Fani, è stata ripresa da Solange Manfredi in un post del 2008 e una videointervista pubblicata su youtube nel 2009.

    Dunque una stringente logica deduttiva vuole che Moro non fosse in via Fani.

    Se non vi era, allora era stato prelevato prima. Uso prelevato non rapito, perché è il termine che si trova nelle prime lettere pubblicata attribuite a Moro dalla prigionia ; e perché non si può escludere, anzi è altamente probabile, che Moro stesso accettò di farsi prelevare per salvare la famiglia, e che almeno Leonardi fosse al corrente del piano.

    Una autoimmolazione dunque, o un finto sequestro, almeno inizialmente, che poi si sarebbe rivelato trappola mortale per il sommo statista.

  • Commento del: 8 novembre 2018, da Aleth

    Mi pare si possano enucleare 2 colonne portanti per la ricostruzione della verità :

    1. Moro non era in via Fani

    2. tiratori scelti spararono dall´alto.

  • Commento del: 8 novembre 2018, da Aleth

    Bene. Ora che abbiamo appurato senza ombra di dubbio che il sequestro cum strage di Schleyer fu il modello del sequestro cum strage di Moro, passiamo a occuparci più in dettaglio di quest´ultimo.

  • Commento del: 6 novembre 2018, da Aleth

    La verità era che Schleyer era rispettato da tutti , anche a sinistra, anche nel sindacato, per la sua umanità e competenza e disponibilità al dialogo - proprio come Moro, con cui aveva in comune la formazione giuridica :

    " So vermutete die „Zeit“ zwar, Schleyer genieße heimlich sein Image als „Scharfmacher der Unternehmer“, schrieb aber im gleichen Atemzug, dies sei doch in Wahrheit ein falsches Etikett. Schleyer sei viel liberaler, als viele es vermuteten. Er sei ein „sachlicher, zuverlässiger und intelligenter Gegenspieler, dem auch die Gewerkschaft Anerkennung und Respekt nicht versagt“. Und auch die „Süddeutsche Zeitung“ gab zu bedenken, dass der „gelegentlich aufrichtig liebenswürdige Mensch Hanns Martin Schleyer nicht den Ruf eines Buhmanns verdient“. "

    Ciascuno a suo modo, erano 2 alfieri di compromesso storico con le sinistre sindacali - e fu per questo che il terrore di regime globalista capitalfascista uccise entrambi, sotto falsabandiera di falso terrore rosso, in realtà composto da prestanome e prestavolto al soldo del capitale.

  • Commento del: 6 novembre 2018, da Aleth

    Ancora e ancora : Schleyer non era affatto Schleyer, nel senso di quell´incarnazione del porco capitalista che la scheinraf cioè il terrore di regime che lo uccise va strombazzando da tutti i massmedia del mondo da 41 anni - egli, relativamente parlando, non aveva nessun reale potere decisionale : lo riconosce anche un giornale capitalfascista come la faz :

    " Als Präsident der Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA) und seit Anfang 1977 auch des Bundesverbandes der Deutschen Industrie (BDI) besaß Schleyer zwar keine „echte“ unternehmerische Entscheidungsmacht. " :

    http://www.faz.net/aktuell/politik/...

  • Commento del: 5 novembre 2018, da Aleth

    Schleyer rispettava nella sostanza, anche i più agguerriti sindacalisti comunisti :

    " Sein Gegenspieler am Verhandlungstisch war der legendäre IG Metall-Bezirksleiter Willi Bleicher. Dieser verkörperte das schiere Gegenteil Schleyers: Er war lange Kommunist gewesen, saß mehrere Jahre bis zur Befreiung 1945 im Konzentrationslager Buchenwald, trat nur notgedrungen die SPD über, verstand sich sein Leben lang als Marxist und sah im gewerkschaftlich gebändigten Klassenkampf etwas Messianisches. Die Aussperrung nannte er „totalen Krieg“, und er war auch sonst nicht zimperlich, die Gegenseite in die NS-Tradition zu stellen.

    Hanns Martin Schleyer war dieser Mann vollkommen fremd – und doch verstand er sich mit dem gelernten Schlosser auf eine Weise. In den alkoholreichen nächtlichen Verhandlungsrunden wuchs über den Graben hinweg wechselseitiges Vertrauen: Beide Seite wussten, dass sie auf Zusagen der anderen Seite vertrauen konnten. Als Bleicher, mitten in einer Verhandlungsrunde, 60 Jahre alt wurde, überreichte ihm Schleyer zu Mitternacht ein lebendiges Ferkel. Und Bleicher weigerte sich stets, Schleyers NS-Vergangenheit propagandistisch auszuschlachten. " :

    e ne era rispettato : ecco perché il terrore di regime lo fece fuori : perché non era affatto il bieco e cinico nazista che si dipinse - Schleyer era un essere umano prima di tutto.

    Proprio come Aldo Moro - che pur non essendo certo comunista, cercava unione e riconciliazione e solidarietà nazionale.

    Tutte cose che al capitale internazionale globale ripugnano - esso vuole solo strategie della tensione, criminalizzazione delle sinistre autentiche e pacifiche con attentati falsabandiera, allo scopo di ottenere guerra tra poveri, disoccupazione artificiale e conseguente compressione salariale.

    https://www.welt.de/politik/article...

  • Commento del: 5 novembre 2018, da Aleth

    Occorre insistere molto su questo punto : apparentemente, mentre il cristianosociale e aperto al PCI Moro era un obbiettivo assurdo per le br, l´ex nazista schleyer, capo della confindustria, era un target logico per la raf - questo almeno nella vulgata di regime che lobotomizza il mondo da 41 anni.

    Ma abbiamo già visto che le cose non stanno così - primo perché schleyer non era nessuno, in the relative way.

    Poi perché non era affatto così capitalist pig come lo si dipingeva :

    " Er pflegt einen kooperativen Stil, bleibt immer bescheiden – und steigt unauffällig Stufe um Stufe auf. Er ist ein konservativer Paternalist, der jeden Arbeiter ernst nimmt und der in der Sozialpartnerschaft der Bundesrepublik vermutlich so etwas wie die Fortsetzung der Volksgemeinschaft sieht. " :

    un bismarckiano fuori tempo, non un globalista assassino e sfruttatore tutto e solo teso alla compressione salariale :

    " weil er mit seiner Vorliebe für die bis tief in die Nacht reichenden Verhandlungsrunden, mit seiner Vorliebe für Bier, Genever, Underberg und deutsche Küche nicht mehr ganz in die neue Zeit passte. Als er Chef des Bundes der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA) und neuen Monate vor seiner Ermordung zusätzlich Chef des Bundesverbands der Deutschen Industrie (BDI) wird, ist das kein Aufstieg. Passt aber zu dem Verbandsmenschen Hanns Martin Schleyer. Er kämpfte für ein gemeinsames Unternehmerinteresse, dem allein schon der Wettbewerb, in dem Unternehmer gegeneinander stehen, sehr enge Grenzen setzt. " :

    finalmente, parole intelligenti e meditate almeno in parte :

    https://www.welt.de/politik/article...

    perché dunque, tra tanti veri porci capitalisti in germania, i thyssen i krupp e compagni di merende, rapire un burocrate che " jeden arbeiter ernst nimmt " ?

    Cui prodest ?

  • Commento del: 5 novembre 2018, da Aleth

    La assurda telefonata di morucci al prof. tritto del 9.5.78, annunciante dove ritrovare il cadavere di Moro, trova il suo modello nella telefonata anonima del 19.3.77 annunciante dove ritrovar il cadavere di schleyer :

    https://www.welt.de/politik/article...

    La telefonata del morucci a tritto dura 3 minuti : eppure morucci x sua stessa ammissione sapeva da settimane che il telefono di tritto era sotto controllo - eppure la polizia non individua in tempo reale da dove chiami morucci e non lo arresta. Né ci è stato detto sinora in 40 anni e passa, da dove provenisse quella chiamata. Chiaramente, morucci non ha alcun timore di essere arrestato e neppure localizzato mentre chiama. Sa di agire nella più certa impunità garantita.

    Con schleyer si era stabilito lo stesso assurdo precedente :

    " Vor 30 Jahren, am 19. Oktober 1977, meldete sich eine Frau am Telefon des Stuttgarter Büros der Deutschen Presse-Agentur und verlas diesen Text: „Wir haben nach 43 Tagen Hanns Martin Schleyers klägliche und korrupte Existenz beendet. Herr Schmidt, der in seinem Machtkalkül von Anfang an mit Schleyers Tod spekulierte, kann ihn in der Rue Charles Peguy in Mulhouse in einem grünen Audi 100 mit Bad Homburger Kennzeichen abholen.“ " :

    dopo settimane dal sequestro e con tutti i casini addizionali successi nel frattempo, tutti i telefoni tedeschi eran sotto controllo di sicuro, figuriamoci quello della principale agenzia di stampa : eppure x 41 anni e passa, nessuno ci ha detto da dove provenisse quella telefonata, xché il chiamante o la chiamante non fu localizzata subito, o almeno il telefono su cui prendere le sue impronte digitali etc.

    Nessuno ci ha detto queste cose, e non possiamo certo chiederlo ai pappagalli di regime dei massmedia come questo ennesimo pseudogiornalista, di porre pubblicamente queste domande.

    Il che coimplica una sola risposta logica : che dette telefonate furono fatte da agenti del capitalfascismo come morucci e l´anonima gola profonda sua omologa tedesca:

    scheinbr e scheinraf al soldo del terrore di regime del bilderberg.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Schleyer stesso si laureò in legge e poi cominciò una carriera non eccelsa di funzionario nazista prima, liberalcapitalista poi. Un segretario del capitale e nulla più.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Aveva bensì origini borghesi, come figlio del presidente di un TAR regionale. Un suo prozio era stato prelato cattolico e inventore del Volapük, una delle prime lingue artificiali.

    Gente in gamba, ma non padroni del vapore.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Ebbene sappiate : schleyer non era nessuno. Nessuno.
    Realtivamente parlando, s´intende.

    Il potere, quello unico e vero, in germania come ovunque ce l´hanno solo i grandi finanzieri : hanns martin schleyer era solo il loro servo fedele, un funzionario, per quanto di grado elevato.

    Non era nessuno, era spendibile e sacrificabile da quello stesso terrore di regime che l´aveva promosso.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Ma chi era questo schleyer ? Era davvero quel pezzo grosso che la vulgata ci ha fatto credere ?

    Qui apparentemente, la differenza tra caso Moro e caso schleyer è enorme : perché Moro era di centrosinistra e aveva aperto ai comunisti, dunque le br non avevano nessun motivo logico di rapirlo.

    Invece schleyer presidente della confindustria tedesca, appariva come l´epitome del capitale, e inoltre aveva un passato nazista di cui era fiero.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    La manutenzione di armi automatiche, esplosivi etc. poi, è roba da specialisti : non esattamente il tipo di gente che solitamente lavora gratis et amore dei o per la rivoluzione comunista : chi li pagava ?

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    " Aus den Arsenalen besorgten sich die Täter die Waffen, darunter Schnellfeuergewehre. Die RAF verfügte über bis zu elf Erddepots in der BRD, darunter eines mit dem Tarnnamen „57 ende“ bei Köln. " :

    armi a go-go, mitragliatrici, 11 depositi d´armi nella germania ovest, munizioni ad libitum : tutta roba che costa fior di soldi e che non si può procurare solo a forza di rapine:

    chi pagava - ammesso e non concesso che ci sia almeno qualche atomo di verità nella vulgata di regime ?

    Per non parlare del costo di chi ti addestra a usare le armi, degli spazi per esercitarsi, della vita in clandestinità per almeno una dozzina di terroristi - sono milioni all´anno, da dove venivano ?

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    " Eine Wohnung im 26. Stock des Unicenters wurde zur Kommandozentrale: Logistische Basis, Versteck, Konferenzraum. " :

    chi pagava l´affitto ? Chi pagò la cauzione e il deposito, e gli standard 3 mesi di affitto anticipato, al momento di prenderlo ? Con quali soldi ?

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Tali fondamentali domande sono oziose x il nostro pappagallo di regime du jour.

    Per noi invece sono fondamentali. Follow the money, ci insegnavano i sommi Falcone e Borsellino, e arriverai ai mandanti. Se non salti in aria prima. Ma se sono saltati in aria, vuol dire che avevano ragione : follow the money, e troverai i mandanti.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Questo demenziale articolo citato :

    https://www.focus.de/regional/koeln...

    continua così :

    " Das „Spindy“-Team besorgte falsche Pässe, Waffen, Autos. Man kaufte oder stahl folgende Tatfahrzeuge: Einen Alfa Romeo (für Schleyers Observation genutzt), in Porz einen Mercedes 300 D (das Sperrfahrzeug, mit dem die Schleyer-Kolonne gestoppt wurde) und in Forsbach einen Mercedes 230 (der Kofferraum wurde für den Transport Schleyers präpariert). Außerdem einen VW Bus. "

    4 macchine costosissime : un´alfa romeo, 2 mercedes, un grosso pullmanino volkswagen : in parte rubate ( dove esattamente ? ) e in parte acquistate : con quali soldi ? Da dove uscivano tutti questi milioni di marchi a go-go ? Dalla manciata di rapine attribuite alla raf ? Come si fa a preparare un attentato servendosi di macchine rubate, che al primo controllo di polizia potrebbero essere tracciate e mandare a monte tutto ?

    Chi finanziava la scheinraf ? Chi procurava i falsi passaporti ? Chi le armi ?

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Come può una criminale appena uscita di galera, di cui polizia e servizi sanno tutto, dopo 5 anni dentro, mettersi subito a organizzare il più eclatante attentato terroristico nella storia della germania ovest ?

    Eppure proprio questo sarebbe accaduto, stando alla versione della vulgata di regime qui :

    https://www.focus.de/regional/koeln...

    e qui :

    https://de.wikipedia.org/wiki/Brigi...

    Arrestata il 9 giugno 1972, la mohnhaupt sarebbe stata rilasciata l´8 febbraio 1977 - giusto in tempo per organizzare il sequestro schleyer di nemmeno 7 mesi dopo, in santa pace e tranquillità.

    Chi crede a una tale stronzata è un cretino congenito, o uno che non sa o non vuole liberarsi dalla lobotomia di regime.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Naturalmente, come tutti gli altri scheinraf e scheinbr, oggi la mohnhaupt è libera e felice, premiata dallo stato per i suoi crimini di prestanome e prestavolto del terrore di regime : il 25 marzo 2007 fu rilasciata.

    Oggi vive legalmente sotto nuovo nome , la privacy le è garantita perché nessuno sa dove vive, prende il generoso assegno di disoccupazione dello stato con appartamento pagato :

    https://www.focus.de/politik/deutsc...

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Stando alla vulgata di regime secondo lo stesso articolo citato, il cervello del sequestro schleyer fu la raf brigitte mohnhaupt : il che è impossibile, perché la mohnhaupt nel 1977 non poteva non essere sotto controllo di polizia e servizi, in quanto :

    " Am 9. Juni 1972 wurde sie in Berlin verhaftet und wegen Unterstützung einer kriminellen Vereinigung, Körperverletzung und unerlaubten Waffenbesitzes zu einer Freiheitsstrafe von vier Jahren und sechs Monaten verurteilt. Nach einer Tätlichkeit gegen eine Justizvollzugsbeamtin erhielt sie weitere zwei Monate Haft. " :

    https://de.wikipedia.org/wiki/Brigi...

    In altre parole, la mohnhaupt era "bruciata" e non avrebbe avuto senso né per lei né per gli altri mettersi a cospirare ancora per un crimine di tal livello, in quanto non poteva non sapere di essere sotto controllo da almeno 5 anni - a meno che non fosse lei stessa, come certamente era, un´agente dei servizi.

  • Commento del: 3 novembre 2018, da Aleth

    Ecco un´altra foto della scena del crimine coi cadaveri : attorno ad essi, non una goccia di sangue è visibile : eppure in teoria, sono stati appena crivellati di proiettili :

    https://www.focus.de/regional/koeln...

  • Commento del: 2 novembre 2018, da Aleth

    Secondo un altro articolo che ho letto or ora, la sede della confindustria tedesca presieduta da schleyer allora, non era in volksgarten, bensì a oberländer ufer 72 - siamo comunque nello stesso quartiere di köln :

    https://www.focus.de/regional/koeln...

    Comunque il discorso non cambia : i 3 percorsi alternativi suggeriti da google sono perfettamente equivalenti in termini di tempi di percorrenza :

    https://www.google.it/search?source...

    Ergo, impossibile che schleyer , un uomo ufficialmente nel mirino, facesse ogni giorno la stessa strada - esattamente come non la faceva Aldo Moro.

  • Commento del: 2 novembre 2018, da Aleth

    Tornando agli almeno 3 percorsi differenti che schleyer aveva a disposizione ogni giorno per tornare a casa dall´ufficio con la scorta :

    https://www.google.it/search?ei=Rcv...

    Notate come essi siano tutti equivalenti sia in termini di distanza sia di tempo di percorrenza : quindi sarebbe stato oltremodo assurdo per una scorta a un personaggio ufficialmente avvertito di essere vittima potenziale del terrore, fare tutti i giorni la stessa strada.

    Ancora dunque e ancora la domanda legittimissima : come avrebbero fatto ´sti scheinraf a sapere che strada avrebbe scelto schleyer quel giorno, e a postare vedette e killer proprio in quei presunti punti dove presuntamente si misero, e non in altri ?

    La vulgata di regime su statz e Fani è una lurida menzogna di propaganda lunga 41 anni.

  • Commento del: 1 novembre 2018, da Aleth

    L´ennesimo parallelo tra le menzogne di regime su statz e Fani, è l´uso in entrambi i casi di pallottole nato, speciali munizioni americane : come avrebbero mai fatto i raf e le br a procurarsele ?

    " Boock und Hofmann feuern mit Waffen, in denen Hochgeschwindigkeitsgeschosse stecken, von Amerikanern für den Vietnam-Krieg entwickelt. Wisniewski verschießt Spezialmunition, die selbst dickes Blech durchschlägt " :

    http://www.spiegel.de/spiegel/print...

    Stessa cosa accade a Fani, dove vengono repertate munizioni in dotazione solo a gladio e presenti allora solo nei depositi di gladio : come k avrebbero fatto i br a procurarsele ?

    Dunque delle 2 l´una : o ´sti scheinraf/scheinbr erano agenti di gladio, o gli attentati non li han fatti loro, bensì cecchini nato militari specializzati.

    In entrambi i casi, i 2 attentati paralleli furono opera del terrore di regime - quod erat demonstrandum.

  • Commento del: 1 novembre 2018, da Aleth

    Posso essere ancor più preciso : l´ufficio di schleyer si chiamava deutsche arbeitgeberverband, la confindustria tedesca, e se non ha cambiato indirizzo da allora ( ma certamente non ha cambiato quartiere ) sta a :

    volksgartenstr. 54 A
    50677 köln

    Ora se voi chiedete a google la durata del percorso auto da tale indirizzo a quello di casa schleyer, google vi offrirà ben 3 percorsi diversi :

    https://www.google.it/search?ei=Rcv...

    Come facevano ´sti scheinraf a sapere su quale dei 3 postare le vedette e l´agguato il 5.9.77 ?

  • Commento del: 1 novembre 2018, da Aleth

    Dunque ritorna più che legittima la domanda : come facevano i presunti raf, a sapere che quel giorno schleyer avrebbe fatto proprio il percorso sul quale avevan piazzato le vedette, e sarebbe passato proprio per l´incrocio presso il quale avevano programmato l´agguato ?

    Idem per Moro.

    Evidentemente, terroristi di regime indussero la scorta di Moro e quella di schleyer a passare proprio di là quel giorno, tra i vari percorsi possibili : qualcuno di alto rango , che aveva il potere di ordinare agli agenti un percorso ed esigerne obbedienza senza discussioni : un alto papavero del terrore di regime, appunto.

    Quod erat demonstrandum.

  • Commento del: 1 novembre 2018, da Aleth

    È impossibile che schleyer con la scorta facesse sempre la stessa strada, perché ciò sarebbe assurdo per uno minacciato di attentato imminente, e che per questo aveva ricevuto la scorta.

    Google ci dice che da oberländer ufer dove pare fosse l´ufficio di schleyer, a raschdorffstraße 10 dove schleyer abitava quando era a köln, ci sono almeno 3 percorsi possibili - e badate che google dà solo i più economici in termini di tempo e distanza, mentre uno che viaggia con la scorta può anche per ragioni di sicurezza, discostarsi alquanto da tali parametri :

    https://www.google.it/search?source...

  • Commento del: 1 novembre 2018, da Aleth

    Un altro parallelo tra le demenziali vulgate di regime su Statz e Fani, è il rebus di come facessero i presunti terroristi a sapere esattamente che strada avrebbero fatto schleyer e Moro quei giorni.

    Moro non faceva assolutamente sempre la stessa strada, non passava sempre per fani, aveva almeno 3 percorsi alternativi, come attestò sua moglie alla Moro 1. Dunque lei stessa giustamente si era chiesta come facessero i br a essere così certi che proprio quel giorno sarebbe passato da fani/stresa.

    Idem per schleyer.

  • Commento del: 30 ottobre 2018, da Aleth

    A köln nel 1977 i walkie talkie erano di uso comune anche tra professionisti civili - il reporter braun della kölner stadtanzeiger lo usava d´abitudine :

    " Braun will per Funkgerät einen ersten Bericht an die Redaktion durchgeben, " :

    https://story.ksta.de/2017/09/119-s...

    da statz, vuol comunicare con la redazione tramite walkie talkie. Calcolate che, se il kölner stadtanzeiger non ha cambiato indirizzo da allora, da statz alla redazione son più di 9 km - che dunque i walkie talkie coprivano benissimo nel 1977 - ; dall´ufficio di schleyer su oberlander ufer al caffè su aachenerstr la distanza è più o meno quella.

  • Commento del: 30 ottobre 2018, da Aleth

    I walkie talkie. Questi protocellulari esistono dalla seconda guerra mondiale, e nel 1977 eran già molto sviluppati. Con walkie talkie di sufficiente potenza, qualità di antenna etc., si poteva parlar già allora a kilometri di distanza, senza alcun bisogno di stressarsi coi telefoni pubblici.

    E ´sti scheinraf non avevano certo problemi di soldi, dato che disponevano di milioni di marchi di mai chiarita origine per appartamenti, macchine a go-go, tutte di alta cilindrata,vita clandestina, spostamenti internazionali, armi e munizioni ad libitum, etc. - milioni assolutamente non spiegabili cin la manciata di rapine loro attribuita.

    L´ultimo dei loro problemi sarebbe stato permettersi l´ultimo e più potente modello di walkie talkie.

    Vedete dunque che la vulgata di regime sulle telefonate dalle cabine è totalmente assurda.

  • Commento del: 30 ottobre 2018, da Aleth

    In ogni caso notate sulla street view di googlemaps, come questo locale sia su una strada trafficata, popolare, piena di negozi : vi pare mai verosimile che 4 terroristi che si apprestano a compiere la strage politica più grave da decenni, si fanno vedere da tutti mezzora prima a prender tranquillamente il caffè in un bar ?

    La stessa cazzata ci fu raccontata poi nella fotocopia di Fani, coi 4 avieri al bar olivetti o lì vicino a passeggiare su e giù per via stresa etc.

    Ci sono solo 2 spiegazioni logiche qui : o ´sti scheinraf e scheinbr non sono mai stati al bar , oppure hanno voluto farsi vedere bene apposta, affinché si radicasse nel popolo la certezza falsa che autori del crimine fossero loro - perché appunto furono prestanome e prestavolto del terrore di regime.

    Mai e poi mai dei veri terroristi avrebbero atteso di partire per la strage in un locale pubblico.

    Non era neppure necessario per la presunta comunicazione telefonica della partenza di schleyer dall´ufficio, stare in un locale con telefono pubblico con numero - bastava una cabina con numero.

    Inoltre in un locale, correvano il rischio di trovare telefono occupato da altro cliente - a meno che il proprietario essendo complice, avesse messo loro a disposizione il suo telefono fisso privato.

    Ma c´`e un altro argomento che schiaccia definitivamente l´assurdità della vulgata di regime.

  • Commento del: 30 ottobre 2018, da Aleth

    Another way around it :

    secondo la vulgata di regime come abbiam visto , ´sto presunto eiscafé si chiamava stass. In genere questi localetti prendono il nome dal gestore, anche considerando che stass in tedesco non significa niente.

    Dunque ecco i 4 stass che escono dall´elenco del telefono di köln che ho trovato sul web :

    https://www.dasoertliche.de/?kgs=05...

    Telefonategli - qui occorrerà il tedesco, perché se erano gestori di bar gelateria, difficile che sappian l´inglese.
    Magari sono loro, ancora vivi e lucidi dopo 41 anni, o i figli che allora eran giovani.

    Telefonate e chiedete se sono loro, se esisteva ´sto eiscafé, se videro i 4 killer il 5.9.77 attorno alle 17.

    Se sono loro, la polizia li dovette ben interrogare come testimoni allora, dove sono i verbali delle loro dichiarazioni di allora ?

    Il regime non ci ha detto nulla, nulla di verificabile.

    Provvedete voi se avete i soldi, magari avran voglia di parlare.

  • Commento del: 30 ottobre 2018, da Aleth

    Cliccando sul link di lig immo, vi manda a rheinreal, quindi devono aver cambiato nome da allora.

    Comunque questi sono i telefoni, divertitevi :

    http://www.rheinreal.de/kontakt/ans...

  • Commento del: 30 ottobre 2018, da Aleth

    Ecco una street view di googlemaps di aachenerstr. 507 nel 2008 :

    https://www.google.it/maps/place/Aa...

    Non si vede il civico 507, si vede il 509, dunque dovrebbe essere il locale che si affitta a sinistra del 509, perché a destra i civici vanno a crescere - a meno che tutta la numerazione non sia cambiata tra il ´77 e il 2008.

    Dunque già nel 2008, l´eiscafé presunto non esisteva più - ammesso che sia mai esistito.

    C`è cartello affittasi con nome e numero dell´immobiliare : qualcuno di voi 15 connessi che forse mi leggete, potreste se avete i soldi per telefonare e parlate tedesco o inglese e vi interessa davvero la Verità, telefonare a questa immo e chiedere se erano loro i proprietari del locale anche il 5.9.77 o chi fosse allora, e poi dal proprietario di allora, risalire ai gestori, personale etc., ammesso che siano mai esistiti, dell´eiscafé, ammesso che sia esistito, e chiedere conferma della presenza dei 4 killer attorno alle 17 del giorno fatale :

    lig immobilien, 0221 - 94 74 00

    www.lig-immobilien.de

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Peccato che google ignori completamente l´esistenza di questo presunto eiscafé. Certo, dopo 41 anni potrebbe aver chiuso. Ci vorrebbero le pagine gialle di köln del 1977/78 per controllare se esisteva.

    A google non risulta nessun eiscafé a quell´indirizzo oggi.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Ho trovato presunti nome e indirizzo del caffè dove i 4 presunti killer si sarebbero intrattenuti prima della strage :

    Eiscafé Stass, Aachener Straße 507 in Lindenthal.

    Fonte :

    https://www.focus.de/regional/koeln...

    Ma neppure questo giornalista ha pensato di fare del sano factoid-checking.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Ho trovato finalmente qualche spezzone video di statz qui :

    https://www.youtube.com/watch?v=fMj...

    Pare trattarsi di spezzoni di telegiornali. A 0`36`` si vede parte di un cadavere in strada, ma non il suo volto.

    Quello che colpisce ancora una volta, è che nonostante gli abiti paiano arrossati di sangue, attorno ad esso non c`è neppure una singola goccia di sangue.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Con questo sia ben chiaro che non intendo affatto scagionare quei criminali bastardi dei raf o scheinraf.

    Voglio solo dire che essi agirono, consapevolmente o no, da prestanome e prestavolti per una strage di regime, il cui fine era criminalizzare la sinistra e toglierla di mezzo.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Infra nell´articolo, Plützer dice effettivamente che era con un anonimo collega. Speriamo che almeno questo collega abbia chiamato l´ambulanza.

    Spero di avervi dimostrato che , in generale, anche se posso ovviamente aver sbagliato su uno due singoli punti, la vulgata di regime su statz è totalmente falsa e menzognera.

    Se strage vi è stata, essa non poté assolutamente esser opera dei raf veri o presunti. Fu un falsabandiera del terrore di regime. E servì da prova generale di Fani.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Segue poi la menzione di tal Plützer, che sarebbe stato il primo poliziotto sulla scena. Era da solo ? I poliziotti vanno in giro almeno in 2 di solito.

    Comunque ecco le prime cose che fa nel suo racconto :

    " „Am Tatort sind tausend Eindrücke auf mich eingestürzt“, erinnert sich Plützer heute. Zuerst vergewisserte er sich, ob die vier Opfer tatsächlich tot waren. Gab dann per Funk eine Fahndung nach dem Bulli raus, den Zeugen beobachtet hatten. " :

    ma era anche medico questo Plützer ? Che ne sa lui, chi lo ha intitolato a emettere diagnosi di morte ? La prima cosa che doveva fare era chiamare l´ambulanza ! E invece è l´unica cosa che non fa.

    È un racconto al solito assurdo.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Intendiamoci bene : io non sto affatto irridendo alla sofferenza di vittime del terrore !

    Sto solo cercando la verità, e finora non ho trovato alcun riscontro logico alla versione di regime - anzi, ho trovato contraddizioni insanabili.

    Se Anna e sua figlia Ute T. e tutti gli altri sono veri e tutto il loro tragico dolore è vero, ad essi va tutta la mia simpatia e solidarietà. Ma nemmeno loro forse immaginano chi ha veramente ucciso i loro cari.

    Io sto solo cercando la verità, e mi dispiace che i figli non stiano facendo lo stesso.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Altra stranezza : nelle prime foto del link, sulla scena, gli agenti che la presidiano sono ben coperti, giacche di cuoio, maglioni : e ne hanno ben donde, perché quella sera la temperatura a köln scese sotto i 10 gradi :

    https://chroniknet.de/extra/histori...

    Di giorno aveva bensì raggiunto i 21, ma poi era scesa bruscamente. Stando a stinauer, il suo collega braun arrivò sulla scena del crimine grosso modo verso le 19 o poco prima, essendo stato avvisato a casa dalla redazione alle 18.15.

    Successivamente, sulla scena, anzi a 100m da essa perché la polizia a differenza che a Fani non fece avvicinare nessuno, braun fu avvicinato dalla moglie di Marcisz, Anna.

    Ma la foto che ci mostrerebbe Anna e poliziotti, ce li mostra in maglietta a maniche corte - eppure siamo dopo le 19, e la temperatura è scesa a picco.

    Comunque, i tedeschi son tedeschi e magari in quei frangenti uno non pensa al meteo.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Osservate ora questa foto di Heinz Marcisz , sempre a :

    https://story.ksta.de/2017/09/119-s...

    è veramente strana proprio come qualità di foto, luce etc. : sembra una foto degli anni 30, non degli anni 70.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Siamo quasi al momento topico del film :

    " Boock und Hofmann sind in einem VW Bulli hinterhergefahren. Sie stellen den Transporter hundert Meter entfernt an der Kreuzung ab. Laden einen blauen Kinderwagen aus, in dem sie Maschinenpistolen versteckt haben. " :

    ora - se tu stai per ammazzare qualcuno, e se quel qualcuno sono 3 armati, certo vuoi che pochi minuti prima le armi sian pronte a sparare, quindi te ne accerti per tempo e togli la sicura e imbracci.

    Invece no, questi con schleyer in arrivo da un momento all´altro a tutta velocità, nascondono le pistole mitragliatrici nel carrozzino - così se, come sarebbe stata l´unica cosa logica da farsi, erano già senza sicura, avrebbero rischiato di sparare da sole al minimo urto del carrozzino o piede in fallo di hofmann o boock, e ammazzarli tutti e due.

    Per non parlare della decisiva, rischiosissima perdita di tempo a dover percorrere 100 m col carrozzino e tirarle fuori dal carrozzino all´arrivo di schleyer.

    Ma come si fa a non vergognarsi a scrivere simili stronzate per 41 anni ?

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Micro-flashback al momento in cui stando all´infaticabile stinauer

    " Die vier Terroristen stürmen aus dem Lokal " :

    senza pagare il conto ? Anche quello può prender tempo, specie se il locale è affollatuccio...

    Il diavolo è nel dettaglio, ma agli stinauer queste banalità non interessano. Il mythmaking non è fatto di scontrini fiscali e altre umili Realien.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    ...A meno che il proprietario del vialetto privato fosse un agente del terrore di regime come gli scheinraf - e come i vari moscardi tullio di via fani 109, bonanni patrizio e barbaro bruno di fani 109, e compagni di merende di gladio.

    Vedi l´ottimo libro di Carlo D´Adamo e James Hepburn Jr, Coup d´état in via Fani, Pendragon editore, Bologna 2018.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    A questo punto, continua la vulgata di regime spappagallata da stinauer,

    " Den Mercedes parken sie auf der Vincenz-Statz-Straße vor einer Hauseinfahrt. "

    Saranno diventate perlomeno le 17.15. Strano che schleyer non sia ancora arrivato. Tuttavia la cosa più idiota che potevano fare i killer era parcheggiare in un ingresso garage privato - perché era l´ora del rientro, e se proprio in quel momento il proprietario fosse rientrato, o magari fosse riuscito dal garage, avrebbe mandato a monte tutto o almeno complicato enormemente le cose.

    Tutto ciò è demenzialmente inverosimile.

    Per non parlare del fatto che la Germania è il paese della Ordnung, e se parcheggi abusivamente sul vialetto a bloccare un garage privato, in men che non si dica rischi di trovarti lì la polizia chiamata da qualche solerte cittadino.

  • Commento del: 29 ottobre 2018, da Aleth

    Perché stinauer non ci dice il nome del caffè sulla aachenerstr. ? Perché non ha cercato, lui che è di köln, di contattare il gestore di allora, camerieri etc., per farsi confermare che effettivamente c´erano i 4 killer presunti il 5.9.77 attorno alle 17 ?

    Questo anonimo caffè di aachener troverà il suo gemello italiano nel bar/ristorante/pasticceria olivetti a fani, davanti al quale avrebbero atteso i presunti killer br il 16.3.78.

    Ancora una volta, si conferma statz come prova generale di fani.

  • Commento del: 28 ottobre 2018, da Aleth

    A questo punto, il racconto di stinauer, sempre qui :

    https://story.ksta.de/2017/09/119-s...

    diventa ancora più assurdo :

    schleyer e scorta lasciano l´ufficio alle 17. Da oberländer ufer a statz son circa 15´ di macchina.

    L´agguato avverrebbe alle 17.28 - veramente troppo tardi, a meno che l´autista non andasse a 30 all´ora.

    Comunque : quando schleyer esce e si avvia, ci sarebbero raf appostati che lo vedono e telefonano subito al caffè in aachener straße dove aspettano i 4 killer - boock, wisniewski, hofmann e stoll.

    Ora siccome all´epoca non c´erano i cellulari, questo raf che avrebbe telefonato al caffè, deve averlo fatto da una cabina, il che implica una certa perdita di tempo tra l´avvistamento e la telefonata, a meno che ´sto raf non fosse già dentro una cabina col telefono in mano e con vista sull´uscita dell´ufficio di schleyer.

    Inoltre quando chiama questo anonimo caffè, chi risponde ? Se c´era un telefono pubblico con numero in questo caffè, possiamo immaginare uno dei terroristi che aspetta lì vicino pronto a rispondere - ma rischiando di essere importunato da un altro avventore che deve telefonare, e di essere visto da un sacco di gente.

    Comunque appena ricevuta chissà come `sta presunta telefonata di cui non ci han mai detto da dove fu fatta, i 4 killer schizzano fuori : peccato che sia troppo tardi per arrivare in tempo a statz, perché da aachener str. a statz ci vogliono almeno 5 minuti di macchina, e siamo già ben dopo le 17 , e dall´ufficio di schleyer a statz ci vuole un quarto d´ora sì e no, e la telefonata deve esser arrivata alquanto dopo le 17, e poi il tempo di arrivare alle macchine, e il traffico, è tutto troppo stretto per posizionarsi ai cancelletti, tirar fuori il carrozzino, preparare le armi...

    È del tutto inverosimile che 4 veri killer non avrebbero aspettato già a statz da almeno mezzora prima, e che avrebbero ingannato il tempo in un bar in bella vista di dozzine di avventori gestori etc., che avrebbero rischiato di arrivare troppo tardi per un semaforo rosso o un ingorgo, di trovare i posti programmati occupati da altre auto.

    Tutto ciò è completamente ridicolo, non è mai avvenuto.

  • Commento del: 28 ottobre 2018, da Aleth

    Sempre a questo link :

    https://story.ksta.de/2017/09/119-s...

    il solito stinauer ci informa, al solito senza fonti, che

    " Es ist früh am Morgen des 5. September 1977, als Hanns Martin Schleyer sein Haus in Stuttgart verlässt. Ein Montag. Die Familie schläft noch. Ein Fahrer chauffiert den Arbeitgeberpräsidenten, Vorsitzenden des Bundesverbandes der Deutschen Industrie und Vorstandsmitglied von Daimler Benz, zum Flugplatz. Dort steht der Daimler Firmenjet „Falcon“. Um 7.15 Uhr landet Schleyer in Köln. " :

    se ciò è vero, allora schleyer da casa sua a stuttgart all´aeroporto, non ha scorta ma solo autista : dunque perché la raf avrebbe dovuto rapirlo a köln, dove aveva 3 agenti di scorta, e non a stuttgart, dove girava col solo autista ?

    Evidentemente, se vera fu la strage, qualcuno aveva bisogno di un rapimento con strage : e questo qualcuno non fu certo la raf, che sarebbe stata davvero idiota a rischiare la vita quando poteva prender schleyer tranquillamente a stuttgart, dove girava col solo autista, magari pure disarmato come si dice fosse Marcisz a statz.

  • Commento del: 28 ottobre 2018, da Aleth

    Un altro dettaglio interessante di questa foto :

    https://story.ksta.de/2017/09/119-s...

    è il finestrino anteriore sinistro fracassato della macchina di schleyer, che corrisponderà a quello della macchina di Moro :

    Schleyer come Moro, sarebbero stati seduti dietro, eppure non una delle mille violentissime schegge di cristallo li colpirono.

    È anche strano che il vetro anteriore destro appaia integro, e non vi sia traccia apparente, per quanto è dato vedere, di fori nello sportello anteriore destro aperto : i 5 proiettili che
    avrebbero ucciso l´autista, furono dunque i soli sparati lì dentro, tutti a segno e tutti ritenuti ? Anche questo parrebbe più lavoro di precisione di cecchini dall´alto che di scheinraf o veri raf privi di preparazione militare.

  • Commento del: 28 ottobre 2018, da Aleth

    Ecco una foto interessante :

    https://story.ksta.de/2017/09/119-s...

    Vi si vede chiaramente che il lunotto dell´auto di schleyer è integro, e non pare presentare nemmeno 1 foro di proiettile.

    Ora paragonate la suddetta foro a quest´altra che già conosciamo :

    https://story.ksta.de/2017/09/die-e...

    Qui c`è anche la macchina della scorta, col lunotto fracassato :

    come è possibile che nessun proiettile che ha infranto il lunotto della scorta, non ne abbia infranto anche il parabrezza, nonché il lunotto dell´auto di schleyer lì davanti ? Se davvero questi 119 colpi furono sparati tutti dal piano strada ?

    L´integrità del parabrezza della scorta e del lunotto di schleyer si spiega bene invece, se i colpi provenivano da cecchini appostati in alto, e dunque avevano traiettoria obliqua e non orizzontale .

    Sempre se tali colpi furono davvero sparati a statz, e se per esempio le macchine non furono portate lì a far scena già in quello stato.

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    Stesso dicasi per Ulmer, che pure lui sarebbe riuscito a rispondere al fuoco , prima di cadere crivellato da ben 26 proiettili, di cui solo 2 mortali.

    Tutti articoli di fede, inverificabili.

    Dove sono i verbali originali di tali presunte autopsie ? Dove sono le foto dei cadaveri fatte dalla scientifica ? Perché non ci fanno vedere assolutamente nulla di tutto ciò da 41 anni ?

    Idem per il cadavere di schleyer - il presunto cadavere di schleyer nel bagagliaio.

    Non sto asserendo controdogmaticamente che non furono uccisi - sto sospendendo il giudizio perché non ho dati verificabili per la vulgata di regime.

    Dunque l´unica opzione logico-matematica sin qui su statz, è l´Epoché.

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    La narrativa, la fabula su Pieler servirà da blueprint per quella sul povero Iozzino :

    Pieler agente di scorta, è seduto dietro a destra - come Iozzino nell´alfetta ;

    ha 20 anni - quasi come Iozzino, 24 ;

    riesce a uscire dall´auto, proprio come Iozzino, e a sparare 3 colpi, proprio come Iozzino ;

    poi muore crivellato, proprio come Iozzino.

    Però c´`e una differenza enorme : il cadavere di Iozzino in strada ce lo mostrano da tutte le angolazioni in centinaia di foto e video ; quello di Pieler non si capisce quale sia, non si vede in volto, e per lo più è coperto da telo nero nelle pochissime foto che ho trovato.

    Dunque perché mai dovremmo accettare la narrativa di regime su Pieler ?

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    Ricordo il link che stiam leggendo e discutendo :

    https://story.ksta.de/2017/09/die-e...

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    Sto parlando di metodo, non sto facendo il cinico che non sono - se davvero questa gente fu barbaramente trucidata come asseriscono, a essa e ai loro familiari va tutta la mia solidarietà e simpatia.

    Ma non è certo sulla base di fattoidi senza fonti né foto, del tutto inverificabili, che noi dobbiamo accettare la vulgata di regime.

    Il metodo : de omnibus dubitandum, leggete l´introduzione cartesiana al Discorso sul metodo.

    De omnibus dubitandum fino a evidenza chiara distinta e incontrovertibile.

    Che qui manca del tutto.

    Leggete anche Fatti e fattoidi del compianto Gillo Dorfles.

    E studiate lo scetticismo greco, pur nei suoi limiti di un illogico relativismo a volte, superato e sepolto per sempre da Cartesio.

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    Il nostro pappagallo di regime continua con gli articoli di fede, e ci narra dell´autopsia di Brändle autista della scorta, che per noi sin qui non può che esser la presunta autopsia di Brändle, del presunto Brändle ; e dei 60 fori di proiettile accertati presuntamente nel suo cadavere dai forensi.

    Fonti : zero.
    Foto : zero.

    Perché dovremmo prender per buoni fattoidi inverificabili ?

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    Ancora e ancora : se davvero volevano suscitare pietà e terrore anticomunista, come volevano i bilderberg nell´ordire tale falsabandiera, perché non hanno mostrato le foto dei cadaveri in primissimo piano o quasi, volti insanguinati e tutto, come a Fani ?

    Perché non mostrarono e non mostrano il cadavere di schleyer nel bagagliaio, come quello di Moro ?

    È dunque legittimo il dubbio che quello di schleyer fu un finto sequestro e strage, prova generale di quella vera a Fani e caetani.

  • Commento del: 27 ottobre 2018, da Aleth

    A questo punto del mythmaking, stinauer mostra le foto degli agenti presuntamente uccisi a statz - foto che dovrebbero, aristotelicamente, suscitare nella readership del kölner stadtanzeiger, paura, terrore, emozione e infine catarsi da ogni opinione e sentire di sinistra.

    Il problema di queste foto, come vedemmo supra, è che non sono confrontabili/verificabili con foto di cadaveri, che mancano totalmente, a differenza di Fani.

    Dunque resta l´epoché, non solo su se questi agenti siano veramente morti o esistiti, ma anche, in caso siano davvero stati uccisi, su dove e da chi, dato che essi non sono identificabili nelle foto della crime scene.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Sarà interessante confrontare il presunto luogo - prigione di schleyer con la presunta montalcini 8...

    A presto.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    A questo punto, nel bel mezzo di tutta questa infernale sparatoria, 2 terroristi, non si dice quali, avrebbero estratto schleyer, miracolosamente illeso, dalla macchina, e lo avrebbero caricato sul pullmino volkswagen.

    Sono le 17.30 del 5.9.1977 - un lunedì. Sono stati sparati, si legge, più di 100 colpi - ma nessuno sente niente, non ho letto sinora di alcun testimone oculare o auricolare, nessuno vede o sente niente nemmeno da qualche finestra.

    Nessuna macchina si trova a passare di là.

    È inutile aspettarsi dagli stinauer che si prendano la briga di far davvero il loro mestiere - di far cioè un po´ di fact-checking, anzi di sano factoid-checking, andandosi a cercare eventuali testi.

    Nessun pedone col cane, deserto completo.

    Eppure siamo a köln, non in mezzo al sahara.

    Il casino delle frenate, del tamponamento, delle urla, degli spari, dei motori accesi avrebbe dovuto allertare mezzo quartiere. Niente.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Oddio, si dice che stoll avesse effettivamente tendenze suicide - il 6 settembre 1978 pare che si fece ammazzare dalla polizia in un ristorante. Ma questa è la vulgata ufficiale, sulla quale per ora sospendo il giudizio.

    Che stoll fosse a statz, lo dice solo boock.

    La regola generale per orientarvi su questa gente sia questa : quando li arrestano e li tengono dentro per più di 20 anni, o quando li ammazzano quasi subito, erano giovani manipolati che si illudevan davvero di fare i che guevara. Quando non li ammazzano e li liberano dopo meno di 20 anni, erano e sono agenti del regime infiltrati.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    La scenetta seguente è penosamente risibile : stoll salta sul cofano della macchina di scorta !!! Sta a pochi cm dai 3 agenti, eppure non lo beccano.

    Spara un intero caricatore - stando a tinauer, le cui fonti sono ignote. Peccato che nessuna foto ci mostri questo cofano - dovrebbe ben essere ammaccato dopo che stoll c´`e saltato sopra - a meno che non fosse leggero come una piuma.

    Inoltre non si capisce dove spara - spara agli agenti, ma dove sono gli agenti ? Già fuori si suppone, perché il parabrezza della scorta pare integro, dunque stoll non può aver vuotato il suo caricatore verso di esso - anche perché così facendo, avrebbe rischiato di beccarsi un cristallo sulla femorale.

    Ma se gli agenti erano fuori, che k è saltato a fare stoll sul cofano ? Avrebbe potuto costargli la vita una tale diversione. Uno spara a uomini armati e addestrati, da un riparo, non faccia a faccia da pochi cm o metri. A meno che non voglia suicidarsi.

    Tutte stronzate assurde e inverosimili - nulla di tutto questo è mai avvenuto, è creative writing della peggior specie.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    A questo punto della narrativa non si capisce neppure chi dei terroristi avrebbe sparato all´inizio : wisniewski e stoll ?
    Cioè, sono usciti dalla mercedes dopo aver bloccato il convoglio ; poi sono andati al carrozzino a prendere le armi nascoste lì dentro ; poi hanno sparato, e nel frattempo gli agenti della scorta li han lasciati gentilmente fare con comodo ?

    Oppure boock e hoffmann, che stando vicino al carrozzino, avrebbero avuto più rapido accesso alle presunte armi ?

    Non si capisce nulla. Ma a stinauer i dettagli logici non interessano - lui sta lì solo a spappagallare la fiction di regime.

    Nulla di quel che dice è mai accaduto - perché è completamente implausibile e assurdo.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Continuiamo a sezionare il demenziale raccontino di stinauer - cioè il copione di regime per la falsa versione ufficiale del sequestro schleyer. Dopo aver sparato le prime dozzine di colpi, i raf con molto fair play cedono il turno alla scorta :

    " Nach einigen Sekunden und Dutzenden Schüssen tritt eine kurze Feuerpause ein. Zwei der drei Personenschützer schießen zurück, treffen aber niemanden. Dann feuern die Terroristen weiter, wie von Sinnen. "

    Ho letto da qualche altra parte che gli agenti di scorta avrebbero sparato in tutto 11 colpi - senza colpire nessuno.
    Forse al buio non ci vedevano bene. O erano fuori esercizio. O forse non c´erano.

    O forse c´erano, ma non potevano colpire nessuno perché non vedevano nessuno - perché i colpi venivano dall´alto e non dalla strada.

    Ripeto il link oggetto di analisi :

    https://story.ksta.de/2017/09/die-e...

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    È chiaro dunque che queste carogne , i vari wisniewski moretti etc., sono sempre state sul libro paga del regime, dato che la clandestinità, le macchine, le armi, la propaganda etc. costano milioni all´anno. Alberto Franceschini ha testimoniato come i soldi veri, all´inizio della carriera criminale delle scheinbr, li tirasse fuori misteriosamente sempre simioni corrado, il grande vecchio del futuro hyperion, la cui segretaria ( sì, poteva permettersi pure la segretaria ) lavorava per la nato .

    Basta questo a capire che, a parte pochi illusi presto arrestati o uccisi come curcio cagol o baader, gli altri cosiddetti " terroristi rossi " erano solo dei luridi infiltrati della trimurti cia/mossad/gladio - cioè del bilderberg.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Naturalmente, per il suo encomiabile ruolo di prestanome al falsa bandiera di regime, wisniewski è stato premiato con la libertà condizionata nel 1999, e vive tranquillo a köln, senza sentir nemmeno il bisogno di cambiare la città dove avrebbe compiuto la più efferata strage terroristica nella storia recente della germania ex-ovest.

    E quando deve difendersi nei processi pendenti che ha, non ha difficoltá a pagarsi l´avvocatessa edith lunnebach, una che non penso lavori gratis. E nessuno chiede pubblicamente come faccia wisniewski a permettersi avvocatessa privata e non d´ufficio :

    https://www.ksta.de/-von-mir-erfahr...

    Anzi stando al link supra, wisniewski oggi è completamente libero, nemmeno più in libertà condizionata.

    E si lascia intervistare per servizi tv, proprio come i nostri scheinbr.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Alle 17.28 sieglinde avrebbe gridato : " Si inizia ! " come segnale ai suoi che sta arrivando schleyer.

    Nella farsa della vulgata su fani, il ruolo dell´annunciatrice spetterà a rita algranati.

    Sieglinde spinge il carrozzino in strada, mentre wisniewski e stoll con la mercedes ( anche questa di ignota origine e finanziamento ) bloccano l´auto di schleyer con una retromarcia improvvisa da un ingresso laterale.

    L´autista di schleyer frena di botto, l´auto della scorta lo tampona ( esattamente lo schema che sarà spacciato come verità a fani )...e i terroristi aprono il fuoco.

    Peccato che non si capisca bene con quali armi i terroristi aprano il fuoco, visto che le armi stanno nel carrozzino.

    Tutto ciò non può che essere una demenziale bugia. Nulla di tutto ciò è mai avvenuto.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    A questo punto, continua imperterrito stinauer, senza mai citare le fonti delle sue certissime informazioni, i 2 terroristi scaricano dal pullmino un carrozzino, in cui son nascoste le armi.

    Se non ricordo male, questo buffo dettaglio del carrozzino fu ripreso dal sommo Fassbinder nel suo splendido Dritte Generation del 1979, nella scena finale del rapimento, parodia sarcastica e tragica della farsa di regime su schleyer. Un film che è un must per tutti, ve lo raccomando caldissimamente.

    Si badi bene : stando a stinauer, cioè alla vulgata di regime, siamo poco prima dell´attentato. Le armi stanno nel carrozzino. Dunque i terroristi o presunti tali, sono disarmati fin qui.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    La seconda foto che ci mostra stinauer, sarebbe il pullmino usato dai presunti terroristi per la fuga. Sarebbe stato parcheggiato poco prima dell´agguato , lì vicino, da hofmann e boock. Si vede tanto di targa, K C3849, ma né a stinauer né ad alcun altro che io sappia, viene in mente di andare al pra di köln a chiedere a chi fosse intestata quella targa il 5.9.77. Se poi la targa è falsa, ci può dire la polizia, dopo 41 anni, qual era la targa vera ? A chi era intestata ?
    Era rubato il pullmino ? Nulla, stinauer non ha di queste triviali curiosità - non gli interessa sapere chi finanziasse la costosa vita clandestina di boock hofmann e compagnia bella.

    Un pullmino non è esattamente il mezzo veloce che uno si aspetterebbe per una fuga di terroristi incalzati da tutte le polizie d´europa, servizi segreti compresi, ma tant´ è , questo passava il convento.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    L´autore di questa risibile ricostruzione è tal tim stinauer, pappagallo di regime del kölner stadt-anzeiger.

    Osservate già la prima grande foto del luogo dell´agguato : non c´è quasi nessuno, se non un singolo tizio che sta smanettando col tergicristallo chissà a quale scopo, e quello che lo fotografa. Eppure è il più spaventoso massacro terroristico in germania occidentale dal 1945, correggetemi se sbaglio - uno si aspetterebbe una folla di periti, medici, fotografi, giornalisti, autorità...

    Non c´è nessuno : l´agguato è avvenuto, o meglio sarebbe avvenuto, da poche ore, i cadaveri o presunti tali sono stati rimossi, e già la scena non interessa più a nessuno.

    Cosa cavolo sia quella strana macchina edile a sinistra, e cosa ci faccia lì, non interessa minimamente né a stinauer né a nessun altro scheingiornalista.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Ma il perfetto e più disgustoso parallelismo Moro/schleyer, son le 2 vulgate su come andarono i " fatti " a köln e a roma : per fani come per statz, la versione fornita da scheinbr e scheinraf è diventata il vangelo di regime : sono menzogne demenziali, eppure da più di 40 anni tutti ci credono xché lo dice la tv e tutti gli altri media in coro...

    Vediamo dunque una per una, tutte le assurdità di tali versioni ufficiali, iniziando con statz che fa modello, anche propagandistico, per fani.

    Ci baseremo su un tipico esempio tra i tanti, di narrativa dogmatica di regime :

    https://story.ksta.de/2017/09/die-e...

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Sieglinde Hofmann fu liberata nel 1999, e oggi vive tranquilla da pensionata : cosa abbia fatto per meritare una pensione, lo sa solo il regime che l´ha premiata per i suoi crimini.

    Bastino questi 2 esempi, cui corrispondono i vari scheinbr morucci, moretti e compagni di merende.

    Chiedetevi perché il regime li ha premiati così, mentre milioni di persone oneste oggi in Italia fanno la fame.

  • Commento del: 26 ottobre 2018, da Aleth

    Un altro perfetto parallelismo Moro/schleyer è che gli scheinbr agenti della trimurti gladio/cia/mossad al servizio del bilderberg, oggi sono liberi e ricchi - esattamente come i loro colleghi scheinraf : il regime li ha premiati lautamente per aver fatto da prestanome ai 2 falsa bandiera.

    Peter-Jürgen Boock fu liberato già 20 anni fa, nel 1998, e vive oggi splendidamente, da libero autore :

    https://story.ksta.de/2017/09/die-e...

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Insomma, cominciamo già da queste primissime osservazioni sul corpus delle immagini e delle notizie in nostro possesso, a capire che la vulgata di regime sul sequestro schleyer è una menzogna.

    Esattamente come la vulgata di regime su Fani. Anche lì, dove 5 agenti furono sicuramente trucidati, si sparò almeno anche dall´alto, da parte di cecchini militari superprofessionali.

    Anche lì abbiamo fori singoli, frutto di colpi da dietro e dall´alto, sul lunotto dell´alfetta di scorta, e un foro singolo nel parabrezza in alto della 130 di Moro.

    Il sequestro schleyer fu la vera prova generale del sequestro Moro.

    E vedremo presto, che come Moro non poteva assolutamente essere a Fani, perché non sarebbe uscito vivo e illeso dall´inferno di fuoco incrociato, così schleyer non poteva essere a braunsfeld, per lo stesso motivo : li si voleva entrambi vivi in un primo tempo, per inscenare lo psicodramma collettivo dei 2 mesi circa in prigionia.

    E come le scheinbr non c´entrano nulla col sequestro Moro, così la scheinraf non c´entra nulla con schleyer.

    Si trattò di assassinii politici opera del terrore di regime del bilderberg - sotto falsa bandiera di falso terrorismo rosso, per criminalizzare le sinistre.

    Moro fu prelevato prima di Fani. Schleyer, prima di braunsfeld.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Quel che invece si vede nel parabrezza della scorta, sempre qui :

    https://www.welt.de/geschichte/raf/...

    è la raggiera di quel che appare essere un foro singolo di proiettile, in alto a destra nel parabrezza. Ed è proprio questo a farci capire, pur nella opacità della foto, che il parabrezza è intatto, il che sarebbe stato impossibile, se i colpi da dietro che infransero il lunotto, fossero provenuti dal piano strada.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    La stessa foto ci dice molto altro :

    https://www.welt.de/geschichte/raf/...

    Il lunotto della macchina di scorta è infranto, e par di capire che i colpi che lo hanno infranto sian venuti da dietro, anche perché qui si vede un foro di ingresso singolo a sinistra del lunotto, che non può che esser venuto da dietro :

    https://www.welt.de/geschichte/raf/...

    Eppure tra tutt´e due le foto, si vede abbastanza bene che né il parabrezza della scorta è infranto, né la macchina di traverso, che ha fatto da cancelletto al convoglio, pare attinta da proiettili : il che significa, se davvero i colpi sono stati sparati in situ, che essi provenivano dall´alto e non dal piano strada, altrimenti avrebbero infranto o trafitto in più punti anche il parabrezza, e la macchina bianca di traverso.

    Il che vuol dire, se anche si trattò di vero attentato, che i presunti raf sul piano strada o non c´erano, o non sono gli sparatori, o non furono i soli sparatori.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Notate anche come vi siano in primo piano delle mitragliette e caricatori sul cofano, che paiono messi lì a bella posta per i fotografi.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Altra interessante foto ingrandita, presa più da vicino, ma col cadavere coperto :

    https://www.welt.de/geschichte/raf/...

    Notate come in prossimità del cadavere non si veda una sola goccia di sangue.

    Notate come, nel gruppetto di 6 schaulustige sullo sfondo, la signora a sinistra se la rida di gusto.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Qui un ingrandimento della stessa foto :

    https://www.welt.de/geschichte/raf/...

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    https://www.welt.de/geschichte/raf/...

    Qui vedete una foto, per quanto deliberatamente non nitida, dove pare che i 3 cadaveri visibili siano ancora scoperti, ma appunto, più di tanto non si vede, né si possono vedere in volto per confrontarli con le loro foto da vivi pubblicate.

    Notate ancora, la presenza visibile di sole 2 persone sulla scena. E nessun soccorritore.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Un´altra cosa, un´altra differenza fani/braunsfeld che sorprende, è la mancanza assoluta di mezzi di soccorso come ambulanze, medici, infermieri nelle pochissime foto a disposizione. Video poi, manco a parlarne, almeno fani ebbe Frajese, che qualcosa ci fece pur vedere, per quanto pappagallo di regime.

    Ma anche i poliziotti o astanti che si vedono nel post-agguato, son pochissimi per un evento di tale magnitudo :

    https://story.ksta.de/2017/09/die-e...

    Il tutto poi avviene di sera, quindi si vede ancor meno, quel poco da vedere.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Perché, nelle pochissime foto che si trovano sul web, i 3 cadaveri visibili son sempre coperti da teli di plastica nera ?

    Perché non ce li fecero vedere scoperti, come a Fani ?

    Perché non trovo nessuna immagine del cadavere dell´autista di schleyer, che se ho ben capito, sarebbe stato ucciso al volante e lì sarebbe rimasto ?

    Osservate le gambe del presunto cadavere a destra della foto : la loro posizione è del tutto innaturale per un cadavere : infatti sono piegate e hanno le ginocchia sollevate e alte, cosa impossibile per un vero morto, perché anche se fosse caduto con le gambe piegate, cosa in sé già strana, le ginocchia sarebbero cadute sui lati, divaricandosi, invece sono unite in alto, il che è assurdo.

    Si tratta dunque di 3 manichini, o attori che si fingono morti ?

    Si tratta forse di una finta, di una messinscena, buona solo come prova generale di Fani ?

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Sto ponendo domande - domande a cui occorre rispondere. Domande che non ho trovato sinora poste sul web. Domande che non ho mai sentito porre.

    I 3 cadaveri in strada a braunsfeld, stando alla vulgata di regime, furono colpiti da quasi 100 proiettili in tutto : uno di essi, addirittura da 60 proiettili da solo.

    Eppure , là dove si dovrebbe vedere un lago di sangue, schizzi di sangue dappertutto, fiumi di sangue, non se ne vede nemmeno una goccia attorno a tutti e 3 i presunti cadaveri : vuoi vedere che sono manichini ?

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Anche le pochissime immagini che ho trovato sul web del sequestro schleyer, sono davvero sospette e mi inducono a forti dubbi su quanto vedo :

    nelle immagini di Fani, i cadaveri sono imbrattati di sangue, pozze di sangue si formano sul fondo della 130 di Moro, e dal cadavere di Iozzino in strada, un rivo di sangue si allunga per metri.

    Invece, come potete vedere nel link infra, sulla scena di köln-braunsfeld si vedono 3 presunti cadaveri per strada, da cui non esce non dico un rivolo o una pozza, ma nemmeno una goccia di sangue.

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    Molto istruttivo comparare caso Schleyer e caso Moro.

    Sulle differenze : la prima che mi salta all´occhio è la paucità delle immagini del sequestro schleyer, versus l´estrema abbondanza di immagini di Fani, sia video sia foto.

    E dunque mi chiedo : perché i tedeschi non vollero farci vedere quasi nulla ? Mentre gli italiani, quasi tutto ?

    Stesso discorso per il cadavere nel bagagliaio : quello di Moro fu fotografato, quello di schleyer non lo trovo da nessuna parte...

  • Commento del: 25 ottobre 2018, da Aleth

    test test test

  • Commento del: 3 giugno 2018, da Pietro Fabbricatore

    Gentile Dr.sa Carletti,

    anche io ritengo che l’abbiamo scampata bella.

    Credo che il Presidente Mattarella abbia fatto un passo falso rifiutando Il Prof.Savona all’Economia.

    Non ho le prove, ma penso che egli stesso se ne sia subito pentito, altrimenti non avrebbe accettato lo stesso Prof.Savona in un ministero abbastanza equivalente (Affari europei).

    Se questa supposizione è vera, Mattarella ha dimostrato di essere un buon italiano, ragionevole ed anche non asservito ai fantomatici poteri forti d’Europa (ammesso che esistano).

    Penso che egli abbia fatto questo errore (per me) in buona fede, e resta il fatto che si è corretto in tempo.

    Ora abbiamo finalmente un governo eletto da circa la metà degli italiani (32% M5S e 17% Lega).

    Quindi speriamo bene.

    Cordiali saluti

  • Commento del: 3 giugno 2018, da Pietro Fabbricatore

    Gentile Dr.sa Carletti,
    ora che è passato un po’ di tempo, possiamo senz’altro affermare che la Sua congettura si è rivelata esatta.

    Infatti dopo il grande impegno che tutti quelli del PD profondevano in questa causa (compreso il surreale sciopero della fame di alcuni deputati), ora nessuno ne parla più.

    Se l’intenzione fosse stata veramente quella di aiutare gli oppressi (i poveri bambini, i poveri immigrati, etc) un deputato veramente onesto continuerebbe in questa missione, indipendentemente dallo schieramento.

    Io ritengo l’attuale legge sulla cittadinanza sufficientemente bastevole (infatti sembra che con la legge in vigore diventino italiani circa 200.mila stranieri all’anno).

    Qualcosa nel campo bisognerebbe migliorarla non in questa legge, ma nell’impianto burocratico dei comuni, della polizia e dei consolati, che sono una galassia misteriosa ed inefficiente.

    Cordiali saluti

    Pietro Fabbricvatore

  • Commento del: 1 giugno 2018, da sandro meardi

    Gentile Dr.ssa Carletti,
    il Suo pensiero ispirato da una disamina che è sotto gli occhi di tutti e da buon senso, pare essere stato anche il pensiero di chi, a livello istituzionale, ha tratto le debite e dovute decisioni in virtù di un "re melius perpensa" davvero insperato.
    Abbiamo corso il serio rischio di celebrare un 2 giugno con il "de profundis" della democrazia, grazie ad un colpo di coda francamente inspiegabile, se non appunto, come giustamente ha voluto sottolineare, con il terrore da instillare nei risparmiatori e negli italiani di buona volontà.
    Voltare pagina nei destini di una nazione non è mai facile, ma poterlo fare grazie ad un consenso elettorale indiscutibile, avrebbe dovuto incoraggiarlo piuttosto che negarlo.
    Restiamo dunque fiduciosi nel lavoro di questo 64° Governo della Repubblica Italiana, al quale va il nostro augurio anche per la imminente celebrazione del 2 giugno da vivere sicuramente con maggiore serenità.
    Con stima
    SM

  • ECCO UNA BELLA POESIA DI JOYCE:
    L’amor mio è vestita di luce
    In mezzo ai meli
    Dove i lieti venti più bramano
    Di correre insieme.
    Là dove i venti lieti restano un poco
    A corteggiare le giovani foglie,
    L’amor mio va lentamente, china
    Alla propria ombra sull’erba;
    Là, dove il cielo è una coppa azzurrina
    Rovescia sulla terra ridente,
    Va l’amor mio luminoso, sostenendo
    Con garbo la veste. (J. Joyce)

  • Articolo: IL MITO CORONA
    Commento del: 31 marzo 2018, da Silvana Carletti

    Mi scuso per il ritardo con cui rispondo al suo commento. Sono d’accordo su tutto con lei.
    Purtroppo, siamo in pochissimi a ragionare così...

    Penso che Don Mazzi sia superprotetto ed intoccabile.
    Ma quali sarebbero i risultati del suo operato?

  • Commento del: 21 marzo 2018, da Savino De Rosa

    La Verità è la nostra esistenza stessa, il nostro percorso di vita presente, quello passato dei nostri antenati, quello futuro dei posteri. L’esistenza si svolge sulla Terra, comunque, indipendentemente dalle sovrastrutture che l’essere umano ha creato nel tempo. La Verità è dove si poggia ora il nostro piede o si poggiava o dove si poggerà, qui o su un altro Pianeta o su una Stella, prima o poi raggiungibile in un’altra galassia. Forse incontreremo altre esistenze, ma per farlo
    dovremo far progressi prima come umani qui sulla Terra e… se non dovessimo riuscirci, forse rimarremo ancora qui, senza evolverci. Credo che Chi ci ha creato ha in Sé un Progetto di elevazione e armonia che noi dobbiamo realizzare attraverso gli opposti: sentimenti buoni e cattivi, gioia e dolore, brutto e bello, odio e amore ecc.. A noi la scelta. Questo per me significa “esistenza”: l’eventualità che l’evoluzione sia possibile, per cui la nostra missione è procedere senza incertezza verso tale fine.

  • Commento del: 1 marzo 2018, da GiovannaDA

    Alla sottoscritta, Giovanna D’Arbitrio, sembra giusto indicare il giornale on line in cui è stato pubblicato l’articolo dell’assessore a Cultura e Turismo del Comune di Napoli: http://napolimonitor.it/ancora-su-g...

  • Articolo: IL MITO CORONA
    Commento del: 28 febbraio 2018, da sandro meardi

    Gentile dottoressa,
    quanta amarezza suscitano le Sue parole e quanta voglia ci sarebbe di raddrizzare una situazione generazionale ormai sfuggitaci di mano. Il "mitico" Corona non è purtroppo (e nemmeno il peggiore) che uno dei tanti capace di fare proseliti.

    Ricorderà sicuramente quando agli inizi degli anni ’90, si vennero a creare i club "Pietro Maso": sodalizi di solidarietà nei riguardi di un ragazzotto che, in collaborazione con tre suoi amici, una sera sterminò la propria famiglia per poi tranquillamente concludere la serata in discoteca.

    Ciò che proprio però non digerisco della vicenda Corona, sono le parole di Don Mazzi che ha avuto l’indecenza di affermare che Corona sia stato rovinato dai giorni (pochi a mio avviso) trascorsi in carcere. Se tanto mi da tanto e fosse nelle mie possibilità, a quel prete la sua Comunità di recupero, che ha ospitato Corona, gliela farei chiudere domani mattina. Cordialmente, Sandro Meardi

  • Commento del: 17 dicembre 2017, da Silvana Carletti

    Sono d’accordissimo con il nostro editore.
    Dati i giornali moderni che abbondano di superficialità, fake news e spazzatura, mi sembra proprio inopportuno criticare una rivista di stile, coerenza e non-lucro.
    E’ forse invidia?

  • Commento del: 15 dicembre 2017, da GiovannaDA

    Ecco un video con paesaggi scozzesi e una bella canzone su versi di Robert Burns: My heart’s in the Highlands.
    https://www.youtube.com/watch?v=i15...

  • Commento del: 11 dicembre 2017, da Luciano De Vita

    Citazione

    Radio3 RASSEGNA STAMPA CULTURALE Lunedì 11 Dicembre 2017

    Giorgio Colli. Sulla testata online scenaillustrata.com Andrea Comincini intervista Marco Colli, il figlio di uno dei giganti della filosofia italiana del Novecento nonché collaboratore delle più importanti case editrici italiane.

    http://www.radio3.rai.it/dl/portale...

  • Commento del: 6 dicembre 2017, da Luciano De Vita

    Che orrore queste immagini! Questa moda di farsi rifare la faccia si paga in maniera molto cara!

  • Commento del: 6 novembre 2017, da GiovannaDA

    Ecco un altro video su Sligo, il luogo che egli amò tanto: Ecco un video bellissimo: https://www.youtube.com/watch?v=WIq...

  • Commento del: 5 novembre 2017, da GiovannaDA

    Bel commento! Ed ecco un video che conferma la bellezza e il fascino dei luoghi ai quali egli si ispirò: https://www.youtube.com/watch?v=wjL...

  • Commento del: 3 novembre 2017, da Savino De Rosa

    La terra natia, la patria, l’orgoglio Irlandese, l’amore per la natura, la passione per la donna che ha amato ma che non ha conquistato generano versi, prosa, opere che fluiscono mirabilmente. L’ascolto della sua poesia “L’isola del lago di Innisfree” con il sogno della capanna da dove ascoltare il fruscio delle api e il cantare dei grilli è una ninna nanna che ti dondola nel fluire del giorno in una natura incontaminata. L’articolo di Giovanna delinea mirabilmente la vita e le opere di un grande poeta e, come lei lo definisce, di un genio poliedrico.

  • Commento del: 1 novembre 2017, da GiovannaDA

    Vorrei ricordare la poesia“Quando sarai vecchia” che W.B.Yeats dedicò alla sua amata Maud.
    When you are old and grey and full of sleep,
    And nodding by the fire, take down this book,
    And slowly read, and dream of the soft look
    Your eyes had once, and of their shadows deep;
    How many loved your moments of glad grace,
    And loved your beauty with love false or true,
    But one man loved the pilgrim Soul in you,
    And loved the sorrows of your changing face;
    And bending down beside the glowing bars,
    Murmur, a little sadly, how Love fled
    And paced upon the mountains overhead
    And hid his face amid a crowd of stars.

    Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta,
    e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro
    e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo
    che avevano un tempo i tuoi occhi, e la loro ombra profonda.
    In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia
    e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,
    ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina,
    e amò le pene del viso tuo che incessante mutava.
    Piegati ora accanto all’ardente griglia del camino
    e sussurra, con qualche tristezza, come l’amore scomparve,
    e vagò alto sopra le montagne,
    e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.

    https://www.youtube.com/watch?v=pPS...

    Giovanna D’Arbitrio

  • Articolo: VIVA NAPOLI
    Commento del: 22 ottobre 2017, da temis98

    Napoli est une ville à visiter en voyageant en Italie

    https://flexmarketing.ch/creation-s...

  • Sempre arduo operare confronti, specie quando di mezzo ci sono periodi storici demarcati, per altro, da fratture planetarie come fu la caduta del muro di Berlino. Lo stesso CAF ne subì le conseguenze, sia pure semplificabili sotto l’incalzare di una magistratura che sino ad allora non era mai entrata in conflitto con il potere politico, se non per lo scandalo degli aerei C-130 Lockheed(Ma eravamo allora ancora in pieno clima di guerra fredda e le conseguenze furono solo le dimissioni dell’allora ministro della difesa Tanassi). Il CAF, invece, si sgretolò miseramente e sul banco degli imputati la difesa di chi ne faceva parte non fu degna di questo nome: Forlani, segretario DC, addossò tutte le colpe a Citaristi tesoriere del partito; Craxi, in un memorabile discorso al Parlamento, si difese sostenendo, sia pure a ragione, che il finanziamento illecito ai partiti con risorse aggiuntive, faceva parte del sistema e nessuno, di maggioranza o opposizione che sedesse in quell’aula poteva sostenere il contrario. Solo Andreotti ne uscì il qualche modo "pulito", ma il suo destino avrebbe seguito le sorti della DC ed in qualche modo segnato da altre inchieste giudiziarie(il famoso bacio, etc.). Il vuoto politico che ne seguì, non può non farmi pensare che in fondo la 2^repubblica non è altri che figlia(non figliastra) della 1^, sia pure politicamente composta da mezzecalzette.

  • Devo riconoscere che ho sbagliato a dare per scontata la generale comprensione dell’acronimo. Avevo dimenticato che due mesi fa in Valsugana ho provato a chiedere in giro chi fosse Cesare Battisti e un vecchio come me ha risposto: un traditore che faceva il deputato a Vienna e l’ufficiale degli alpini ad Asiago, mentre un ragazzo ha detto: un cantante.
    Comunque mi sembra che nel merito del confronto fra le due repubbliche Lei sostanzialmente condivida le mie valutazioni.

  • Commento del: 3 ottobre 2017, da sandro meardi

    E’ lui, gentile Sig.ra Carletti. Proprio lui: il belzebù della c.d. 2^repubblica, come Scalfari ebbe a definire tale nella 1^, Andreotti. Gli italiani hanno sempre avuto memoria corta ed alla bisogna renderli smemorati del tutto, con qualche promessa mediaticamente ben presentata, è gioco da ragazzi per un affabulatore come l’ex cavaliere. Questi ha fatto proseliti più di quanto certi patti di nazarena memoria possano lasciar pensare e lo sgarbo quirinalizio di allora è acqua passata: rosatellum docet.

  • Eh no Sig.Penza! Mi metto nei panni di un Suo giovane lettore, al quale verrà da chiedersi cosa c’azzecchino i Centri di Assistenza Fiscale con le Sue riflessioni. Vogliamo dirglielo che l’acronimo C.A.F. sta per il trio politico della prima repubblica: Craxi Andreotti Forlani? E di acronimi senza partita se ne contavano tanti in quella prima repubblica tanto che, la seconda, riesce persino a farcela rimpiangere.

  • Commento del: 21 aprile 2017, da simonetta pancotti

    terribile... è il male della nostra epoca...

  • Commento del: 21 aprile 2017, da simonetta pancotti

    Un’uscita ci deve essere .... in qualche modo so che c’è...

  • Commento del: 21 aprile 2017, da simonetta pancotti

    Nel leggere questo post non posso fare a meno di provare un senso di riappropiazione di me stessa...

  • Commento del: 21 aprile 2017, da simonetta pancotti

    Post interessante e naturalmente uno specchio notevolmente scuotente l’idea coatta che si ha dentro...
    Si coglie la misura della propria ignoranza e della propria assenza in una realtà che dovrebbe essere naturalisticamente di base per vivere ed invece è da realizzare perchè dimenticata...

  • Leggendo l’articolo di Giovanna su Morin e il suo libro "7 lezioni sul pensiero globale" ho sviluppato alcune riflessioni che riguardano il mondo globalizzato e le relative interdipendenze. Sicuramente il mondo è diventato più complesso ed è aumentata l’incertezza che pone l’individuo in una condizione di maggiore difficoltà. Ma se l’obiettivo globale è quello di assicurare per l’umanità un futuro migliore, si dovrebbero creare le condizioni per agevolare questo processo, di per sé non facile. In particolare i leader politici a livello mondiale dovrebbero creare le condizioni per sostenere la fraternità e la solidarietà. Creare anche le condizioni affinché strumenti come internet o i media siano strumenti di dialogo e non di separazione. agevolare anche il dialogo tra religioni, fondamentale per sostenere il principio di fraternità e solidarietà, e oltremodo essenziale per annullare le azioni di terrorismo. Anche la cura dell’ambiente dovrebbe essere un must per i leader politici, affinché l’obiettivo di creare un futuro migliore si possa realmente realizzare. Sapranno i nostri politici essere veramente leader per interpretare correttamente questo processo? O ritengono che il processo di globalizzazione sia solo economia e finanza?

  • Commento del: 11 febbraio 2017, da sandro meardi

    Errata corrige: desidero scusarmi con i lettori e con l’autore dell’ultima vignetta a corredo del mio pensiero. Trattasi infatti di Ghisberto e non Ghismondo come erroneamente scritto. Me ne scuso ancora con l’autore ringraziandolo per la sagacia grafica dimostrata anche in questa occasione.

  • Commento del: 10 febbraio 2017, da sandro meardi

    Gentile Sig. Penza
    le Sue riflessioni sulla carta costituzionale, segnatamente su alcuni principi in essa contenuti (il lavoro, il ripudio della guerra e di ogni schiavitù) fatte così amabilmente con amara ironia, tra il serio ed il faceto come ha fatto Lei, sono pienamente condivisibili. Chi oserebbe dire il contrario davanti alla Costituzione più bella del mondo? Persino un comico come Benigni l’ha declamata in un suo noto spettacolo, per decantarne le virtù.

    Ma il punto è proprio questo ritengo. Figli come siamo un po’ tutti di un "virtuoso" bizantinismo nel pensare e nello scrivere, lo erano anche i padri costituenti, che come lei opportunamente ha sottolineato e/o lasciato intendere, erano anche reduci da un conflitto mondiale (malamente perso) e da una guerra civile della quale ne portiamo i segni ancora oggi. Insomma, un periodo storico tra i peggiori, se non il peggiore, che l’Italia ricordi.

    Da qui al mettere nero su bianco in Costituzione quanto di più bello possa essere sperato, dopo aver visto quanto di più brutto c’era stato da vedere solo pochi anni prima, credo il passo sia stato davvero breve e nemmeno tanto difficile da compiere. Una semplice contrapposizione tra il male, tanto, concreto di ieri con l’auspicato teorico bene per il domani.

    Certo, gli auspici sono ben lungi dall’essere stati tutti realizzati e alcuni, paradossalmente, si sono persino rivelati un boomerang a danno della stessa Costituzione, generando inceppamenti nella politica e nella conseguente macchina amministrativa.

    Grazie ancora per le Sue riflessioni e dell’attenzione.

  • Commento del: 4 gennaio 2017, da Michele Penza

    Mi ha telefonato mio fratello per rimproverarmi: che ti ha fatto di male l’On. Rodotà? Assolutamente nulla, gli ho detto. Ho solo tenuto presente la necessità dell’intervento di una autorità del suo calibro per valutare la necessaria ’sinistrosità’ di un simile provvedimento, che è molto dubbia, in quanto la materia si traduce concretamente in un sia pur limitato accumulo di capitale nel tempo, finalizzato alla realizzazione di un successivo profitto, processo economico che compendia nella sua formazione l’essenza stessa del capitalismo. Tutta roba che puzza di destra lontano un chilometro. Aggiungi poi che la Costituzione (Zagrabeski docet) parla chiaro: la repubblica italiana è fondata sul lavoro e non sul risparmio, sui BOT o sui CCT. No, me la vedo difficile, penso che se un operaio oggi aspirasse alla pensione dovrebbe rivolgersi alle Generali!

  • Commento del: 4 gennaio 2017, da GiovannaDA

    Ringrazio Savino De rosa per questo commento così ben articolato che offre un quadro della situazione attuale in un’efficace sintesi.
    Sono grata anche all’editore, Luciano De Vita, che con sollecitudine ha corretto qualche refuso.
    Di nuovo Buon Anno a tutti!

  • Commento del: 3 gennaio 2017, da Savino De Rosa

    Aldilà del fatalismo e della scaramanzia napoletana, il quadro rappresentato nell’articolo è oltremodo preoccupante se non drammatico. E come se stessero convergendo, in un periodo di tempo limitato, eventi drammatici e nefasti uniti a situazioni politiche nazionali e internazionali che li acuiscono. E’ poca cosa contare i numeri dei governi in 70 anni di repubblica, 64 o 80 non importa, sono comunque tanti e la mancanza di stabilità rende le cose ancora più difficili. Ma la cosa più preoccupante è la mancanza di leaders carismatici, sia a livello nazionale che internazionale e così avanzano i populismi che, facendo leva sui malumori e sofferenze delle persone, eccitano gli animi senza proporre soluzioni praticabili. Ma purtroppo si stanno sommando troppi fatti negativi, ben elencati nell’articolo, e la mancanza di leadership tra gli uomini che governano le sorti mondiali è preoccupante e ben rappresentata dall’urlo di Münch.
    L’unica nota positiva che io intravedo è la saggezza del Papa che in ogni occasione richiama i potenti della terra ad una visione più umana del mondo. E che sia di esempio!!

  • Commento del: 3 gennaio 2017, da GiovannaDA

    Desidero precisare che i governi italiani sono in realtà 64 e non 94 come ho scritto nell’articolo. Mi scuso con i lettori per il "refuso" e per qualche altra lieve imperfezione. Non è facile concentrarsi nella scrittura per il trambusto del periodo natalizio! Buon Anno a tutti! Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 12 dicembre 2016, da Silvana Carletti

    Gent.mo Dott. Penza, non occorre sparare; basterebbe evitare di cadere nella rete di chi, solo per il suo impero economico e, ahimè, mediatico, osa paragonarsi a ...Dio!!!!

  • Commento del: 11 dicembre 2016, da Michele Penza

    Mia cara signora Carletti se davvero mi garantisce che con un solo colpo posso rendere felice la mia Direttrice e riscattare il mio paese da tutti i suoi mali non avrò più esitazioni: le prometto che la notte di Natale sparerò a Berlusconi!

  • Commento del: 11 dicembre 2016, da Silvana Carletti

    Gent.mo Dott. Pensa, sono d’accordo con le sue osservazioni.
    Resto comunque convinta che accordarsi con Berlusconi o imitare le sue pessime performances sia deleterio per chiunque.
    Soprattutto perché l’ex cavaliere ama adesso dirigere il teatrino della politica dietro le quinte, dal momento che non può più esporsi in prima persona....ed è pronto a qualsiasi compromesso pur di non rinunciare al potere politico per se stesso e per i suoi interessi personali.
    Circa il contenuto della riforma costituzionale, lo trovavo affrettato, contraddittorio e mirato, soprattutto, a rinforzare il potere di un qualsiasi premier.
    Spero di sbagliarmi, ma il Nazareno non finisce qui...
    Basti pensare alla presenza costante di Verdini e alla sua nefasta ascesa nel parlamento e nei programmi futuri di Renzi.
    Sono convinta, da sempre, di una intesa esistente, ahimè, tra Renzi e Berlusconi e non è certamente questo che vorrebbero migliaia di italiani che credono ancora in un partito che si oppone alla destra (Chiamiamolo così!)

  • Commento del: 9 dicembre 2016, da Michele Penza

    RENZI:UNA GRANDE OCCASIONE BUTTATA.
    Mio cara Direttrice sono parzialmente d’accordo con lei. E’ certamente una grande occasione persa ma è sicura che sia stato solo Renzi a buttarla via? Io non lo credo. Tutta questa vicenda è segnata da contraddizioni clamorose che ciascuno interpreta in modo selettivo evidenziandone solo quelle che gli fanno comodo. Mi spiego. Quante volte ha sentito sostenere che il paese necessita di riforme istituzionali per mettersi al passo con gli altri paesi europei anche più poveri del nostro ma con migliore produttività? Io migliaia. Quante altre volte avrà sentito, e magari anche convenuto, che l’ideale sarebbe di farle con il consnso e la collaborazione di tutti? Io migliaia Oggi leggo che anche lei considera la ricerca di una intesa con quella di Berlusconi che era la principale componente della opposizione la colpa imperdonabile di Renzi. Ma insomma questa benedetta riforma è un peccato mortale che va fatto da solo o con altri?
    Quante volta avrà sentito esprimere da tutte le opposizioni il desiderio, peraltro legittimo, di mandare a casa Renzi? Brunetta lo invocava tuttu i giorni la mattina prima di colazione e la sera fra le preghierine: Bene, ora che Renzi lo ha prima promesso e poi si è puntualmente dimesso non va bene nemmeno questo. Ora è divenuto un irresponsabile che viene meno ai suoi doveri verso il paese. Quali doveri se al contempo si afferma che la gente lo ha cacciato non per esprimere una valutazione sulla proposta di riforma di cui non le importa nulla ma il malcontento e la sofferenza per le condizioni di disagio in cui versa? E se è Renzi il responsabile che deve scontare tutte le sue colpe le vogliamo ancora perpetuare queste condizioni? Liberiamolo finalmente questo popolo!
    Il nuovo governo dovrà solo gestire l’ordinaria amministrazione, lo può fare chiunque, persino Gigino. Non ci saranno problemi a trovare magari sulla rete un’altra Virginia che risolva al meglio ogni nostro problema come del resto abbiamo verificato al comune di Roma.
    Parlando poi delle cose di casa nostra, intendo la sinistra, vogliamo affrontare una buona volta il nodo di cui nessuno parla, vogliamo fare una lastra alla metastasi al cuore che la mina dal tempo di Togliatti? E’ arrivata l’ora di finirla con il mito della egemonia dei comunisti sul suo pensiero e sulla sua cultura. Una volta i riformisti potevano essere fucilati, ora quei bei tempi sono passati ma si fa comunque quel che si può: vanno marcati a uomo. Lo ha osservato lei stessa che la riforma di Renzi somiglia a quella di Berlusconi ma Berlusconi non partecipava alla commissione bilaterale assieme a D’Alema? Le dice nulla il fatto che le stesse cose dette da D’Alema sono proponibili e dette da Renzi siano perversioni mentali? Quando ci leveremo questa stupida catena dal piede? Il novecento è finito ormai da sedici anni.
    Lei mi insegna che il termine compagno definisce colui che condivide il pane con te, ossia la tua vita, le tue lotte, le tue gioie e le tue sofferenze. Chi esulta, brinda e sghignazza alla sconfitta comune dopo aver costantemente, per tre anni, osteggiato qualsiasi iniziativa della comunità alla quale appartiene saltellandone dentro e fuori a seconda delle circostanze non è mio compagno. La pretesa di dirigere un partito politico imponendo la volontà di solo due persone su dieci non mi si venga a raccontare che sia l’essenza della democrazia.

  • Commento del: 8 dicembre 2016, da Savino De Rosa

    Quanti ricordi leggendo l’articolo di Giovanna sul Natale che fu. Suoni, profumi, colori, addobbi, pietanze, allegria, racconti, giochi si vivevano in tutte le famiglie. Anche oggigiorno si cerca di creare la stessa armonia ma è più difficile. le famiglie si sono allargate ma disunite, le distanze aumentate, si guarda più verso l’esterno e all’effimero. Ma nonostante tutto il Natale rimane fantastico, i suoni delle ciaramelle, seppur affievoliti si sentono ancora, anche se più distanti, ci si divide tra pranzi casalinghi e nei locali, ci sono gli arrivi dei parenti da più lontano, le partenze per le località di montagna, ci si muove di più e qualcosa si perde. Sta a noi che abbiamo vissuto il "Natale Diverso" trasmetterlo ai più giovani. Auguri per un FELICE NATALE

  • Commento del: 9 novembre 2016, da GiovannaDA

    Alla luce delle recenti elezioni in USA e delle inevitabili ripercussioni a livello internazionale, in particolare in Italia ora ci sembra urgente modificare la legge elettorale (Italicum), prima di andare a votare per il Referendum. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 4 novembre 2016, da Savino De Rosa

    Sicuramente non è facile valutare i risvolti, positivi e negati della riforma costituzionale oggetto del prossimo referendum, anche perché i nostri politici, invece di informare correttamente gli elettori, hanno trasformato la campagna in uno scontro Renzi sì Renzi no.
    Premetto che non ho una cultura adeguata per una valutazione dei risvolti negativi che può comportare la riforma costituzionale proposta e pertanto faccio delle mie considerazioni.
    A mio parere la riforma non mette a rischio la democrazia perché non vengono toccati i principi fondanti. L’eliminazione del bicameralismo paritario dovrebbe facilitare il percorso legislativo e creare maggiori competenze e quindi decisioni più attenti alle tematiche regionali.
    L’attuale parlamento composto da 630 deputati e 315 senatori (100 se passa la riforma) è il secondo in termini numerici, considerando che gli Stati Uniti d’ America hanno un congresso formato da 435 componenti e un senato con 100 senatori.
    Le questioni sulla nomina dei nuovi senatori, l’immunità sono soltanto pretesti per confondere le idee.
    I consiglieri regionali e i sindaci, che saranno futuri senatori, sono comunque scelti dal popolo nel corso delle specifiche elezioni. Per l’immunità io la toglierei anche ai deputati, ma toglierla non significa combattere la corruzione ma leggi più severe sì.
    Una criticità a mio giudizio c’è sul carico di attività che i nuovi senatori dovrebbero svolgere, incluso le distanze dai luoghi di residenza. Io avrei proposto la riduzione a 100 dei senatori, ma di nuova nomina e non sindaci e consiglieri regionali, tranne se lasciano l’incarico. A verifica del buon funzionamento del nuovo senato, avrei proposto altre modifiche migliorative.
    Altra cosa è l’Italicum che dovrebbe essere rivisto, per evitare derive autoritari, prima della data del referendum, visto che il PD ha istituito una specifica commissione.
    Mi auguro comunque che l’Italia possa con o senza la nuova riforma risolvere i suoi tanti problemi incluso i disastri causati dai terremoti.

  • Commento del: 4 novembre 2016, da Michele Penza

    Caro Luciano la tua visione delle cose è come sempre lucida e razionale mentre la mia passa anche per la pancia che talvolta ci azzecca anche lei. Tutti noi osservando i problemi che ci fronteggiano abbiamo delle riserve e delle preoccupazioni ma è innegabile che molte di queste scaturiscano troppo spesso dalla riflessione che quando si modifica un ordine possa saltare qualcuno dei privilegi più o meno sommersi che zitti zitti ci godiamo pure noi. Non capisco ad. es. lo strazio suscitato dal fatto che i senatori non possano essere votati direttamente dai cittadini mentre nessuno chieda che lo sia il presidente della Repubblica: il mio rammarico non è quello di non poter più votare Razzi o Di Pietro ma di non aver potuto votare Pertini. anche se questo voto non avrebbe avuto alcun valore di scambio e l’altro sì. Certo che entrambe le risposte del SI e del NO prospettano vantaggi e svantaggi ma quanti fautori del NO la riforma non l’hanno neppure letta ma stanno solo facendo la guerra a Matteo? E per fare poi che ? Mettere al suo posto un Gigino? Ma per l’amor di Dio! Per me è SI!

  • Commento del: 3 novembre 2016, da GiovannaDA

    I miei complimenti e ringraziamenti per questa sintesi schematica, semplice e chiara. In effetti nel complesso ho anch’io gli stessi dubbi e perplessità sui punti negativi qui ben illustrati. Tali negatività, unite all’Italicum, mi sembrano davvero molto pericolosi. Per questi motivi voterò No, sperando tuttavia che l’attuale governo non venga messo in difficoltà, per preservare la stabilità politica. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 3 novembre 2016, da Luciano De Vita

    Un dilemma di non facile soluzione.

    Al di là del battibecco continuo maledettamente ripetitivo fra persone a cui la costituzione importa poco, rispetto ai loro interessi politici e di "pecunia". Ho cercato di farmi una idea più precisa. La riforma contiene, a mio avviso, cose certamente positive e valide mentre altre sono estremamente pasticciate.

    Positive:

    Cancellazione dell’inutile CNEL (vedi a che serve: http://www.askanews.it/politica/ecc...). Equivale ad un risparmio di 8.7 milioni l’anno circa.

    Riduzione di circa 215 senatori

    Revisione del titolo V, ossia riduzione di alcune autonomie regionali. Troppe differenze in tanti campi da regione a regione. Una maggiore centralizzazione per me è positiva. Non mi sembra che siamo un popolo degno di troppe autonomie visti gli scandali e le ruberie in quasi tutte le regioni. Per i dettagli dei cambiamenti vedere: http://www.studiocataldi.it/articol...
    Peccato che per le regioni speciali non possono valere certi cambiamenti.

    Negative

    Principalmente una riforma del Senato pasticciata e assolutamente poco chiara nelle funzioni, che mi sembra di aver capito non sono ancora tutte definite.

    Elezione dei nuovi 95 senatori non diretta e poco chiara.
    Immunità parlamentare a questi senatori.

    Anche il superamento del bicameralismo paritario mi sembra molto poco chiaro. Riuscirà a eliminare il ping-pong?

    Conclusioni: Allora il dilemma è:

    NO lasciamo che le cose come stanno in attesa di una nuova proposta più precisa, che vista la storia dell’ultimo ventennio chissà quando potrà concretizzarsi?

    SI accettiamo un cambiamento imperfetto, sperando che le cose poco chiare possano trovare soluzioni?

    In più c’è da considerare quella benedetta riforma elettorale per la camera (Italicum) che è stata approvata e che contiene un premio di maggioranza aberrante e una quantità vergognosa di capilista nominati. Questa sì che è pericolosa e riduce spazi di libertà dei cittadini.

    Con il SI al referendum entra in vigore, Ci sarà una volontà e una maggioranza per modificarla?

    Con il NO deve essere necessariamente cambiata, oppure devono farne una simile per il vecchio senato?

  • Commento del: 2 novembre 2016, da GiovannaDA

    Gentile dott. Penza, la ringrazio per il suo interessante commento. Purtroppo non sono così ottimista come lei: questo Referendum sta spaccando l’Italia in due e… non ci voleva proprio in questo momento! Nel quadro di grave deriva etica della politica, sia a livello nazionale che internazionale (ad esempio elezioni in USA), credo che i partiti italiani stiano “giocando col fuoco”, incuranti delle sorti del nostro Paese. In verità in questo momento storico particolare, il bicameralismo perfetto mi sembra il pericolo minore. Ben altre sono le priorità! C’è stato un errore di partenza di Renzi nel “personalizzare” troppo il Referendum, un invito a nozze per l’Opposizione che ora lo strumentalizza per mandarlo a casa. Cosa rischiano in fondo la destra e i grillini? Nulla. Comunque vada alla fine ne usciranno vincenti: se dovesse vincere il No, tenteranno di mettere in difficoltà il governo generando instabilità politica, se dovesse prevalere il Sì, ne ricaveranno comunque dei vantaggi alla prossime elezioni, soprattutto se non si modifica in tempo la “legge elettorale”. In effetti in caso di una loro vittoria alle prossime elezioni, il Sì consegnerebbe ai grillini (forse onesti, ma inesperti), o alla destra (che in passato ha già prodotto danni), un Paese a ridotta sovranità popolare e un Premier e un governo molto più potenti che in passato. Per questo motivo ritengo che Renzi debba ribadire con forza che resterà al suo posto per il “Bene dell’Italia” fino alle prossime elezioni, anche se prevalesse il No. Sono una convinta democratica, odio estremismi e dittature sia di destra che di sinistra e credo nell’alternanza degli schieramenti politici al potere, ma ora sono davvero turbata da tanta superficialità e confusione! Tutti i partiti, se fossero responsabili e se pensassero più all’Italia che a se stessi, nell’interesse di stabilità e democrazia, dovrebbero solo collaborare su problemi gravissimi e prioritari, come terremoti, migranti, disoccupazione, lotta a corruzione, criminalità organizzata, terrorismo. E se poi il nostro sguardo si estende ad una visione internazionale, la preoccupazione aumenta nel costatare l’avanzata di partiti antidemocratici e razzisti in un mondo globalizzato che sta cancellando valori etici, diritti umani e civili, beni comuni. Ecco i motivi per i quali le modifiche a ben 47 articoli della Costituzione mi sembrano pericolose. Comunque le sono grata di questo prezioso, “libero” confronto di idee, ancora possibile in un paese civile e democratico. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 2 novembre 2016, da Michele Penza

    Complimenti per il bellissimo articolo che apprezzo molto e che in chiusura pone un quesito retorico ma interessante al quale intendo dare la mia risposta:

    Sì possiamo, ma una cosa non esclude necessariamente l’altra. Mentre aspettiamo che il sole dell’avvenire si decida a risplendere non è detto che nel frattempo non si possa accendere qualche lampadina. Anche io ammiro la nostra costituzione: è bellissima, noi siamo bravi a scrivere costituzioni. La sua Napoli ad es. ci ha lasciato in ricordo quella dei giacobini partenopei, quella di Muratori che propone la ricerca della pubblica felicità, di Filangieri che parla di felicità comune, cioè allargata ad un ambito sociale più ampio, di Pagano e Fonseca che creano il concetto nuovo di egualitarietà che non significa dare a tutti bambini la stessa merenda bensì la stessa chance di crescere e di realizzarsi. La mia Roma, e ne siamo fieri, ci ha lasciato lo splendida costituzione della repubblica romana del 1849, quella di Mameli, di Manara, di Garibaldi.

    Peccato che queste siano divenute solo delle bandiere da sventolare e poi custodire nel sacrario. L’unica costituzione che abbia veramente inciso sulla mia esistenza di cittadino è stata il cosiddetto Statuto albertino in base al quale i monarchi di casa Savoia mi concedevano benevolmente qualche diritto in virtù delle loro reali prerogative.. Del fatto che le nostre belle costituzioni siano delle realtà che appartengono più alla letteratura che alla politica ho avuto conferma sere fa quando ho ascoltato De Mita, uno dei protagonisti della scena politica degli ultimi decenni che a una domanda stringente del suo interlocutore che gli chiedeva:’Ma insomma cos’è che non va nella riforma che andiamo a votere?’ ha risposto, pensate un po’, che è antiestetica.

    Ma qui non si tratta di appendere un nuovo quadro alla pinacoteca di Brera o agli Uffizi. Parliamo di ben altra cosa e se ce lo dice anche lui che non ci sono altre obbiezioni più valide da opporre alla riforma ci possiamo credere. Veramente di obbiezioni creative ne ho sentito anche un’altra, quella del pericolodi una deriva autoritaria che nessuno sa da quale elemento si debba evincere ma starebbe nelle cose, una specie di gas venefico che non si vede ma si respira. Questo pericolo in particolare ci viene rappresentato da un personaggio che tempo fa senza nessuna consultazione popolare ha inviato nostri aerei a bombardare Belgrado.

    Se lo immagina Lei di quale magnitudine sarebbe stato il sisma che si sarebbe verificato se questo lo avesse fatto l’attuale governo? Costui ha pure aggiunto che solo i vecchi rimbambiti sono autorizzati a pensare diversamente da lui. Una vera autorità in materia di autoritarismo!

    Faccia un sorriso anche Lei, signora Giovanna! Michele Penza.

  • Commento del: 29 settembre 2016, da ArcangelaMancini

    ottimo articolo
    per scrivere in arabo, ecco una tastiera araba virtuale

  • Commento del: 5 settembre 2016, da Savino De Rosa

    Ampia recensione che connota lo stile dell’autore e mette in risalto la trama del libro e in particolare il tema della nostalgia dell’emigrante e la speranza nel ritorno. Questa speranza che è in un certo senso sconfitta e i sacrifici e le sofferenza di chi emigra sono anche oggi un tema così vivo sia per il passato dei nostri emigranti che per le tragedie di questi tempi, per tutti quelli che cercano di toccare le nostre coste.

  • Io ritengo che è di competenza della Ministra proporre un Fertility Day se l’intenzione è quella di sollecitare uomini e donne ad intraprendere screening e eventuali terapie per combattere le patologie di infertilità che tanto affliggono una parte di popolazione e che sembra crescente.
    Altro aspetto è proporre una campagna per stimolare la crescita delle nascite. In questo caso il tema proposto dalla Ministra, non avendo ella gli strumenti per stimolare la crescita, è solo uno slogan senza costrutto.
    Il governo farebbe bene a preoccuparsi della decrescita delle nascite e non tanto creando strutture a sostegno, così ben elencate nell’articolo, ma creando le condizioni di tranquillità dell’individuo che possa realmente programmare una nascita. Significa principalmente lavoro che nobilita l’individuo e che sia stabile e non mobile. Una volta si parlava di nobilità del lavoro adesso si parla di mobilità del lavoro. Come si può programmare una nascita se il lavoro manca e quando c’è è mobile e allontana i coniugi? Questo per me è il tema che deve affrontare il governo e non la Ministra della salute. perchè questo tema non ha niente a che vedere con la salute.

  • Non tutti possono decidere come organizzare la propria vita e realizzare i propri sogni. E sono soprattutto donne quelle che non possono decidere come e quando avere un figlio. Penso, inoltre, che uno Stato che incomincia ad entrare nella sfera della procreazione per promuovere nascite, come in epoca fascista, o per limitarle, come nell’attuale Cina capital-comunista, non stia perseguendo obiettivi di libertà e democrazia. Perché non favorire invece strategie politiche che offrano ai giovani maggiori opportunità di lavoro? Forse molti potrebbero anche metter su una famiglia e avere dei figli. Ci sarebbero ancora tante riflessioni da fare in merito, ma il discorso diventerebbe troppo lungo. E un altro fatto grave da sottolineare è che alcuni pensano di bilanciare con i nascituri "bianchi" la crescente presenza di bambini di colore nel nostro paese!! Non sanno che molte persone non benedette dalla fertilità, adotterebbero volentieri un migrante minore non accompagnato per dargli il loro amore, invece di farlo finire nelle mani di trafficanti di organi o di pedofili e... purtroppo non riescono ad ottenere facilmente adozioni?!! Altro che Fertility Day! Premetto, inoltre, come testimonianza personale, che la sottoscritta ha due splendidi figli e ne avrebbe generati volentieri altri, se non avesse corso seri rischi per la propria vita solo per metterne al mondo due, ma IO HO POTUTO SCEGLIERE! Quante donne oggi possono farlo? Per quanto riguarda i problemi dei giovani che non riescono a metter su famiglia per mancanza di lavoro, soldi e carenze di strutture pubbliche adeguate per facilitare la maternità, consiglio di leggere “La BANDA DELLA CULLA” da me recensito su Agenzia Radicale: http://www.agenziaradicale.com/inde... . E per meglio contrastare il razzismo serpeggiante, consiglio di leggere il libro “CHI SIAMO? LA STORIA DELLA DIVERSITA? UMANA” in cui “utilizzando tutte le informazioni rese disponibili dalla lettura del patrimonio genetico, affiancate dai dati acquisiti da scienze come l’archeologia, l’antropologia, la storia, la demografia e la statistica, lo scienziato Luca Cavalli-Sforza, coadiuvato dal figlio Francesco, ricostruisce in questo libro le origini della razza umana e le cause della diversità tra le varie popolazioni. Integrando la propria straordinaria esperienza di genetista con i risultati di ricerche paleontologiche e linguistiche, lo studioso, alla luce delle ultime illuminanti scoperte, ridisegna le mappe dei vari gruppi etnici, analizzandone la provenienza e lo sviluppo nell’arco di oltre centomila anni di storia. Risultato di questa notevolissima impresa di divulgazione è un’analisi lucida e puntuale che affronta con serenità paure ancestrali e fa piazza pulita di preconcetti, tabù e strumentalizzazioni che nel corso dei secoli hanno portato all’elaborazione di teorie razzistiche”. Ecco anche un illuminante articolo sul METICCIATO: http://ilmiolibro.kataweb.it/recens... . Giovanna D’Arbitrio

  • Interessante mostra così ben delineata nell’articolo. Aldilà della bellezza dei quadri, con toni a volta forti a volta tenui, mi ha colpito riconoscere alcune caratteristiche del posto che frequento da anni e che porto sempre nel mio cuore.
    Complimenti alla pittrice, ma anche alla sapiente rappresentazione della mostra nell’articolo.

  • Commento del: 13 agosto 2016, da Savino De Rosa

    Momento che definirei storico e che segna una tappa importante del Pavoncella. L’articolo di Giovanna su "Scena Illustrata" lo illustra ampiamente anche con foto significative. Se la prima foto dell’articolo si ingrandisse si vedrebbe meglio il Pulcinella di Capodimonte nelle mani della Richardson. Anche a Oxford c’è un po’ di Napoli oltre a Pulcinella c’è Francesca e l’alfiere Marco. Complimenti!!!

  • Commento del: 1 luglio 2016, da Michele Penza

    Sono sostanzialmente d’accordo sul dato oggettivo che il voto amministrativo per il M5S sia stato determinato da un sentimento di insofferenza e di protesta dovuto alle cattive gestioni precedenti ed è per questo che leggere oggi che il primo provvedimento del sindaco Raggi (peraltro subito sanzionto dallo staff del Movimento) sia stato la delibera con la quale si nomina Raffaele Marra, ex braccio destro di Alemanno e di Panzironi al Comune prima, e di Polverini alla regione poi, mi rende alquanto perplesso. E’ un signore sicuramente perbene che per sua ammissione ha votato a suo tempo Alemanno, poi Marino ed ora Raggi.. Probabilmente voterebbe anche me, se potessi garantirgli un buon reddito.
    Vorrei pure sommessamente osservare che l’onestà (neppure quella che si scrive con la minuscola) non possa essere soltanto un programma elettorale conclamato ma consista in una categoria dello spirito, che personalmente ho raramente riscontrato nell’universo politico.
    Per quanto poi riguarda promesse da mantenere o impegni da rispettare non posso che gioire perché con le mie orecchie ho sentito Di Battista in televisione impegnarsi ad istituire in tempi brevi il reddito di cittadinanza per tutti gli italiani. Aspettiamo fiduciosi!

  • Commento del: 18 giugno 2016, da Mariantonietta Ottino

    Nel libro recensito si pongonomolti problemi e quesiti di non facile soluzione.
    Da un lato è corretto ricordare le nostre (di noi come europei) responsabilità nella cattiva gestione del colonialismo, e nell’ancor più deplorevole schiavismo attuale imposto da gestori senza scrupoli (multinazionali, ma anche nostri latifondisti, ecc), dall’altro lato è lecito chiedersi quanto sia giusto incoraggiare l’esodo di popolazioni povere ed esposte a gravi pericoli per non poter poi offrire loro ospitalità, lavoro dignitoso...
    L’ideale sarebbe aiutarli a risolvere i loro problemi nei propri paesi, ma temo sia un’utopia irrealizzabile, almeno per il momento.
    E quindi? Temo che anche un più amichevole atteggiamento nei confronti dei migranti non favorisca la vera soluzione del problema, ammesso che oggi soluzioni ci siano.

  • Commento del: 6 giugno 2016, da Savino De Rosa

    L’articolo ben rappresenta la prestigiosa manifestazione del "Pavoncella" che esalta, con i suoi personaggi tutti al femminile, le loro doti professionali, istituzionali, culturali e imprenditoriali. Il tutto alla presenza di personaggi di alto profilo dei vari campi nel quale il premio si esprime, di sponsors, che ne sono la linfa vitale e di un pubblico competente e caloroso che ha riempito l’auditorio.
    Complimenti e ad maiora.
    Savino De Rosa

  • Il premio Pavoncella quest’anno travalica i confini nazionali.
    Leggere che donna dell’anno sarà Louise Richardson, prima donna rettore della prestigiosa università di Oxford da enorme lustro a questa manifestazione che richiama tante donne importanti, che si sono distinte in diversi campi. Immagino l’impegno profuso per organizzare una manifestazione di così alto livello e con una partecipazione così ampia.
    Complimenti a tutti.
    Savino De Rosa

  • Commento del: 25 maggio 2016, da Avv. Andrea Agostini

    Gent.ma Sig.ra D’Arbitrio, lungi da me esprimere giudizi valoriali specie su temi che pretendono libertà di coscienza, ma l’incipit del suo commento pure che corrispondente alla prassi non può condividersi. Una legge "imperfetta" che quindi nasce da subito come bisognosa di "modifiche e migliorie" è fonte di problemi e di contenzioso, di ritardi e di incertezze. Pensi che sono state dimenticate le ipotesi penalistiche dell’omicidio del coniuge e del furto tra coniugi che incidono nel matrimonio ma non nelle unioni civili con gli omosessuali quindi ad avere un trattamento penalistico differenziato rispetto agli eterosessuali. Una rivoluzione è comunque stata compiuta. Una volta che si è coppia di fatto registrata e con accordo patrimoniale perché sposarsi civilmente, se non per la pensione di reversibilità e la certezza di potersi un giorno definire eredi ? Il voler fare a tutti i costi non sempre rappresenta un passo avanti. Cordialmente. Avv. Andrea Agostini

  • Commento del: 23 maggio 2016, da GiovannaDA

    Le leggi talvolta sono imperfette e vanno modificate e migliorate. Nel caso specifico senz’altro dovrebbero essere rispettati il principio di equità, la tutela del partner più debole e, in particolare, la tutela dei minori. Non credo che il problema sia riducibile all’estensione del diritto all’infedeltà (già ampiamente diffuso tra gli eterosessuali al di là delle leggi!). Bisogna riconoscere almeno che l’attuale legge sulle “coppie di fatto” abbia rappresentato un passo avanti, passo che altre nazioni civili hanno già fatto. Per quanto riguarda la “step child adoption”, la questione presenta degli aspetti sui quali ponderare. Personalmente credo che i bambini abbiano bisogno solo di tanto amore e rispetto: spesso si solleva un “polverone” quando si tratta di figli di gay, ma non si combatte mai seriamente contro pedofilia, prostituzione minorile, nonché traffico di organi su tanti bambini migranti non accompagnati che scompaiono nel nulla. Devo ammettere, tuttavia, che mi turba la possibilità di poter avere bambini mediante “utero in affitto” di donne molto povere che danno il loro consenso solo per procacciarsi da vivere. Meglio allora facilitare le adozioni di orfani o bambini abbandonati che soffrono le pene dell’inferno in orrendi collegi e istituti di vario genere. Giovanna D’Arbitrio

  • Articolo: VIVA NAPOLI
    Commento del: 5 aprile 2016, da Maria

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  • Articolo: VIVA NAPOLI
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  • Commento del: 29 febbraio 2016, da Luciano De Vita

    Il lettore attento noterà che questa rivista pubblica opinini molto diverse su temi analoghi. Ogni opinione è rispettabile se espressa in maniera consona. Ognuno di noi, leggendo pareri discordi, può meglio chiarire la sua propria idea. Questa è l’idea base della libertà di pensiero e di stampa.

    L’Editore di Scena Illustrata WEB

  • Commento del: 17 febbraio 2016, da Michele Penza

    E’ verissimo, bastano due genitori separati a creare grossi problemi alla psiche dei loro figli e, dirò di più, ci riescono perfettamente anche due coniugi credenti e legalmente uniti se litigano, si insultano, bevono, si picchiano come spesso capita, ma qui parliamo di un’altra cosa. Il compagno di un omosessuale non ha nemmeno il diritto di andare a prendere un bimbo a scuola perchè non g
    lielo possono consegnare e teme anche di portarlo a un pronto soccorso perchè deve rendere minuziosamente conto della sua identità alla P.S. anche se semplicemente lo accompagna non dico in un viaggio ma solo per la strada. L’adozione è un fatto d’amore, va nel senso contrario a tutto ciò che può dare sofferenza a un bambino. E’ la disarmonia che lo sconcerta, non l’affetto. Qui si sta barando e si butta sul tavolo per creare panico il cosiddetto utero in affitto che non c’entra niente perchè nella fattispecie si parla di adozione del figlio di uno dei conviventi da parte dell’altro, bambini che già esistono e non devono essere fabbricati. Senza dire che finora l’utero in affitto, largamente usato da cattolici e no, non ha fatto urlare di dolore nessuno nè ha prodotto strappi di capelli o lacerazioni di tuniche da parte di politici tipo Casini, Formigoni, Fini, Berlusconi e quant’altri.

  • Commento del: 15 febbraio 2016, da Alessandro

    Dichiaro in partenza di essere Cristiano Cattolico per togliere ogni dubbio. Come prima cosa, vorrei dire che oggi, in Italia, come nel mondo, i credenti di tutte le religioni sono una minoranza che non dovrebbe più riuscire ad incidere su decisioni che possono avere una valenza di dottrina di fede. Già in occasione del divorzio si è visto come un referendum, con larga partecipazione e grande lotta tra le parti, aveva visto la vittoria dei laici rispetto alla visione cattolica sul divorzio. I tempi sono passati, i cristiani sono sempre meno e non bastano le dichiarazioni dei vescovi a modificare l’opinione degli Italiani.
    Seconda considerazione: abbiamo appena appreso della dimostrazione delle onde magnetiche come originate dalla collisione di due buchi neri oltre un milione di anni fa. Qualcuno vede in tutto questo non la creazione da parte di Dio ma l’origine del mondo e della vita a seguito di eventi cosmici.
    Due visioni diverse, quindi, una che vede la volontà di un essere superiore come creatore dell’uomo e della donna e l’altra che vede nell’evoluzione di forze, del caso, di meccanismi chimici prima ed organici poi e che, comunque, hanno avuto come effetto, nelle piante, negli insetti, negli animali e ed infine nell’uomo la presenza di due sessi e che dall’unione di due sessi, maschile e femminile dovessero derivare nuove vite: i figli. Questo nell’uomo, ma anche negli animali, determina l’esistenza della famiglia. Capisco che per motivi vari, e non solo per qualche rara anomalia genetica o ormonale della natura, possano esistere legami tra persone dello stesso sesso. Situazioni di vario tipo possono portare persone dello stesso sesso ad amarsi. Il problema che si pongono molti Italiani non è più questo che abbiamo imparato a conoscere e capire. Il problema, sentito, ripeto da molti, di vario orientamento politico ed in numero certamente superiore ai credenti (dati da tutti in netta minoranza), è quali possano essere gli effetti su un bambino dall’avere o due padri o due madri. Ovvero che tipo di influenza può avere su un bambino, nel mondo attuale in cui i bambini hanno, in genere un padre ed una madre, l’avere una famiglia di tipo diverso. Per esperienza bastano già due genitori separati per dare problemi grandi alla stragrande maggioranza dei bambini figli di genitori separati.
    Io penso che il vero problema sia questo. Altrimenti, come si è fatto in occasione del divorzio, si potrebbe votare per una legge che sani situazioni non ulteriormente gestibili. Una legge valida per tutti ma alla quale i cattolici, per propria convinzione, non dovrebbero arrivare, convinti come sono (siamo), dell’indissolubilità del matrimonio. Qui ci si pone il problema del bene dei bambini che dovrebbero essere protetti da tutto e,sembra, che questo problema non se lo pongano solo i credenti.

  • Commento del: 3 febbraio 2016, da GiovannaDA

    Credo che Marco Guzzi auspichi un dialogo costruttivo tra le varie religioni, puntando all’integrazione degli aspetti positivi, contro tutti gli eccessi e i fondamentalismi, nel quadro di un futuro rinnovamento dell’Umanità. Giovanna D’Arbitrio.
    P.S. - Sul suo sito, si possono leggere più dettagliate informazioni in merito, come nel seguente scritto: “In questi ultimi anni si è aperta una nuova stagione storica nel rapporto tra religione e politica. Il forte imprinting messianico dei teo-cons statunitensi ha alimentato anche in Europa la consapevolezza che il livello antropologico radicale delle fedi religiose non può più essere relegato nella sfera del privato e che quindi la stessa laicità dello stato va ripensata in un contesto inedito, quale è quello del multiculturalismo in cui viviamo.
    Al dibattito tra cristiani e laici occidentali sulla rilevanza del radicamento giudaico-cristiano della nostra civiltà è sotteso cioè il più ampio scenario dell’attuale confronto tra le diverse culture del pianeta, che sono sempre più costrette a confronti ravvicinati e non sempre pacifici.
    Ciò che però non mi pare venga sufficientemente sottolineato è che tutti i protagonisti di questo confronto vivono una profonda crisi: tutte le tradizioni religiose del pianeta sono infatti travagliate e consumate e costrette a vertiginose trasformazioni dal rovello secolare della modernizzazione, che non si è affatto fermato, e l’insorgenza di riflussi fondamentalistici è solo il segnale di una reazione isterica di fronte all’angoscia della fine del proprio mondo. Parimenti la stessa cultura laica, sia di stampo scientistico che di ispirazione sociale, attraversa da decenni stadi progressivi di fallimento e autoconfutazione. Che cosa significa infatti oggi essere laico? Non credere in Dio? Credere nell’autosufficienza della ragione umana nell’organizzazione della vita personale e civile? Ma hanno ancora un senso preciso ed evidente simili affermazioni dopo Heidegger o dopo Heisenberg, dopo Freud o anche dopo Rimbaud, dopo cioè la relativizzazione e la storicizzazione di ogni progetto di descrizione o di definizione razionale della realtà?
    Il cristianesimo storico d’altra parte è stata la prima tradizione religiosa ad entrare nel travaglio critico della modernità, già a partire dalla Riforma, per cui quando si parla genericamente di “valori cristiani” bisognerebbe spiegarsi meglio: a quale cristianesimo ci riferiamo? A quello di Pio X o a quello di Bonhoeffer? E se poi ci si riferisce più specificatamente al Cattolicesimo, non si dovrebbe dimenticare che la stessa Chiesa Cattolica sta attraversando la propria passione purificativa almeno a partire dal Concilio Vaticano II: una revisione profonda e una confessione dei propri peccati che è culminata con l’atto profetico della 1a Domenica di Quaresima del 2000 compiuto da Giovanni Paolo II. Ora, allorché una persona o un’istituzione confessa la negatività di una modalità complessiva del proprio essere e del proprio agire lungo tutta la propria storia, essa si apre ad una ridefinizione della propria identità: la purificazione della memoria rimette in gioco cioè e in movimento i lineamenti del nostro stesso essere, se è una cosa seria naturalmente…
    Tutto questo viene tranquillamente dimenticato nella riflessione sul confronto tra le civiltà e tra credenti e laici occidentali, ed in tal modo si rischia di non vedere ciò che in realtà sta avvenendo: la faticosa emersione di una figura inedita di umanità proprio attraverso la consumazione, la crisi, e a volte il tracollo di tutte le figurazioni storico-religiose del pianeta, almeno per come si erano configurate finora.
    Il vero scontro in corso cioè non è affatto tra civiltà tradizionali (Islam e Cristianesimo, Cina confuciana o Giappone zen, etc.) che riemergerebbero dalla crisi dei progetti laici della modernità, ma tra questa figurazione inedita di umanità (figlia legittima, ma anche erede imprevedibile dell’intero travaglio storico cristiano e moderno) e tutti i riflussi fondamentalistici (religiosi o etnici o anche laicistici) e le derive nichilistiche (tecnico-mercantili) che tentano in ogni modo di ostacolarne l’emersione.
    Il problema culturale più urgente consiste perciò nel tentare di comprendere quali siano i lineamenti di questa nuova umanità che sta emergendo sul pianeta terra, e nel favorirne l’emersione. Tutti infatti siamo come sospinti a trans-figurarci in lei a prescindere da qualsiasi adesione a qualsiasi fede. E’ cioè del tutto razionale e laico farlo, in quanto ogni altra direzione si sta mostrando sempre più insostenibile ecologicamente e psicologicamente, ingiusta eticamente, improduttiva economicamente, e grottesca esteticamente. Dobbiamo poi dire che l’attuale emersione planetaria di una umanità sostanzialmente relazionale e trans-formativa, di un unico e più coeso e interdipendente Genere Umano, ci ripone inevitabilmente a confronto con il mistero della nuova umanità, appunto trans-culturale e trans-religiosa, che in base alla fede cristiana è stata inaugurata dal Cristo Gesù, e quindi con l’intera storia della civiltà cristiano-occidentale.
    Se i processi attuali di unificazione/globalizzazione ci stanno spingendo ineluttabilmente verso una figura di umanità sempre meno particolaristica, egoistica, e chiusa in se stessa e nelle proprie presunte verità, questa evidenza storica non richiede solo una nuova inventiva politica, ma anche un inesausto lavoro interiore. In altri termini è ormai necessario inserire il livello della trasformazione personale entro ogni progettazione politica seria di riequilibrio a tutti i livelli nella direzione della giustizia e della pace. La trasformazione personale sta diventando cioè un elemento sostanziale della costruzione di un mondo meno ingiusto e conflittuale, per cui anche qui il livello psicologico-spirituale e quello storico-politico sono chiamati ad integrarsi in modo inedito, in una forma di laicità realmente post-moderna. Questa integrazione mi sembra d’altronde l’unica via per evitare sia le derive spiritualistiche (e in fondo guerrafondaie) dei neofondamentalismi, che bloccano la spiritualità in codificazioni d’altri tempi, generando solo ignoranza se va bene e molta violenza se va male; sia l’impazzimento di una storia (personale e collettiva) lasciata al proliferare di tecnologie prodotte solo dalla logica del mercato”.

  • Commento del: 3 febbraio 2016, da Savino De Rosa

    Ho letto con molto interesse l’articolo e condivido le idee di Marco Guzzi, ma mi mi chiedo quale possa essere il suo pensiero sulle altre religioni,
    in particolare su quella Musulmana.
    Savino

  • Commento del: 9 ottobre 2015, da eugenio42

    L’AUTORE DELL’ARTICOLO DI RECENSIONE HA CENTRATO LA BRAVURA E L’IMPEGNO DI STEFANO BERTANI ED HA SAPUTO SPIEGARE L’OPERA DI DARWIN PER INVOGLIARNE LA LETTURA.

  • Commento del: 5 ottobre 2015, da tonia

    Mi congratulo vivamente con l’autore dell’ articolo di recensione al libro di S.G. Bertani per l’impegno, la bravura e la profondità con cui ha saputo illustrare i contenuti dell ’opera e incoraggiarne la lettura
    Mariantonietta Ottino

  • Commento del: 5 luglio 2015, da GiovannaDA

    Gentile Sig. Penza,
    la ringrazio per la stima evidenziata nei miei riguardi e sono convinta che lei non volesse polemizzare in riferimento al mio articolo, bensì semplicemente esprimere le sue idee in un dialogo democratico.
    La scuola statale è agonizzante e le cure propinate finora non hanno curato malanni divenuti ormai endemici. La "scuola azienda" di L. Berlinguer non ha prodotto buoni risultati... per non parlare delle riforme dei partiti di destra che hanno infierito con vistosi tagli su istruzione e cultura!
    Comunque continuo a sperare, anche se ora sono in attesa di "fatti", non delle solite chiacchiere.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 3 luglio 2015, da Michele Penza

    Gentile sig.ra D’Arbitrio,

    la ringrazio dell’attenzione che mi ha dedicato ma vorrei chiarire subito che non ho scritto questo testo per polemizzare con quello suo precedente sul medesimo argomento. Quanto di negativo ho scritto sulla scuola di oggi non riguarda certamente Lei di cui conosco, tramite i suoi scritti, la preparazione e la serietà.

    Resta il fatto che taluni miei rilievi sulla scuola di oggi che neppure Lei nel suo puntualissimo commento ha ritenuto di smentire, non siano tanto opinioni quanto constatazioni di fatti reali.

    Ritengo che le nostre due posizioni sull’argomento non siano ideologicamente contrapposte: siamo entrambi preoccupati al capezzale di un malato, la scuola, che sembra temere, e quindi voler combattere, più il chirurgo che la malattia. E’ un fenomeno frequente ma pericoloso, che può anche condurre il malato ed esiti infausti.

    Avrà compreso che la mia tesi non è quella che la scuola sia divenuto un luogo di malaffare ma piuttosto che una maggiore apertura alle novità, una più leale collaborazione, un atteggiamento scevro da pregiudizi nei confronti di chi propone un programma di riforme che non è quello che qualcuno vuol far credere, migliorerebbe di molto la situazione.

    Il semplice fatto che la scuola venga proposta quale problema di prioritaria importanza in un programma di governo in un paese che l’ha sempre considerata istrumentum regni non le sembra una piacevole novità?

  • Commento del: 2 luglio 2015, da GiovannaDA

    Premio Pavoncella 2015: l’autrice con il suo libro "Ho fatto un sogno" si è classificata tra le 5 finaliste aspiranti al premio. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 1 luglio 2015, da GiovannaDA

    ITER DELLA SCUOLA STATALE NEGLI ANNI ’60 e ’70 - Nel mio articolo “La Buona Scuola” mi sono soffermata soprattutto sulle riforme scolastiche apportate dalla fine anni ’90 ad oggi. Sarebbe utile riepilogare l’iter della scuola statale tra gli anni ’60-‘70: 1)Nel 1962 la legge N.1859 istituisce la Scuola Media Unica Obbligatoria e gratuita dagli 11 ai 14 anni, abolendo la Scuola Media di Avviamento professionale(durata 3 anni, risalente alla Riforma Gentile del 1923) che non consentiva il prosieguo degli studi. 2)Nel 1964 la legge N. 719 stabilisce fornitura gratuita di libri di testo per elementari. 3)Nel 1968 con la legge N.444 viene istituita La Scuola Materna Statale di durata triennale.

    La Scuola Media Unica evidenziò gravi problemi per notevole aumento degli iscritti. Mentre Don Lorenzo Milani sottolineava l’inutilità di bocciature ripetute più volte per carenti strategie di recupero, emarginazione culturale e sociale, da diverse parti della società arrivava la denuncia di incapacità ad offrire istruzione, formazione, educazione per problemi legati a classi sovraffollate, doppi e tripli turni giornalieri per mancanza di edifici scolastici, programmi vecchi e inadeguati a un numero crescente di alunni con accentuato divario culturale nelle platee scolastiche per la presenza di diverse classi sociali. Il tentativo di recuperare un corretto rapporto tra scuola e società si concretizzò alla fine con la legge 30 luglio 1973 n. 477, la cosiddetta "Legge delega".

    Il quadro complessivo del rinnovamento passò attraverso 5 D.P.R. ("Decreti Delegati"), ciascuno destinato a stabilire le nuove norme su un diverso settore: 1) decreto del presidente della Repubblica 31 maggio 1974 n. 416 su "istituzione e riordinamento di organi collegiali della scuola materna, elementare, secondaria e artistica"; 2)decreto del presidente della Repubblica 31 maggio 1974 n. 417 su "norme sullo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato"; 3) decreto del presidente della Repubblica 31 maggio 1974 n. 418 su "corresponsione di un compenso per lavoro straordinario al personale ispettivo e direttivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica"; 4)decreto del presidente della Repubblica 31 maggio 1974 n. 419 su "sperimentazione e ricerca educativa, aggiornamento culturale e professionale e istituzione dei relativi istituti"; 5)decreto del presidente della Repubblica 31 maggio 1974 n. 420 su "norme sullo stato giuridico del personale non insegnante statale della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato".

    Il DPR 416 istituiva una serie di organi collegiali, attraverso tre tipi di organismi: 1) quelli di base, dai consigli di classe e di interclasse al collegio docenti, al comitato per la valutazione del servizio degli insegnanti, ai consigli di disciplina degli studenti medi; 2)quelli a livello di singola scuola, come consiglio di circolo per le elementari e consiglio di istituto per le secondarie;3)quelli territoriali, come consiglio scolastico distrettuale, consiglio scolastico provinciale, consiglio nazionale della pubblica istruzione. Gli organi collegiali erano, ad eccezione del collegio dei docenti e dei consigli di classe, almeno in parte elettivi, con la presenza di rappresentanti di genitori nei consigli di classe e di interclasse, nei consigli di circolo e di istituto, nei consigli scolastici distrettuali e provinciali, rappresentanti del mondo del lavoro, dell’associazionismo culturale e degli enti locali. Per la prima volta, negli istituti superiori compaiono anche gli studenti.

    Il DPR 417 affermava che ai docenti era garantita la libertà d’insegnamento, intesa come dialogo e confronto aperto tra posizioni culturali per promuovere la piena formazione della personalità degli alunni, nel rispetto della coscienza morale e civile degli alunni stessi. L’ultimo capoverso rispecchia soprattutto le preoccupazioni dei genitori di area cattolica. La novità fondamentale del DPR 41 consisteva nel nuovo profilo del docente che oltre al dialogo educativo con l’alunno, doveva svolgere il suo ruolo anche in un contesto sociale: partecipazione agli incontri con i genitori, riunioni degli organi collegiali, collaborazione a iniziative educative della scuola che implicavano un continuo aggiornamento culturale e professionale.

    Il DPR 419 poneva le basi di un rinnovamento didattico e strutturale della scuola ancora in gran parte legata alla riforma Gentile (1923), soprattutto per quanto riguarda gli istituti superiori. I suoi obbiettivi erano nuovi criteri per sperimentazione e aggiornamento culturale e professionale. Si prevedevano due livelli di sperimentazione: 1) l’art.2 regolava la sperimentazione didattica, che poteva essere autorizzata dal collegio dei docenti; 2)l’art. 3 riguardava gli aspetti della sperimentazione a livello di ordinamenti e strutture. Essa poteva essere attuata da programmi nazionali, ma anche nascere "dal basso", dalle proposte dei collegi dei docenti o da altri organi collegiail ed essere approvate poi dal Ministero della Pubblica Istruzione. Dal DPR 419 scaturirono leggi successive come la 517/77 che regolava l’inserimento degli alunni portatori di handicap e nel 1979 i nuovi programmi della scuola media con forte accento sul carattere formativo e orientativo. L’altro aspetto normativo nel DPR 419 è l’aggiornamento culturale e professionale. Fondamentale è l’affermazione dell’aggiornamento come diritto-dovere (art. 7), inteso non solo come risposta a iniziative promosse dall’alto, ma anche come autoaggiornamento. Per supportare la scuola nel rinnovamento si istituirono pertanto gli Istituti Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi (gli IRRSAE, oggi IRRE). I loro compiti erano di promuovere la sperimentazione e l’aggiornamento, di condurre ricerche in campo educativo, di raccogliere, elaborare e diffondere la documentazione pedagogico-didattica e di offrire consulenza tecnica.

    Al di là delle valutazioni negative che furono date sui limiti presenti nel Decreti Delegati da parte di chi voleva mettere in evidenza l’esiguità dei risultati rispetto alle aspettative di un vasto movimento che puntava al rinnovamento della società, si può senz’altro riconoscere che essi coinvolsero e misero in movimento forze consistenti intorno al tema di una nuova scuola, con iniziative degli organi collegiali che produssero anche risultati insperati (ad esempio alle battaglie culturali sui libri di testo e sulle biblioteche di classe). Con il continuo mutare del quadro socio-politico generale, si indebolì l’entusiasmo che inizialmente aveva fatto superare tante difficoltà e anche gli organi collegiali assunsero sempre più un carattere burocratico. I Decreti Delegati subirono nel corso degli anni alcune modifiche legislative e con il Decreto Legislativo n. 297 del 16.04.1994 furono assorbiti nel nuovo Testo Unico della legislazione scolastica.

    Queste in breve le riforme dei "famigerati" anni ’60 e ’70: non furono certo cattive riforme, almeno nelle intenzioni, ma poi cosa ne abbiamo fatto negli anni successivi? Sono state costruite forse scuole moderne e sicure? La selezione degli insegnanti da inserire nelle graduatorie è stata fatta sempre scrupolosamente in base a titoli e punteggi acquisiti con impegno e serietà? Sono stati forse allontanati dalla scuola tutti gli assenteisti cronici, gli incompetenti, i furbi (non solo insegnanti, ma anche presidi e personale ATA), i demotivati sbarcati nella scuola per “ripiego” in mancanza di lavori più soddisfacenti, gli avvocati, gli architetti e gli ingegneri con studi privati e lauti guadagni, pronti a rubare il posto ad altri e una pensione sicura (magari una baby – pensione) con profusione di scarso impegno? Altro che parlar di merito: si è fatta di “ogni erba un fascio”, svalutando il duro lavoro di docenti sensibili e seri e infangando l’immagine stessa del “bravo insegnante”, favorendo un sistema clientelare e lassista che ha contribuito allo sfascio della scuola statale. E che dire dell’instabilità politica italiana con il suo susseguirsi di governi pronti a fare riforme senza mai intervenire sui problemi diventati ormai endemici. E ora c’è poco da stare allegri, basta dare uno sguardo ai dati ISTAT e OCSE: analfabetismo ancora non debellato, dispersione scolastica in aumento, decrescente numero diplomati e laureati, insegnanti con gli stipendi più bassi d’Europa, scuole che crollano addosso agli alunni, cervelli in fuga dall’Italia.

    Per quanto riguarda la sottoscritta, insegnante d’inglese nella Scuola Media Statale dal 1964 al 2008, dopo ben 43 anni spesi a combattere per i giovani, preferendo rimanere nella scuola dell’obbligo (pur essendo abilitata all’insegnamento in tutti gli istituti di qualsiasi ordine e grado, con frequenza di numerosi corsi di aggiornamento, master pagato a sue spese in “orientamento scolastico”), ella pensa che i gravi problemi della Scuola Statale li possano comprendere solo coloro che li hanno sperimentati sulla propria pelle. Spesso la cattiva informazione fa molti danni e allontana tante persone “per bene” da una corretta comprensione di ciò che accade. Ella, inoltre, non si ritiene un’ex sessantottina, ma solo una convinta democratica che ha sempre lottato per libertà, cultura e diritto allo studio. Ormai del ’68 nessuno si ricorda più nella scuola se non i libri di storia. Non sono contraria alle scuole private e rispetto la libertà dei genitori che vogliono iscrivervi i figli (io stessa le ho frequentate per alcuni anni per volere di mio padre), ma non capisco perché ad esse in momenti di crisi si debbano fare elargizioni, mentre si operano tagli sulla scuola statale. Del ’68 non ho amato gli estremismi dai quali mi sono tenuta sempre lontana, ma ho comunque ammirato gli alti ideali che guidarono personaggi come Nelson Mandela, M.L. King, Papa Giovanni XXIII, J. Kennedy e tanti altri (in quei tempi presenti anche in Italia), disposti a morire per le proprie idee. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 26 giugno 2015, da Silvana Carletti

    Carlo era una persona di una intelligenza e cultura straordinarie.
    Ha contribuito al successo della nostra Rivista, collaborandovi da molti anni con grande passione e con una preparazione storica e politica davvero non comune.
    Ci mancherà tantissimo come amico e come giornalista.
    SILVANA CARLETTI

  • Commento del: 22 giugno 2015, da GiovannaDA

    Una grave perdita per il mondo della Cultura in generale e in particolare per Scena Illustrata che sentirà molto la sua mancanza.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 21 maggio 2015, da sweathoodie

    En effet, ces endroits sont magnifiques, merci au blog de l’avoir partagé.

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  • Non sono nato a Cluj ma ci abito da 5 anni. E se ho deciso di trasferirmi qui dall’Italia e’ perche’ ho ritrovato una qualita’ della vita che troppo spesso in molte citta’ italiane si e’ ormai persa.

    L’articolo e’ ben scritto e del tutto veritiero. Aggiungo solo che Cluj e’ anche molto interessante per chi voglia investire o semplicemente lavorare in molti settori.

    Arrivederci a Cluj. Pa!

    Riccardo

  • Commento del: 30 aprile 2015, da Andrea Comincini

    "Si sentono IN diritto" - SCUSATE IL REFUSO ALL’INIZIO
    !

  • Cara Maria Letizia,

    avverto, attraverso la recensione di Scena illustrata, la portata del tuo ultimo lavoro.
    Ho avuto occasione di presentare su Il Giornale dell’Arte (gennaio 2013) un precedente libro di Maria Letizia Paoletti (Annibale Carracci, Il modello per l’Elemosina di S. Rocco, Roma, 2012) tra le eccellenze della saggistica italiana, per la rubrica Il meglio e il peggio del 2012. E’ pertanto con piena coscienza che posso ora, prima di leggere direttamente l’opera, confermare la stima per l’intrepida ricercatrice e godere l’emozione della grande scoperta: il tesoro italiano di Bacon. Non una raccolta di disegni preparatori, bensì prodotti primari del genio, che non poteva, viaggiando nella nostra penisola, né trasferire il caos creativo del suo studio, nè disporre facilmente dei materiali per le tecniche predilette. Fogli dunque trattati, quasi tormentati in funzione di un’arcana tridimensionalità, l’intero capitolo del tutto originale di una produzione che molti consideravano conclusa col patrimonio pittorico di Londra e Dublino. A sostenere il colpo d’ala di una critica tutta sopra il rigo, interviene la fede, quasi la passione dell’autrice per i ritrovati scientifici applicati al riconoscimento dell’autenticità delle opere d’arte. Una lezione di metodo che da noi va divulgata, per derimere fin quanto possibile annose contese, e che la storica dell’arte promuove attualmente con successo anche nel campo archeologico, quale Presidente di una commisione ministeriale impegnata nel giudizio su un’assortita collezione.

    Paolo Moreno

  • Articolo: vpn free
    Commento del: 5 febbraio 2015, da vpnmag

    Una bella città! Quali sono le prime cose da visitare in questa città? Niente che vedendo le immagini qui pubblicate, abbiamo immediatamente vogliamo conoscere questo luogo, come sono le persone, il cibo, ecc.
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  • Articolo: vpn free
    Commento del: 5 febbraio 2015, da vpnmag

    Grazie per la condivisione di tutte queste informazioni. Anche questa città ha davvero sono interessanti da visitare. E grazie a questo sito, si possono già sapere i siti da esplorare, i luoghi importanti da visitare come si passa un soggiorno lì giù.

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  • Commento del: 26 gennaio 2015, da reflexsol

    Grazie per questa pubblicazione. Questa città è davvero sorprendente e indimenticabile, ca non negarlo. Solo nel vedere queste immagini, vogliamo andare là.

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  • Commento del: 8 dicembre 2014, da Serena

    Non ci credo ... Finalmente sei proprio tu ? Sono Serena Dell’Omo la ragazza che si è trasferita a Bolzano mi piacerebbe ritrovarti se vuoi puoi scrivermi ne sarei orgogliosa ☺️

  • Commento del: 4 novembre 2014, da Marco

    Grazie per l’articolo e la traduzione! Viva la liberta’!

  • Commento del: 3 novembre 2014, da GiovannaDA

    Alcuni lettori hanno chiesto la traduzione della poesia "To a skylarK". Eccola:
    A un’allodola
    Salute a te, o spirito di gioia!
    Tu che non fosti mai uccello, e dall’alto
    del Cielo, o vicino, rovesci
    la piena del tuo cuore in generose
    melodie di un’arte non premeditata.
    Sempre più in alto, più in alto, ti vedo
    guizzare dalla terra, una nube di fuoco,
    e percorri con l’ali l’infinito azzurro,
    ti levi nell’aria cantando,
    e librandoti alta ancora canti.
    Nei bagliori dorati del sole
    che sta per tramontare, là dove
    s’accendono in alto le nubi
    tu corri e veleggi, una gioia incorporea
    che ha appena dato inizio alla sua corsa.
    La pallida sera di porpora
    attorno al tuo volo si scioglie;
    come una stella del Cielo nel colmo
    della luce del giorno tu resti
    completamente invisibile, eppure
    odo la tua felicità squillante, acuta
    come le frecce di quella sfera argentea
    la cui lampada intensa si sfoca
    nel bianco chiarore dell’alba,
    così che noi faticosamente
    la riusciamo a vedere, pur sapendo
    dove si trova. Della tua voce risuonano
    l’aria e la terra, come quando è limpida
    la notte e da una nube solitaria
    la luna piove i suoi raggi e n’è sommerso il cielo.
    Noi non sappiamo cosa sei, né a cosa
    più rassomigli. Dalle nubi accese
    dal colorato arcobaleno non si versa goccia
    che tanto splenda a vedersi come dalla
    tua presenza un rovescio di pioggia melodiosa.
    Sei come un poeta nascosto
    entro la luce del pensiero, un poeta che canta
    liberamente i suoi inni, finché il mondo
    entra in perfetto accordo
    con le speranze e i timori che prima ignorava;
    sei come una fanciulla di nobile nascita
    che acquieta nella torre di un palazzo
    la sua anima oppressa dall’amore,
    in un’ora segreta, con una musica dolce
    come l’amore stesso, e ne inonda la camera;
    sei come una lucciola d’oro
    in una piccola valle coperta di rugiada,
    che diffonde nascosta agli sguardi
    la sua aerea luminescenza
    in mezzo ai fiori e all’erba che la celano;
    sei come una rosa protetta
    dalle sue foglie verdi, violata
    dai venti caldi, finché il suo profumo
    illanguidisce con troppa dolcezza
    quei ladri dall’ala pesante;
    il suono dei rovesci della pioggia
    primaverile sull’erba scintillante,
    i fiori risvegliati dagli scrosci, e ogni cosa
    che sia stata felice e chiara e fresca
    la tua musica sempre la supera.
    Insegnaci, Spirito o Uccello,
    quali dolci pensieri sono i tuoi:
    io non ho mai udito una lode d’amore o di vino
    da cui fluisse così palpitante
    un simile celeste rapimento.
    Cori d’Imene o canti di trionfo
    paragonati al tuo non sarebbero altro
    che una misera vuota vanteria,
    cose in cui noi sentiamo si nasconde
    sicuramente un difetto.
    Quali ragioni sono la sorgente
    di questa tua felice melodia?
    Che prati, onde o montagne? Quali aspetti
    della pianura o del cielo? Che amore
    della tua stessa specie? Che ignoranza
    perfino del dolore? con la tua
    chiara ed acuta gioia non potrà mai esistere
    il languore, né un’ombra di noia
    mai t’è venuta accanto; tu ami, eppure mai
    hai conosciuto la triste sazietà d’amore.
    Che tu sia desta o in sonno, della morte
    devi considerare cose più vere e profonde
    di quanto in sogno gli uomini, altrimenti
    come potrebbero mai le tue note
    fluire in simili rivi cristallini?
    Noi guardiamo in avanti, guardiamo
    dietro di noi, e siamo tormentati
    da tutto ciò che non è: le nostre risa,
    anche le più sincere, nascondono la pena,
    e le nostre canzoni più dolci sono quelle
    che raccontano sempre il pensiero più triste.
    Anche se noi potessimo schernire
    odio paura e orgoglio, anche fossimo nati
    per non versare lacrime, non so
    come potremmo giungere alla tua stessa gioia.
    Più di qualsiasi misura di suoni deliziosi
    sarebbe adatta al poeta la tua maestria,
    più di qualsiasi tesoro nascosto nei libri,
    o tu che hai in dispregio la terra!
    E dunque insegnami almeno la metà
    di tutta quella gioia che conosci:
    dalle mie labbra allora fluirebbe
    una follia armoniosa, e finalmente il mondo
    ascolterebbe, proprio come me
    che sono qui in ascolto della tua.

  • Commento del: 18 agosto 2014, da annamaria pasuinangeli

    grazie per l’articolo sulle Marche. è veramente una regione ricchissima non
    conosciuta alle masse, forse in parte è una fortuna? un saluto affettuoso
    annamaria

  • Articolo: robe chemisier
    Commento del: 23 giugno 2014, da Xavier

    Merci pour ce partage. Par ailleurs, si ovus souhgaitez devenir uen top femme, n’hésitez pas à faire vos achats de prêt à porter sur vertigo-paris.com, il y a des robe chemisier, des chemise soie ainsi que d’autres articles intéressants.

  • pietro, grazie per questo bell’ articolo sulla mia città. Sono fiera di essere nata in Cluj-Napoca. Spero che questo articolo contribuisca a far arrivare tanti italiani( "fratelli nostri " come li chiamano i rumeni) e cosi si possono convincere che siamo brave persone, ospitali e che abbiamo tante cose da far vedere!

  • Commento del: 7 maggio 2014, da Piero

    Leggo volentieri i vostri articoli.
    In particolare, quelli della vostra giornalista Nica Fiori sono molto interessanti, approfonditi e riescono ad attrarre l’attenzione dall’inizio alla fine.
    Complimenti. Penso che anche la retribuzione sarà adeguata.

    Io ho un piccolo blog (pieroeffenews) con il 25/30% di accessi rispetto a voi e non posso pagare nessuno perchè non ho introiti di alcun genere.
    Potete dirmi come realizzate il carosello di foto? Mi piace molto.
    Grazie,
    Piero

  • Commento del: 26 aprile 2014, da GiovannaDA

    La mia cara amica Lucia mi ha chiesto di inserire il suo commento all’articolo. Eccolo: "Cara Giovanna, ho letto il tuo bellissimo articolo, "INSEGNARE CON PASSIONE", che ha risvegliato anche in me tanti ricordi, accompagnati dalle difficoltà di cui parli. E’ stato un periodo, soprattutto negli anni ’60, di grandi difficoltà perché insegnavo a Molella che, come tu sai, è una piccola frazione dove allora mancava di tutto. E’ stata proprio la passione, avendo avuto in quegli anni due portatori di handicap, ad iniziarmi allo studio della fisiopatologia e così ho preso il diploma di specializzazione. In seguito, a causa delle mie corde vocali che ogni tanto mi rendevano rauca, negli ultimi sedici anni lavorativi, dopo la visita al Celio e il riconoscimento della malattia per cause di servizio, mi fu proposto di passare in biblioteca, ma risposi che preferivo restare nella Scuola e che pertanto, essendo munita del titolo specifico, sceglievo l’insegnamento ad personam con i disabili, servendomi sia della collaborazione delle colleghe che dell’aiuto di microgruppi formati da allievi. Non avrei mai rinunciato alla gioia di stare con i ragazzi! Ti abbraccio e ti rinnovo i miei complimenti per quello che hai scritto! Lucia

  • Commento del: 24 aprile 2014, da matt

    Quante interessanti e inedite notizie su uno dei più significativi personaggi dello spettacolo e della cultura del ’900. Se ne conoscono solo i tratti più superficiali ma è una figura complessa che interpreta la crsi della contemporaneità su molti versanti
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  • Commento del: 8 aprile 2014, da marianedupont

    You already use the fax par internet? This is a very widespread in business communication tool. With the latter you can send and receive your faxes wherever you wish. However, he must subscribe on the site to take advantage of their services but everything was cheaper.

  • Commento del: 4 aprile 2014, da GiovannaDA

    La mia cara amica Vittoria Colonnese Benni mi ha inviato il seguente commento, pregandomi di inviarlo a Scena Illustrata: “Gianna cara, davvero affascinante questo tuo articolo di letteratura francese comparata, e tu non smetti mai di sorprendermi con il tuo straordinario flair di passare da un tema all’altro con la più grande naturalezza e abilità. Mi hai riportato agli anni universitari e al mio particolare interesse per Papà Goriot e non solo, ma anche alle centinaia di "albatros" che inseguivano la nostra nave Vulcania, soprattutto dopo il passaggio nello Stretto di Gibilterra nel 1957.Passa pure questo mio commento a Scena Illustrata che tu mi hai fatto scoprire e a cui aggiungi la tua preziosa collaborazione. Un abbraccio. Vittoria

  • Commento del: 3 marzo 2014, da Donatella

    Quante interessanti e inedite notizie su uno dei più significativi personaggi dello spettacolo e della cultura del ’900. Se ne conoscono solo i tratti più superficiali ma è una figura complessa che interpreta la crsi della contemporaneità su molti versanti

  • Salve professore,
    sono Teresa Pigliacelli e lavoro presso il Comune di Caivano, sito in provincia di Napoli.
    Saremmo interessati ad averla come ospite presso la nostra biblioteca per la presentazione del libro "Le Repubbliche Partigiane", da svolgere verso le fine di aprile, in concomitanza con i festeggiamenti del venticinque aprile.
    Se lei è interessato mi contatti al numero o all’indirizzo email che le lascerò di seguito e le spiegherò tutti i dettagli.
    Grazie per l’attenzione e saluti.

    Teresa P.
    340 36 52 027
    teresapi88@gmail.com

  • Commento del: 3 febbraio 2014, da Michele Penza

    Divisi già lo siamo purtroppo!
    E’ inevitabile il dover prendere atto di quanto sia diffuso nel partito democratico, al quale non appartengo ma per il quale voto, un curioso atteggiamento di molti degli aderenti nei confronti del suo segretario, di cui leggo che anche l’editoriale del Direttore riconosce (a malincuore, si percepisce bene) l’impeto innovativo, l’entusiasmo, “che però è eccessivo e potrebbe andare incontro a soluzioni non ponderate, a
    insidie, ecc. ecc.”

    Tutto sommato osservazioni piuttosto benevole e moderate rispetto a quanto ho ascoltato in giro nelle scorse settimane e soprattutto in occasione dell’incontro di Renzi con Berlusconi nella sede del Nazzareno.

    Aggiungo che trovo addirittura generoso da parte di chi scrive il riconoscimento che il segretario del suo partito “è certamente in buona fede” (se ne deduce che potrebbe anche non esserlo) e tuttavia “ dovrebbe fare molta attenzione a tranelli nascosti e insidie inaspettate”. Questa preoccupazione è sacrosanta e nutro anch’ io qualche dubbio che il gruppo dei soliti ignoti che in passato ha pugnalato Prodi, Veltroni e Bersani non colpisca anche Renzi alle spalle in parlamento, vanificando quanto deciso dalla segreteria e dalla direzione del Partito. E’ quella la parte più infida e irresponsabile che ha reso il PD poco credibile e incapace di imporre una sua linea a chicchessia. Son quelle le insidie più pericolose, quelle che vengono dal lato B.

    Confesso che sono rimasto sconcertato quando ho sentito un dirigente tra i più attivi affermare di provare vergogna per l’incontro avvenuto nella sede del partito. E perché mai? Perché Berlusconi è un poco di buono, un pregiudicato.

    Verissimo, e allora? Avrà mai sentito parlare Fassina di un certo Cristo, anche lui molto criticato perché lo si vedeva sempre in giro a mescolarsi con gentaglia e prostitute? Perfino con tale Matteo, un tipaccio, giocatore inveterato che trafficava alla Equitalia dell’epoca. (Ma che linguacce questi farisei, non cambiano mai!

    Non faccio paragoni, voglio solo dire che si possono avere buone ragioni per avere certi contatti. Ve lo immaginate papa Leone Magno che dice “No, ragazzi. Io con Attila non ci parlo perché è un cattivone che ne ha fatto di tutti i colori”?

    E non vi sembra contraddittorio che in una fase politica nella quale tutti hanno convenuto che si rendono necessarie “larghe intese” si gridi allo scandalo se si incontrino per discutere una linea comune almeno nel metodo i leader politici delle due principali parti avverse? E non vi sembra comico che la volta in cui i due si vedono ad Arcore si dica che ci si è genuflessi e umiliati al califfo mentre la volta che si vedono al Nazzareno si gridi al sacrilegio e alla profanazione del tempio?

    Non ce l’ho con il mio caro Direttore, ma credete mi dispiace leggere che “se fosse l’ultima spiaggia varrebbe la pena di riunire le forze della sinistra superando diversità e differenza di vedute”. Soltanto in quel caso?
    No, non è una opzione ma un dovere e una necessità, per tutte le forze della sinistra, sostenere oggi segretario e direzione del PD senza porre condizione alcuna. Non saremo all’ultima piaggia ma non è che ci manchi tanto. Il direttore di una catena di supermercati mi ha detto che i furti di alimentari sono saliti del 30%. Vi dice nulla?

    Significa che a rubare sono le donne di casa, i vecchi con la cravatta e il cagnolino, la buona gente che tutti noi poco o nulla abbiamo fatto per evitare fosse ridotta a questo punto.
    Un’altra cosa vorrei dire a proposito di mascalzoni che ci fanno un po’ schifo e coi quali ci costa tanto dover trattare. La vogliamo dare una occhiatina più attenta a quanto è accaduto e ancora accade nei comuni, nelle provincie e nelle regioni in materia di immondezze? Ce ne verrà di ritorno tanta salute, in ogni senso.
    Ecco dove siamo divisi, ahimè. C’è che ritiene sia ora di alzarsi dalla panchina e darsi da fare e chi ritiene, legittimamente, di porre tali argomenti alla discussione in un bel seminario alla scuola di Ariccia o meglio ancora alla fondazione D’Alema. E studiare le soluzioni, studiare, studiare… -
    Michele Penza

  • Commento del: 29 gennaio 2014, da morigiuseppe

    Chiaro,lineare,interessante!

  • Commento del: 2 dicembre 2013, da GiovannaDA

    Le parole di N. Ukmet mi son sembrate davvero appropriate al tema dell’articolo: ” Non lasciare che il tuo passato decida per te, ma fa che diventi una parte di ciò che sarai. La tua storia non sia la tua prigione ma una pietra su cui costruire il tuo futuro”. Il mio primo figlio, Alessandro, è morto dopo il parto mentre avevo perso i sensi: avrei tanto voluto conoscerne il volto. Per anni ho cercato di immaginare come fosse. Ora sono diventata nonna e il mio nipotino, Alessandro, con il suo sorriso ha cancellato l’antica pena. La vita continua. E’ Bene tutto ciò che si fa con amore. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 2 dicembre 2013, da Giovanna D’Arbitrio

    Sono molto grata ad Arturo per la sua amicizia, bontà, gentilezza. Gli sono grata anche per avermi sollecitata a scrivere per Scena Illustrata, insegnandomi ad amarla. Oggi per ricordarlo desidero citare solo ciò che egli scrisse in una mail dopo il matrimonio di mia figlia (al quale aveva partecipato con gioia), non sapendo che il giorno seguente ci avrebbe lasciati per sempre: “Giovanna, hai visto? Tutto è andato per il meglio, oltre le aspettative. Quella chiesetta sospesa fra cielo e mare mi ha riportato al Monte delle Beatitudini, con una piccola struttura e il paesaggio: un cielo terso che si unisce al lago di Tiberiade. Una funzione pregna di misticismo con la partecipazione sentita ed affettuosa di tanti amici. Gli sposi, poi, avevano una unità di sentimenti…….Auguri, auguri. Arturo”. E così la sottoscritta scrisse poi su Scena Illustrata: “La sua presenza al matrimonio di mia figlia è stato per me il suo ultimo, prezioso dono. Fu lui a chiedermi di scrivere qualcosa di diverso, di gioioso su queste nozze, invece dei miei tristi articoli su argomenti di attualità. Ho mantenuto la promessa e ringrazio Arturo, amico affettuoso e sincero, che un giorno certamente ritroverò quando Dio vorrà”. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 25 novembre 2013, da Luciano De Vita

    Interessante collegamento tra la mostra di Roma e l’emissione di francobolli del Regno Unito per il Natale che riproducono madonne di questo autore credo poco noto al grande pubblico.

  • é ora che cominci ad essere introdotto il culto della sacralità ed inviolabilità della donna.Nel pieno rispetto di ciò noi maschietti non dovremmo essere più considerati loro amanti o compagni,non siamo in condizioni di parità.L’uomo è inferiore e non degno del loro amore.Dovrebbero essere perciò imposte l’adorazione e la sottomissione come eticamente corrette. Dovremmo essere subordinati a loro e amministrati da loro.Ed è ingiusto ed oltraggioso che l’ordinamento vigente mantenga pari diritti e doveri per entrambi i sessi.
    L’uomo dovrebbe essere messo per legge in condizioni di servitù nei confronti della donna.L’ordinamento dovrebbe privare il genere maschile di tutti i diritti,compresa la libertà fisica e personale e affidarne l’esercitazione discrezionale con piena capacità giuridica alla donna,istituire la sacralità assoluta,eticamente corretta,del genere femminile,onorandola e rispettandola legalizzando la schiavitù assoluta,eticamente corretta del genere maschile.

  • Una opportunità per gli artisti poco noti di farsi conoscere.

  • Very beautiful and inspiring. I had forgotten how capturing Wordsworth’s poetry is. As a Canadian living in Toronto, the Lake District of Canada, I am reminded of the marvelous beauty which surrounds us everywhere. I am also grateful to my wonderful friend, Giovanna D’Arbitrio, for taking me back through the meadows and waters of this unique awesome planet. I can also reach again, for a few indescribable moments, to that divine spark, and feel the wonder of it all. Thank you. Vittoria Colonnese Benni (Toronto University)

  • Commento del: 9 febbraio 2013, da Pietro N Dellova

    Grazie per questo articolo veramente buono!
    Todà!
    Pietro N Dellova

  • Commento del: 5 febbraio 2013

    Gentile sig.ra Carletti,

    La ringrazio del suo commento. Certo, le possibilità mediatiche a disposizione del signor B. sono spaventose, e si vede in questi giorni come riesce per l’ennesima volta a lavare i cervelli della gente con la memoria corta; ma anche un Mussolini, ai tempi suoi, era ben cosciente del potere dei mezzi di informazione dell’epoca. Era un periodo in cui il cinema diventava sempre più importante e attirava le masse. La propaganda attraverso questo mezzo si è molto sviluppato nel ventennio; si veda la storia dell’istituto Luce, ma anche la manipolazione dei media classici, i quotidiani: deporre un Luigi Albertini dal Corriere della Sera e dargli una vasta tenuta agricola in compensazione, se solo non pubblica più cose critiche al regime, mi sembra un metodo che anche il signor B. potrebbe ben utilizzare, e mi pare che ne ha già dato prova nel passato. È lo stato di spirito che li unisce, seppur attraverso un arco di tempo di ottant’anni. C.Blasberg

  • Commento del: 2 febbraio 2013

    Gent.mo Professore, sono d’accordo pienamente con lei!!!
    Unica piccolissima differenza che, dati i tempi, Mussolini non poteva disporre di un impero mediatico ove poter o voler fare teatrino, cabaret e raccontare barzellette...
    Povera Italia!!
    Mi auguro che gli Italiani si sveglino da un torpore durato 20 anni (cosa che ultimamente sembra difficile a Berlusconi) e che giudichino obiettivamente fatti e misfatti.
    S.Carletti

  • Commento del: 27 gennaio 2013, da Antonia Chimenti

    Mi congratulo per la completezza e l’eleganza dell’articolo su Isabella Morra.
    Antonia Chimenti

  • Gentile Artista Melita Gianandrea,

    E’ con piacere che La invitiamo a partecipare all’VIII RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ARTE PITTORICA CONTEMPORANEA - “PREMIO TARGA D’ORO CITTÀ DI GUBBIO – 2013” .

    L’invito è mirato a 35 Artisti scelti dal Comitato Selettivo composto da ARTEC, C.A.S. e NautArtis.
    La preghiamo cortesemente di volerci comunicare la Sua decisione in merito anche se negativa, entro il 27 Gennaio.

    La ringraziamo anticipatamente e porgiamo i più cordiali saluti artistici,

    Ing. Matilde Orsini - "Regina"
    Presidente NautArtis
    Associazione Culturale Gubbio
    Sul sito http://www.associazionenautartis.it... il nostro programma per il 2013 e il regolamento dell’VIII Rassegna - Gubbio 2013.

  • Commento del: 13 gennaio 2013, da Luciano De Vita

    Sono perfettamente d’accordo con le critiche espresse nell’articolo.
    Per una trattazione più complessa vorrei segnalare l’articolo di Scalfari sullo stesso tono di Repubblica di domenica 6 gennaio scoeso

  • Sono pienamente d’accordo e ora che ne hanno la possibilità lo stanno dimostrando, basta vedere che a scuola in media sono più brave e il 70% dei nuovi laureati è DONNA, soprattutto nel settore della medicina e della giurisprudenza, ed ora anche nel campo dell’Ingegneria iniziano a prendere potere (una donna è candidata alla presenza dell’Ordine degli Ingegneri di Roma)

  • Commento del: 17 dicembre 2012, da Odino Grubessi

    Ogni commento sarebbe superfluo!

  • Commento del: 18 agosto 2012, da Albino Sartori

    Ho letto l’articolo di Michele Penza, che non conosco, ma conoscevo il protagonista del suo racconto. Era mio padre, Francesco (Ciccio) Sartori. Ora so cosa è la felicità. Sapere che qualcuno ricorda il mio povero papà, così presto scomparso, e che un suo racconto aneddotico sia punto di partenza per disquisizioni etico-filosofiche, beh mi rende felice. Un caro saluto all’Autore. Albino Sartori

  • Commento del: 5 agosto 2012, da annalisa

    Sono stata collega di Adriana per alcuni anni, è stata insegnante di mia figlia Silvia, ho condiviso con lei alcune piccole cose e progetti di lavoro.Non una vera amicizia ma stima reciproca e rispetto da parte mia per la sua onestà intellettuale, per la coerenza che dimostrava nel lavoro e dell’impegno costante e proficuo.
    Non ho fatto in tempo a rispondere ad una sua ultima mail nella quale mi diceva che era appena tornata dal quarto ricovero in ospedale.....
    Non ho risposto, non sapevo come confortarla, non ce l’ho fatta.
    Le rispondo ora, qui:
    "Cara Adriana, difficile pensarti al buio solitaria, silenziosa, difficile tornare a via Bagnera e non sentire più la tua voce che chiede aiuto e nello stesso tempo aiuta gli altri.
    Il mio conforto è ricordare la tua immagine mentre scendi le scale e
    mi dici :" che bella che è tua figlia". Ti sarò sempre grata delle tue frequenti parole dii supporto quando ero stanca e di ammirazione. Per quelle tue parole sincere e per il tuo essere così determinato e fragile, per tutto il bene che hai fatto ai ragazzi in difficoltà, spero, ovunque tu sia, che possa continuare a sorridere ancora in quel modo, in semplicità e bellezza.
    Ti abbraccio forte.
    Annalisa"

  • Commento del: 5 agosto 2012, da salvatore

    Salve sono in possesso di varie stampe della fine ottocento tra cui la copertina del 1895 se volete vi invio la scannerizzazione e vendo a collezionisti grazie

    Salvatore gagliano e mail salvatoregagliano1970@gmail.com

  • Commento del: 28 luglio 2012, da Luciano De Vita

    Dear Chistelle, I appreciate your comment, but the sobjects of the articles are choosed by the autors. Unfortunately Arturo Capasso is not longer in our world.

  • Commento del: 28 luglio 2012, da Luciano De Vita

    Dear Martin, I tested this article on many browsers and I found all the pictures at the right place always. Google Crome, Mozilla Firefox, Internet Explorer, Android etc. all are working perfectly. So please lets some expertise to control your PC. Regards.
    L.De Vita (the Editor)

  • Commento del: 23 luglio 2012, da Chistelle

    Super intéressant votre blog, par contre je ne comprend pas pourquoi vous n’allez pas plus loin ?
    Je pense qu’il y a encore plus de choses à dire sur ce sujet. En tout les cas vous avez un très jolie blog.


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  • Commento del: 19 luglio 2012, da Martin

    Votre article est beau, par contre il y a un bug, je n’arrive pas voir les images ? Peut être c’est mon navigateur qui ne fonctione pas bien ? (J’utilise Google Chrome)
    En tout les cas je reviendrai vous lire :)


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  • Commento del: 17 luglio 2012, da Amandine

    Bonjour, j’ai beaucoup aimé votre blog, m’autorisez vous de follow votre article sur twitter ?
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  • Commento del: 16 luglio 2012, da GiovannaDA

    SOLTANTO CALCIO? - Pieni di speranza per la vittoria sulla Germania, ci siamo preparati con cura per seguire insieme a parenti ed amici la partita Italia-Spagna rinunciando ad altri interessanti impegni. Abbiamo ascoltato con emozione l’inno nazionale che sembra scuotere corde profonde in tutti coloro che, come noi, si sentono davvero “Italiani”, uniti da lingua, cultura, usanze e tradizioni, abitanti della stessa bellissima terra, la nostra ITALIA. Fin dai primi minuti di gioco è apparso chiaro che qualcosa non funzionava ma, anche dopo aver incassato il primo goal, non volevamo credere che quei giocatori capaci di conquistare una brillante vittoria sulla Germania, fossero gli stessi, così privi di iniziativa, intuito, creatività, scoraggiati e stanchi, soprattutto così impreparati ad affrontare una squadra come la Spagna. Allora rabbia e delusione hanno fatto scatenare i commenti dei presenti e molti, sbigottiti, si son posti tante domande: ma è possibile che non avessero studiato le tattiche dell’avversario guardando dei filmati di precedenti partite? E l’allenatore perché ha sprecato tutte le “sostituzioni” subito? Perché giocatori meno stanchi e più validi sono rimasti in panchina? Le solite scelte sbagliate guidate da altri interessi che non hanno nulla a che vedere con lo sport “puro”? Con quale criterio si punta più su certi giocatori che su altri? Alla fine qualcuno ha esclamato: - E che diavolo, si poteva pure perdere, ma non in questo modo! -. Nessuno forse potrà rispondere a tutte le domande degli sportivi “veri” che amando tutti gli sport in genere, non solo il calcio, negli incontri internazionali sono particolarmente fieri dei risultati degli atleti italiani. In un periodo di crisi economica e politica, purtroppo, si attribuisce agli incontri di calcio un valore diverso: diventano una forma di “riscatto” dalle umiliazioni subite, rappresentano l’agognata possibilità di un cambiamento positivo, la speranza d’imporsi agli altri e di mostrare al mondo quanto valiamo. Ma è giusto affidare tutto ciò al calcio, soprattutto in questi tempi che richiedono nervi saldi e piedi concretamente ancorati a terra per risolvere tanti gravi problemi? E’ questo che dovremmo chiederci.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Articolo: Sabrina Rosati
    Commento del: 5 luglio 2012
  • Commento del: 26 giugno 2012, da marco.derosa@ihg.com

    bellissimo articolo, sicuramente le star di oggi non possono essere paragonate alle dive di un tempo... Marylin, rimane viva in tutti noi per la sua immensa sensualita’ che era capace di esprimere con una dolcezza fuori dal comune.

    PS
    non sono riuscito a vedere il video..forse un problema tecnico? peccato.

  • Commento del: 21 maggio 2012, da Andrea Comincini

    chiedo scusa ai lettori per un refuso! stocker- stoker!

  • E’ ovvio che le donne sono superiori a noi maschi, sia per le ragioni
    mostrate nell’articolo che per molte altre ancora. E’ evidente che loro sono le
    nostre magnifiche regine e noi i loro rozzi schiavi. E la presa di coscienza
    della superiorità femminile da parte di donne e maschi dovrebbe tradursi
    legalmente in maggiori diritti e privilegi per le donne e maggiori obblighi e
    meno diritti per noi maschi. Dovremmo essere costretti a servirle ed educati a
    sacrificarci per loro, sapendo che mille maschi non valgono una sola donna

  • Commento del: 4 marzo 2012, da samy

    Articolo intréressant, vi ringrazio per le foto e informazioni.

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  • Commento del: 14 febbraio 2012, da Andrea Comincini

    Cara Giovanna, è esattamente quanto volevo dire. Purtroppo un articolo non è un saggio, ma credo di aver espresso abbastanza chiaramente il mio pensiero. Solamente una visione dei problemi dall’alto, ampia e internazionale, quale la tua nel presente commento - e nei vari articoli - aiuta a non proporre soluzioni buone 30 anni fa, ma oggi inutili. berlusconi e monti - incomparabili per classe, responsabilità e professionalità - sono due liberisti. ed il problema dell’Italia e del mondo è il liberismo. Berlusconi è stata - ahimè - la versione patetica e volgare, la declinazione "all’italiana", del mercato dei poteri forti. Oggi chi lo guida non ha invertito la rotta, ma la persegue "come si dovrebbe fare", il che vuol dire guai seri. ciao

  • Commento del: 14 febbraio 2012, da GiovannaDA

    Credo che Andrea Comincini non sia affatto un berlusconiano, basta leggere i suoi articoli precedenti. Oggi molti italiani contenti di essere usciti dal berlusconismo, pur apprezzando la serietà di Monti, sono delusi per le riforme dell’attuale governo che in fondo hanno colpito più in basso che in alto, più o meno come al solito. Bisogna forse allargare la visione ad un mondo globalizzato che ci condiziona. Non è facile oggi barcamenarsi tra partiti politici, Europa, Spread e agenzie di rating che vanno al di là dello Stato-nazione e che stanno distruggendo welfare, potere d’acquisto delle classi medie, diritti dei lavoratori, ricattati e minacciati da delocalizzazioni. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 12 febbraio 2012, da Andrea Comincini

    Guardi, più di dirle che sono perfettamente concorde con lei e che spiegare l’immobilismo non vuol dire giustificarlo, non so che dire. del comunismo di putin lasciamo perdere. per i media: nessun dubbio che siano a suo favore, ma una opposizione l’aveva forte almeno nel Paese, mentre Monti.... Comunque il mio articolo aveva naturalmente anche un senso ironico, provocatorio, ma evidentemente non sono stato capace di trasmetterlo. Tenterò la prossima volta. Ha ragione: non c’è più niente da dire, quindi la lascio ringraziandola per la passione che dimostra, la quale, se fosse presente in ogni italiano, ci avrebbe salvato anni fa.
    p.s. giusto per chiarire: sono uno studioso del marxismo, mi ispiro a Gramsci, amo i filosofi Eagleton, Zizek, Losurdo, e certamente non sono liberale ma socialista.

  • Commento del: 12 febbraio 2012, da Silvana Carletti

    Gent.mo Dottore, non mi riferivo al suo articolo, ma alla sua risposta data ai primi commenti in cui afferma che Berlusconi è stato danneggiato dai...MEDIA!!!!
    INCREDIBILE!!!! e, in un certo modo, lei usava delle scusanti per il non operato di un Premier che avrebbe dovuto dare, se non altro, un minimo esempio di serietà, moralità e voglia di operare per il bene del Paese!!!
    Certo, poteva risultargli difficile, essendo circondato da amici fraterni quali Lele Mora, Emilio Fede,Tarantini, Lavitola, più tutti i parlamentari a tuttoggi indagati a lui fedelissimi e che ancora siedono in parlamento, più il suo superamico Bertolaso con relativa cricca, per non parlare delle solite escort, olgettine ecc.ecc.
    E dei suoi amici "esteri" ne vogliamo parlare? Dal capo del comunismo mondiale Putin, a Gheddafi cui baciava l’anello ecc.ecc.ecc.
    Che strano! Non era lui, il Cavaliere, il nemico N°1 del Comunismo??? NON CI SONO PIU’ COMMENTI DA FARE!!!!

  • Commento del: 12 febbraio 2012, da Andrea Comincini

    La ringrazio delle sue osservazioni, ma non comprendo bene, rileggendo il mio articolo, dove io abbia negato l’orrore berlusconiano. io ho fatto una distinzione antropologica fra Monti e Berlusconi, la quale vede il secondo soccombere senza dubbio, per i motivi da Lei elencati. dal punto di vista economico, però la manovra di Monti non mi appare giusta (opinione personale). Berlusconi non ha potuto fare le riforme perchè andava a scontrarsi con gli interessi dei suoi stessi parlamentari, e perchè non ne aveva voglia, visti i calcoli elettorali.inoltre il paese si sarebbe versato in piazza. E’ ben diverso dal dire che non le ha fatte perchè - come Berlusconi afferma - non aveva abbastanza potere. è chiaramente una scusa ridicola, ed io non l’ho mai sostenuta nell’articolo nè altrove! resta il fatto che non ha fatto riforme strutturali, non ha riformato le pensioni ecc. Meglio, perchè non le avrebbe fatte in ottica socialdemocratica, ma come Monti, ovvero in ottica liberista.
    "FACEVA IL PREMIER A TEMPO PERSO": mi scusi, ma dove avrei negato una citazione che non ho trattato? dove avrei negato i danni fatti da berlusconi? sono felice quindi che non si meravigli, e mi solleva sapere che la Sua coscienza non sia stata dominata dalla propaganda, ma se vuole veramente farmi una cortesia, non mi arruoli fra i berluscones senza motivo... distinti saluti

  • Commento del: 12 febbraio 2012, da Silvana Carletti

    Gent.mo Dottore, si può dire tutto meno che Berlusconi non sia stato e non sia padrone di tutti i media dalle reti MEDIASET a RAINET (Vespa-Minzolini- Mazza ecc.ecc. più Mondadori e tutte le riviste settimanali (o quasi). Non capisco come si cerchi di difendere l’indifendibile, dal momento che il Cavaliere ha preso in giro tutti gli Italiani scendendo in politica solo per i propri interessi legali ed economici e facendoci diventare la "barzelletta" del pianeta. Ma come può dire che "non ha potuto" fare riforme??? Con anni e anni di strapotere, di fiducie al parlamento, di compra e vendita di deputati, che cosa ha fatto per l’Italia e per gli Italiani? Ha sempre negato la crisi e pochi giorni or sono ha continuato ad affermare che "gli Italiani sono ricchi"...., mentre il Paese sta morendo di fame e di ingiustizie..
    D’altronde, era troppo occupato con il bunga bunga per preoccuparsi del governo e, per caso, non ha detto proprio lui in una intercettazione telefonica "CHE FACEVA IL PREMIER A TEMPO PERSO"!!!??? Come fa a negare tutto questo???
    Non mi meraviglio: il cavaliere aveva come scopo precipuo quello di appiattire le coscienze tramite la distruzione della morale e della cultura ( basti pensare ai messaggi spazzatura dati ai giovani e non delle reti commerciali con programmi come Grande fratello, Ciao Darwin, Uomini e donne, Veline e Velone... può bastare? e ai tagli dei fondi alla cultura e alla rovina perpetuata off limits verso la Scuola Italiana PUR DI POTER DOMINARE LE COSCIENZE!!! Per fortuna, non aveva fatto i conti con il web che, speriamo, possa mettere un freno al suo dominio ripeto DOMINIO mediatico..e alla sua voglia di DITTATURA!.Lasci perdere, è meglio!!!

  • Commento del: 11 febbraio 2012, da Andrea Comincini

    Ringrazio i lettori per i preziosi commenti. Chiarisco due cose: CERTAMENTE Berlusconi non è presentabile. Monti è SICURAMENTE meglio. L’Italia ha di nuovo una presentabilità ed un onore. Però....Però la politica economica di Monti è fortemente liberista ed elitaria. Per questo trova tanto plauso. Berlusconi aveva le stesse idee, ma non è riuscito ad attuarle, causa calcolo politico, nipoti di Mubarak e media contro. Quindi, dal punto di vista economico, ha trasformato meno l’Italia di quanto stia facendo Monti. CHE L’ITALIA VADA RINNOVATA non c’è dubbio. Ma, dal mio punto di vista "ideologico", non così. Quando sento Monti dire che i precedenti governi hanno avuto troppo cuore mi vengono i brividi. E’ il governo delle banche, l’unico potere forte più in alto di Berlusconi, il quale, nella sua tragica volgarità, esprimeva gli istinti più vili e bassi della nazione, ma con essa era in rapporto diretto. Il governo Monti invece è come una ditta di derattizzazione: viene, fa i lsuo lavoro e se ne va (se ne andrà?) Comunque, per nostra sfortuna, fra un anno staranno di nuovo tutti in parlamento! Alla prossima, Andrea.

  • Commento del: 10 febbraio 2012, da Luciano De Vita

    Sicuramente nella sua analisi ci sono riflessioni interessanti, ma come ci aveva ridotto il "cavaliere" era veramente insopportabile. Certamente si possono fare critiche all’attuale governo, ma finalmente abbiamo a che fare con persone serie e rispettate e rispettabili. Molti problemi di questo nostro mondo, in particolare occidentalle, riguardano i principi su cui si basa l’economiache deve sempre crescere!

  • Commento del: 9 febbraio 2012, da abindrellai

    Gentile Andrea Comincini,
    la ringrazio per la sua analisi, intelligente e densa di stimoli interessanti. Mi ha fatto senz’altro riflettere a lungo e credo proprio che, ahimé, lei abbia davvero ragione su molto di quanto scrive.
    Cordialmente,
    Martino Abindrellai

  • Commento del: 7 febbraio 2012, da Silvana Carletti

    Gent.mo Dott. Comincini,
    dovrebbe ricordare che Monti il cui operato può essere discutibile, per approvare delle leggi (Patrimoniale-riduzione numero deputati- abolizione privilegi delle varie caste) necessita dell’appoggio del PDL e di Berlusconi che ancora governa dietro le quinte e ahimè continuerà a farlo…

    Gli Italiani non si interrogano su chi ci ha ridotti in questo stato dopo 20 anni di governo che non ha fatto nulla per prevenire questo disastro, perché aveva “altro” cui pensare????

  • Commento del: 9 gennaio 2012, da louiskspez

    Spero che la decisione del popolo saranno rispettate, lungo la democrazia diretta.

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  • Commento del: 14 novembre 2011, da thomas

    Grazie per le informazioni in questo articolo è molto interessante.

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  • Commento del: 11 settembre 2011, da Savino De Rosa

    Ritornare a Sabaudia
    L’articolo di Giovanna D’Arbitrio e la cornice grafica sapientemente orchestrata dall’editore, ti fanno rivivere momenti culturali in una cornice fantastica in cui leggenda, natura, musica, poesia, autori di brani letterari di contenuto raffinato, giornalisti di elevato spessore, si armonizzano e creano una sinfonia che ti pervade e ti accompagna durante il corso dell’anno. Si ritorna a Sabaudia per ritrovarsi in un ambiente che genera emozioni intense per rinnovarsi e migliorarsi. Un grazie sentito a chi organizza e agli attori di tutte le manifestazioni culturali. Arrivederci a Sabaudia!!
    Savino De Rosa

  • Commento del: 6 luglio 2011, da Marco

    bellissimo articolo, fa venir voglia di partire subito per la Scozia!

  • Commento del: 6 giugno 2011, da Odino Grubessi

    Molto, molto carino!

  • Commento del: 3 giugno 2011, da GiovannaDA

    Ringrazio l’editore, Luciano De Vita, per l’immediata correzione degli errori. Gli dobbiamo tutti tanta gratitudine per la sua disponibilità e professionalità. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 1 giugno 2011, da GiovannaDA

    ERRATA CORRIGE - 1° rigo: “Un tempo…”; 7° rigo: “riceve informazioni…” frase ripetuta; 28° rigo: “Le Notti Bianche”. Giovanna D’Arbitrio

  • Grazie infinite per il Suo meraviglioso articolo!
    E’ stata davvero una fantastica giornata. Ci siamo molto divertiti!
    Grazie al caloroso pubblico e a tutte le dimostrazioni di affetto.
    Fabio Campetella.

  • Commento del: 15 marzo 2011, da lauretta

    Nel periodo del festival di Sanremo ho letto i giornali.
    Il Benigni sul cavallo bianco con la bandiera tricolore,
    sembra un ragazzino all’estero. Noi festeggiamo, ma
    in Giappone si muore. Parlano di via francese al nucleare.
    Vorremmo centrali sicure, ma il rischio c’è sempre.
    Lauretta

  • Commento del: 14 marzo 2011, da GiovannaDA

    “Unità d’Italia e globalizzazione” - O. K. dobbiamo riconoscere che l’articolo mette “il dito nella piaga”, ovvero “nelle piaghe” che oggi sono davvero tante, ma le piaghe non basta elencarle, bisogna curarle. Il Nord è contro il Sud e viceversa? Lasciamo perdere per un momento il passato, ma ora da dove partono le offese? Perfino gli alpini sono stati tirati in ballo, pur di discriminare! Giova all’Italia questo clima di continua contesa? Che facciamo allora, a parte i festeggiamenti del 17? Prendiamo atto della situazione, (cioè che l’Italia ormai è solo un’espressione geografica, grazie anche alla globalizzazione che distrugge identità di tutti i generi) e accettiamo rassegnati lo sfascio nazionale ed internazionale pilotato da un ottuso, distruttivo egoismo, sia locale che globalizzato, mirante solo ad incrementare profitti, senza alcun rispetto verso persone ed ambiente? Gli imponenti flussi migratori sono causati da violente politiche coloniali, non sono certo ludici viaggi dovuti a input vacanzieri, né a giovanili entusiasmi per scambi culturali internazionali tra rampolli dell’high society. Questa gente lascia con dolore i paesi d’origine. E ci illudiamo poi che gli aspetti migliori di identità e culture individuali cancellate possano divenire una sorta di patrimonio comune dell’umanità?! Intanto Pompei sta crollando per incuria e piogge torrenziali e chi sa quanto durerà il su citato Colosseo. E un giorno chi sarà più in grado di comprendere Dante, se la cultura non è obiettivo perseguito da chi pensa solo a finanza ed economia? Quanti monumenti e quante opere di grandi letterati e artisti verranno preservati in futuro? Purtroppo un’OMOLOGAZIONE sempre più diffusa ci attende e, se non contrastiamo le politiche attuali, diventeremo tanti ignoranti robot, facilmente condizionabili e controllabili. E ancora, chi si sta preoccupando davvero dei drammatici cambiamenti climatici? Chi a livello nazionale e internazionale sta facendo qualcosa? Tutti cercano solo di non perdere confort e benessere attuali, quindi il problema energetico legato a petrolio, gas e centrali nucleari diventa prioritario. Si saccheggia l’ambiente, si fanno anche guerre se è necessario, ma… ecco che arrivano alluvioni, terremoti, tzunami e quant’altro e allora ci rendiamo conto che siamo ancora tanto “piccoli” di fronte alla Natura. Che si parli d’unità d’ Italia o del Sud d’Italia o del Sud del mondo, cause effetti sono sempre gli stessi. Quali i rimedi? Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 7 marzo 2011, da GiovannaDA

    Il Discorso di Benigni - Premettendo che personalmente trovo Benigni molto simpatico, penso che in fondo egli abbia seguito l’esempio di M. Martone. Nel film “Noi Credevamo” pur non alterando gli eventi storici, il regista ha voluto mettere in evidenza il contributo delle classi più povere (in particolare dei meridionali) all’unità nazionale. Sicuramente l’input partì dalle classi elevate, ma anche tanti “umili” giovani sacrificarono la loro vita. Se Benigni ha fatto qualche errore, ciò è imputabile più all’enfasi e alla foga del racconto, più quindi ad un eccesso di spontaneità che ad una “studiata” manipolazione dei fatti. Per contrastare le politiche separatiste della Lega che sta scardinando l’unità d’Italia con martellanti offese contro i meridionali, egoistico federalismo, bandiere e dialetti regionali, Benigni ha cercato di sottolineare alcuni elementi che dovrebbero unire tutti gli italiani: un grande periodo storico come l’Impero Romano, la lingua italiana, un comune patrimonio culturale (non a caso ha fatto i nomi di illustri letterati e scienziati). Oltre tutto l’effetto non è stato affatto bipartisan, malgrado gli ipocriti sorrisi del momento. Bastava leggere i commenti su certi giornali il giorno dopo.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 10 febbraio 2011, da Silvana Carletti

    Sono perfettamente d’accordo con lei, ma in un’Italia, "drogata" dalla televisione commerciale a dir poco spudorata, che ha cancellato ogni morale, ogni ritegno e, soprattutto i sogni e le speranze dei giovani, in nome di "Un grande fratello", penso che se c’è qualcuno, anche un comico, che ha il coraggio di uscire fuori dal coro e di rappresentare il nostro Paese così come è (purtroppo!), sia un fatto positivo. Se non altro perchè dimostra, finalmente, che "non va tutto bene" come afferma da sempre chi , per proprio tornaconto, è abituato a nascondere fatti e misfatti.
    E, dato il successo del film, direi che non è poco!

  • Commento del: 22 gennaio 2011, da Luciano De Vita

    CHE BELLA GIORNATA, c’è poco da ridere a parte alcune gags, anzi da piangere.
    Una spietata immagine dell’ignoranza e della prosopopea di una notevole parte degli abitanti di questo nostra Italia che celebra quest’anno il suo 150° anniversario di esistenza come nazione, cittadini che con questi atteggiamenti ci stanno portando ad un collasso dell’economia e ad un clima di sfascio morale.
    L’enfasi dei luoghi comuni più retrivi nella nomea che abbiamo all’estero, tra cui il potere dei clan familiari.

    La battuta più interessante e veritiera è quella della “terrorista” sull’aereo: “Per distruggere il paese non serve il terrorismo, basta Checco!”.

    Ho l’impressione che il grande successo del film, formalmente ben fatto, sia dovuto al compiacimento di una gran parte del pubblico per questi “andazzi”. Credo che il nostro paese abbia bisogno di ben altre storie, questa non è né leggera né divertente.

  • Commento del: 10 agosto 2010, da Simona

    Il fatto di poter custodire è anche legato al proteggere..l’oggetto.. perché si possa scambiare..
    Per questo motivo sarebbe bene avere un’idea sufficientemente esatta di quanti oggetti o dimensioni si debbano custodire..in quanto bisogna anche essere in grado di poterle proteggere..o mi sbaglio?

  • Commento del: 16 luglio 2010, da Claire Hornsby

    Great article Giovanna - I really enjoyed it and I understood most of the article!! Are you still playing Burraco..? Claire

  • Commento del: 11 giugno 2010, da GiovannaDA

    DIGNITA’ – Il prof. Ciceri mi ha chiesto di inserire la sua risposta e il commento di un suo amico. Eccoli: "Sul piano dei singoli comportamenti mi trovo pienamente d’accordo con il suo commento. Finanzieri ed imprenditori senza scrupoli hanno fatto perdere il lavoro ad almeno 35-40 milioni di lavoratori, mettendo in difficoltà anche figli, mogli e mariti e spesso genitori anziani: 150-200 milioni di persone nei vari continenti? La dignità si è nascosta nelle persone singole, quasi scomparsa da un sistema che ha lasciato mano troppo libera all’egoismo esponenziale di pochi. Il mio punto è proprio qui, sulla carenza d’intelligenza di sistema che molti stanno pagando, ad esempio, con condizioni di lavoro più dure. Nella conclusione dell’articolo, sarei sicuramente stato più chiaro se avessi precisato che la "dignità" deve essere conquistata anche e soprattutto a livello sistema, come comunità. In assenza di scelte di sviluppo intese al bene comune, non rimane che la virtù dei singoli. Meglio di niente, senza dubbio. Tuttavia, decisamente insufficiente se si vuole realmente far crescere la qualità dell’esistenza e la dignità di ognuno. Quali individui siamo fondamentali, ma la società che sappiamo creare, o rifiutare, non è poi determinante per ognuno di noi?Un amico mi ha risposto all’articolo con un commento. Se lo desidera, può eventualmente farlo inserire su Scena Illustrata". L.F. Ciceri -
    Ecco il commento dell’ amico, F. Agnesi:
    "Ho letto l’articolo le cui tesi condivido. Io penso, in ogni modo, che IL PROBLEMA, non da oggi, ma almeno da trenta anni, per noi sia la mancanza di fiducia per questo paese, come del resto tu metti in evidenza. Ma ciò è stato causato non solo dai politici (sempre accusati e che non sono altro che un campione rappresentativo della nostra società e del nostro malcostume), ma anche dai singoli cittadini nel loro comportamento individuale e collettivo (basti pensare, per questo secondo aspetto, al referendum che ha ucciso una capacità industriale nel nucleare ben avviata). E pensiamo alla chimica, distrutta da scandali e incapacità strategiche. Ancora prima, pensiamo alla Olivetti, alla Falck, alla BPD, etc Per quanto riguarda la ricerca, non è solo quanto si stanzi per la stessa, ma il modo in cui si opera. Ho seguito, dal punto di vista finanziario, le attività di ricerca del Gruppo per il quale lavoravo: My God! Mi sembrava una agenzia turistica, più che un centro di ricerca, considerati i risultati, i costi, la reperibilità dei "ricercatori", sempre in giro per il mondo per congressi (ad ascoltare, quasi mai a presentare relazioni). E i "ricercatori" del CNR, dell’Enea, e istituti vari non erano meglio. L’etichetta di "ricercatori" mi sembra quasi pari a quella che si auto-attribuiscono "intellettuali", "filosofi", "economisti", per il solo fatto di avere, forse, una laurea in qualche cosa. Mah; come vedi non sono proprio ottimista". F. Agnesi

  • Commento del: 11 giugno 2010, da GiovannaDA

    DIGNITA’ – Condivido molte idee dell’accurata analisi del prof. Ciceri, ma per quanto riguarda la “conquista della dignità” credo che occorra discernere tra coloro che “senza dignità” indegnamente occupano con arroganza posti di lavoro e quelli che, invece, “con dignità” fanno il proprio dovere sopportando sfruttamento e soprusi. Come possono i lavoratori cinesi, terzomondisti, precari, lavoratori “a nero” conquistarsi la dignità? Non sarebbe piuttosto giusto stabilire delle REGOLE contro il selvaggio free trade globalizzato e le spietate, egoistiche, corrotte speculazioni finanziarie che stanno causando immani danni ? Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 8 giugno 2010, da GiovannaDA

    - ARTURO -
    Come una cascata/
    di acque chiare,/
    sgorgavan pure,/
    a scatti, a balzi,/
    le parole di Arturo./
    I suoi pensieri/
    percorrevan duri/
    ardui sentieri,/
    tessevan dialoghi/
    seri e profondi,/
    nella ricerca assidua/
    di tante verità,/
    fino a quelle più alte,/
    misteriose, arcane,/
    spesso celate all’Uomo./
    Esplodevan gioiosi/
    i suoi discorsi/
    negli assolati/
    prati di Amicizia,/
    illuminati dai sorrisi./
    Coraggio, Amore/
    Entusiasmo sincero/
    guidarono Arturo
    verso l’eterno,/
    immenso mare/
    dell’ Infinito Oltre./

    Sono solo umili versi, dedicati ad un amico che m’incoraggiò a seguire il suo esempio, ad esprimere idee e sentimenti scrivendo con spontaneità, sincerità, libertà e coraggio. Grazie, Arturo. Ciao! Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 5 giugno 2010, da GiovannaDA

    Il Vero Test d’Intelligenza - Forse il vero test d’intelligenza potrebbe consistere in un’analisi fredda e razionale dei fatti e non si sa quanti di noi sarebbero in grado di superarlo. Le nuove orde barbariche globalizzate, guidate dal Dio Denaro, avanzano distruggendo tutto. LA POLITICA E’ ORMAI SERVA DELL’ECONOMIA. Il crollo delle ideologie è dunque inevitabile: è un dato di fatto. La Cina capital-comunista è una drammatica testimonianza di ciò che accade. Se diamo uno sguardo agli eventi storici passati, constatiamo che l’iter è sempre lo stesso: i popoli oppressi si ribellano e, con l’aiuto degli intellettuali che ne sostengono le giuste istanze, rovesciano regimi e fanno rivoluzioni. E ancora la storia ci dimostra che la fase successiva però è sempre ben diversa: il POPOLO ESCE DI SCENA e subentrano altre forze, le potenti massonerie internazionali, che dietro le quinte, a livello nazionale e globale, manipolano ideali e si giocano il mondo su una grande scacchiera in cui i paesi sono solo pedine. Esse continuano in un modo o nell’altro a sopprimere la LIBERTA’. E’ stato sempre così, oggi sono solo meglio organizzate con l’ausilio dei progressi tecnologici e scientifici al loro servizio. Ci vengono in mente i poeti romantici che furono affascinati dagli ideali di Fraternité, Liberté, Egalité, ma inorridirono dinanzi al regime del Terrore ed ancor più davanti all’imperialismo napoleonico. Il Capitale di Marx resta una pietra miliare, ma la sua applicazione nella realtà è stata un fallimento poiché, se è vero che la giustizia sociale è sacrosanta, tuttavia non si può confondere l’uguaglianza con l’omologazione e la massificazione dell’Umanità. Tutto ciò fu messo in rilievo da G. Orwell che, inizialmente convinto comunista, denunciò poi tutti gli eccessi della dittatura di Stalin nel suo libro 1984. Stranamente lo stesso libro, sempre molto attuale, ci dimostra che IL GRANDE FRATELLO, il dittatore che tutto controlla, è sempre in agguato, anche nelle nostre civili democrazie, con i tre “canoni inversi” di la libertà è schiavitù, la guerra è pace, l’ignoranza è forza. E allora, qual è la conclusione? I progressi dell’umanità sono lenti, conquistati con lacrime e sangue, da ogni battaglia usciamo con le ossa rotte, ma almeno una parte di noi apprende lezioni e passa “il testimone” alle future generazioni, sperando che facciano meglio e promuovano un rinnovamento della Coscienza Umana, senza il quale non esisterà mai Vera Libertà. Illustri personaggi affermano che l’Umanità non è ancora in grado di contrastare i mali del POTERE, poiché il numero di persone “consapevoli” non è ancora tale da poter consentire un cambiamento. Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 2 giugno 2010, da marco.derosa@ihg.com

    la situazione e’ ancora piu’ drammatica quando si fa riferimento ai giovani, in Italia la disoccupazione giovanile e’ ai massimi storici 30%. I dati sono ancora piu’ drammatici per i neolaureati costretti a migrare all’estero, (molti scelgono Londra come me), per trovare una prima occupazione, molti costretti a lavori manuali spesso come camerieri a causa dell’insufficiente livello della lingua inglese..
    Una situazione veramente mortificante! Quando si comincera’ ad investire realmente nella risorsa piu’ importante del paese?

  • Commento del: 1 giugno 2010, da Savino De Rosa

    Parole sante Savino: condivido pienamente la tua analisi. Il pasticcio finale lo hanno poi combinato spesso i private equities che hanno imperversato negli anni scorsi acquisendo le aziende mediante il loro (delle Aziende acquisite!) indebitamento (con leve finanziarie “delinquenziali”) e allontanando ancora di più il focus da quella spirale virtuosa che tu rimpiangi per attuare le logiche della finanza speculativa nelle realtà industriali.
    Speriamo che le cose cambino.

    Mario Zearo

  • Commento del: 1 giugno 2010, da Savino De Rosa

    il tema è di drammatica attualità. La concorrenza dei nuovi paesi
    industriali pone sfide drammatiche alle nostre aziende in Europa. Come
    sopravvivere ai loro bassi costi? Senza trovare nuove aree di sviluppo
    tecnologico e di servizi fuori dalla mischia cindiana forse è difficile
    ridare dignità a chi lavora nei paesi di vecchia industrializzazione. Mi
    sembra che possiamo permetterci... la dignità solo meritandocela come
    sistema. Magari partendo dall’innovazione, e quindi dalla qualità
    dell’istruzione, qualità delle classi dirigenti, impegno ed intelligenza
    di tutti.
    Lino Ciceri

  • Commento del: 14 aprile 2010, da Savino De Rosa

    Quanto scritto fa riflettere e le citazioni sono punti fermi nell’evoluzione dell’individuo, che avviene per fasi e verifiche continue. mi sono soffermato in particolare sul concetto della vecchiaia di Hillman, forse perchè il mio percorso mi sta avvicinando ad essa. Io costantemente la sfuggo e faccio di tutto per non riconoscerla. Un giorno, quando capirò che è mia amica la tratterò come ho sempre trattato le persone, con lealtà, rispetto, ma ancora con un pizzico di competizione, anche come messaggio a chi la vive con sofferenza. La cara piccola, ma grande Lucia, mi capirà e mi assisterà in questo percorso, io cercherò di percepire i suoi segnali e vivere per quello che sento. Grazie

  • Commento del: 14 aprile 2010, da GiovannaDA

    Un ideale di Bellezza - Era ciò che intendevo mettere in evidenza, ma la parola Bellezza riferita alla Grecia antica è “saltata via” per eccesso di emotività nel ricordare mia sorella, esempio vivente di armonia fisica e spirituale, la quale cercò sempre di lottare per il Bene. Giovanna D’arbitrio

  • Commento del: 2 marzo 2010, da GiovannaDA

    I GIOVANI E IL LAVORO - Quando sento dire che i giovani di oggi sono “fannulloni” e “bamboccioni” e pertanto preferiscono rimanere in famiglia a lungo sfruttando i genitori invece di affrontare la vita e assumersi delle responsabilità, penso che come al solito si generalizza in modo superficiale considerando solo gli effetti del fenomeno senza discernere, insomma facendo “di un’erba un fascio”, senza esaminare cosa c’è all’interno di esso, cioè senza risalire alla diversità delle cause che lo generano .
    Se è vero infatti che una parte dei giovani, condizionata dai falsi idoli della consumistica civiltà d’immagine, va ad ingrossare le file di un esercito di aspiranti veline, attricette, attori, cantanti e calciatori (o purtroppo dei criminali) con l’obiettivo di ” lavorare poco e guadagnare molto”, ve ne sono tanti che dall’altra parte non trovano un lavoro decente soprattutto qui a Sud, oppure lo perdono con incredibile facilità e sono quindi costretti o a cercare il sostegno delle famiglie o ad emigrare.
    Puntuali arrivano i dati Istat: due milioni di disoccupati! In un anno sono stati tagliati altri 400mila posti di lavoro, soprattutto tra i giovani e… di quelli che sono già andati all’estero da tempo non si parla nemmeno! Il fenomeno poi dell’impiego di “tagliatori di teste” nelle operazioni relative ai licenziamenti è davvero inquietante. Una volta erano le aziende stesse che provvedevano ad espletare questo triste compito con gli addetti all’ufficio del personale. Oggi invece esse si rivolgono ad agenzie esterne per rendere l’evento più impersonale, freddo ed “asettico”, magari anche con l’aiuto di una videocamera per ridurre ulteriormente i costi, come viene ben illustrato nel film “Tra le nuvole” di Jason Reitman. Milioni di persone ormai trascorrono più ore in aeroporti e aerei che nella propria città, alcuni per scelta come il cinico personaggio del film (che alla fine comunque si ritrova solo e senza affetti), altri al contrario vi sono costretti dal global village che vorrebbe far apparire come avventurosa ed eccitante una vita senza legami, in continuo movimento alla ricerca di nuove opportunità di lavoro, qua e là nel mondo dove ti porta il vento della mobilità delle grandi multinazionali. Dov’è andato a finire il senso di appartenenza nelle multinazionali che ogni tanto spostano il personale dove fa più comodo o licenziano in modo indiscriminato? Dove sono i rapporti di amicizia con i colleghi di lavoro? Dove sono i legami con il proprio paese , con le proprie radici, con parenti ed amici? Quante giovani coppie si vedono soltanto durante i weekend ? Quante tra esse riescono ad arrivare al matrimonio? E se ci arrivano quante riescono ad andare avanti, senza divorziare? E quanti bambini sono coinvolti in tutto ciò? Ci si sposta continuamente come topi alla ricerca del formaggio per inseguire un posto di lavoro. Paradossalmente sono proprio i più bravi o i più coraggiosi ad andarsene all’estero a volte, soprattutto se vivono qui al Sud e non si avvalgono di un sistema clientelare. Ho sentito giovani che rimproveravano i loro genitori “per averli incoraggiati a studiare con serietà! E’ il colmo, ma è anche il ritratto di una società che va alla rovescia, una società che premia i mediocri, i servili e i disonesti. Speriamo che i signori “della stanza dei bottoni” diventino più consapevoli dei mali inflitti da loro all’umanità e soprattutto ai giovani. Spesso essi dimenticano che la vita è breve e che un giorno si troveranno a fare i conti con Dio. Chi sa, forse potrebbe rispedirli sulla Terra, magari al Sud, con una valigia di emigrante in mano. Un po’ di umorismo giustizialista talvolta serve a tirare su il morale! Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 25 febbraio 2010, da Savino De Rosa

    Caro Savino,quel luogo sul lago di Como, dalle mie parti native, me lo ricordo bene. Sono trascori decenni da quella volta che ci sono stato, eppure mi sembra ieri sera. Meglio non pensarci.Il mondo del lavoro di oggi è davvero così disastroso? Indubbiamente è più difficile di allora. Non sarei però così sfiduciato come la ragazza che ti ha risposto. E’ fuori discussione che oggi di laureati ce ne sono molti di più. Questo significa maggiore concorrenza per i posti interessanti. Concorrenza ancor più dura per i tanti laureati in materie che non offrono lavoro.Ed è pure indiscutibile che tanti nuovi consumi, a differenza di oggi, erano allora in forte crescita e le infrastrutture del nostro paese, in buona parte, adesso ci sono. Tutto questo allora dava tanto lavoro.Mi viene anche di riflettere sul fatto che i nuovi italiani sono nati in gran parte da genitori tutto sommato benestanti, mentre allora c’era parecchia fame ancora in giro e tanta voglia di venirne fuori. Sì, i tempi sono cambiati. Molti giovani hanno avuto tanto dalle loro famiglie e, forse, sono meno abituati ai sacrifici o a rinunciare alle comodità superflue? Oppure, semplicemente ed ambiguamente, il benessere che abbiamo contribuito a creare, ora ci sta rovinando? Questa è una domanda che non poco mi angustia:Voglio solo sperare che i nostri giovani sappiano cogliere le tante opportunità che ci sono sul nostro...pianeta. Dalle difficoltà è spesso sorta l’intelligenza, e da questa una soluzione.A presto,Lino.Michela,questo è un commento di un collega. Saluti. Savino

  • Commento del: 24 febbraio 2010, da Michela Orefice

    Gentile ing. De Rosa,
    quanto è vero ciò che lei scrive! La precarietà nel lavoro si proietta su tutte le altre sfere della vita di una persona. Impossibile fare progetti importanti per il futuro come crearsi una famiglia oppure comprare casa. Non solo, anche decisioni od iniziative meno importanti, per chi è costretto a spostarsi in altre città per lavorare, sono minate alla base da una scarsa motivazione, la quale trae origine da considerazioni del genere: cosa mi iscrivo a fare in palestra oppure ad un’associazione culturale se dovrò stare in questa città per pochi mesi? Così facendo, il prezzo che si paga in termini di difficoltà d’integrazione, solitudine e ristrettezza economica (a causa delle spese di fitto, consumi, automobile,ecc.) è veramente alto e di sicuro lo stipendio che si percepisce, a confronto, è davvero irrisorio.
    Il senso di appartenenza non ha né modo né tempo di maturare. Le ragioni sono molteplici e comprendono: la consapevolezza di essere considerati uno dei mille disponibili a svolgere quel dato lavoro; il rischio di rimanere a casa allo scadere del contratto a breve termine; l’esistenza di tipologie contrattuali che feriscono l’autostima del lavoratore e ne demoliscono la motivazione introducendo la figura del “lavoratore usa e getta”; lo scarso interesse dell’azienda alla valorizzazione delle proprie risorse umane attraverso la formazione e qualificazione del personale; l’imperativo del massimo profitto con il minimo dispendio che conduce ad una politica folle di taglio dei costi (e quindi delle teste, come scriveva lei).
    Oggi quel docente disegnerebbe uno sterile simbolo dell’euro sulla lavagna, a rappresentare assenza di valori, identità, onestà. In altre parole, a rappresentare il vuoto.
    Un saluto da chi la precarietà l’ha vissuta.

  • Commento del: 9 febbraio 2010, da Luciano De Vita

    Gentilissima signora Marianna Capasso mi dispiace contraddirla ma trattare di politica è stata una caratteristica di Scena Illustrata da sempre, o almeno dal 1960, come può vedere ingrandendo l’immagine di copertina del febbraio 1960 che illustra questo mese (feb 2010). La nostra rivista è aperta a raccogliere opinioni diverse dei nostri collaboratori.
    Cordialmente

    A nome della Redazione LDV

  • Commento del: 14 gennaio 2010, da GiovannaDA

    A great hope - Conscious capitalism represents a great hope. A constructive globalization, based on solidarity, could solve serious problems. Let’s think positive!
    Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 14 gennaio 2010, da GiovannaDA

    Platone e lo stato – Secondo Platone lo stato è come un organismo vivente in cui è necessario far rispettare l’armonia delle varie parti. I filosofi, quindi, dovrebbero governare per preservare tale armonia, in quanto in loro è più viva la reminiscenza che l’anima ha del Bene. E Campanella, suo seguace, nella Città del Sole, pose accanto al gran capo spirituale, che chiamò simbolicamente Sole, altri tre Principi, Pon, Sin,Mor, cioè Potestà, Sapienza, Amore. La politica dovrebbe essere parte integrante della nostra vita, anch’essa Arte, nel senso più alto ed armonioso.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 14 gennaio 2010, da GiovannaDA

    The great Renaissance ideals – The Globe represents all the highest Renaissance ideals. Man is the main actor on the scene of the Earth (the Globe) which, in its turn, is not separated from the Universe. So “the open roof” of the theatre becomes the hermetic symbol of the ONE, the unity among Man, Earth, Universe.
    Giovanna D’arbitro

  • Commento del: 12 gennaio 2010, da Arturo Capasso

    Scena Illustrarata,rivista storica,non ha mai voluto trattare argomenti politici,e non mi sembra il caso di incominciare proprio adesso.

    La rivista da sempre ha trattato articoli di cultura, e scivolare in polemiche politiche la fa scendere di livello.

    Marianna Capasso

  • Commento del: 22 dicembre 2009, da glasshandmade

    Ciao Odino articolo molto, molto interessante .... resto in attesa di un tuo eventuale prossimo articolo .. sulla lavorazione a lume .... :-)

    Saluti e Buon Natale

    Mauro - Venezia

    http://www.maurovianello.com/

  • Commento del: 14 dicembre 2009, da Luciano De Vita

    Mentre sono d’accordissimo che la situazione della sicurezza sul lavoro è un gravissimo problema nazionale di natura prevalentemente culturale “in senso ampio”, ritengo che non è da sottovalutare la trascuratezza delle norme da parte dei datori di lavoro per ovvi motivi di sfruttamento. Ma quello che mi colpisce è la non infrequente mancanza di coscenza della dignità del proprio lavoro da parte dei lavoratori.

    Da uomo della strada io osservo ciò che mi circonda.

    Quando camminando vedo persone al lavoro sulla strada o presso un edificio quello che noto quasi sempre è l’atteggiamento disattento degli stessi lavoratori per quanto riguarda la loro sicurezza e incolumità, sia nel maneggiare ad esempio carichi pendenti o attrezzi motorizzati senza guanti, senza casco o altra protezione.

    Nessuna attenzione nell’armeggiare con carichi diversi pericolosi per coloro che sono nelle vicinanze, talvolta qualche strillo di avvertimento questo è tutto.

    Per non parlare poi delle segnalazioni dei lavori in corso sulla strada o nei pressi; l’informazione ai cittadini che si trovano a passare a piedi o in auto nelle vicinanze di queste aree dove si lavora è un altro aspetto assolutamente trascurato.

    Secondo me manca una cultura della comunicazione. Quando va bene sulla strada c’è un cartello di lavori in corso o limite di velocità (ridicoloa 10 km/h) posto immediatamente presso l’area di lavoro dove sono praticamente inutili, mentre dovrebbero essere messi alla adeguata distanza per segnalare in tempo dell’impedimento o limitazione di carreggiata. Per non dire poi che spesso tali cartelli vengono dimenticati in loco per mesi a lavori finiti.

    Per concludere la mia domanda è: cosa si può fare in pratica per promuovere la conoscenza e coscienza nei lavoratori ? Dall’articolo si vede che le leggi ci sono (forse anche troppe e forse confuse), ma le tragedie dovute agli infortuni sul lavoro sono continue specialmente nel nostro paese. E allora che fare ?

  • Commento del: 25 novembre 2009, da Luciano De Vita

    Gentile Signora D’Arbitrio,
    mi perdoni se solo oggi rispondo alle sue osservazioni poiché in realtà solo adesso mi sono state segnalate.

    Mi duole, signora, che di tutto il mio testo abbia colto solo la prima parte, quella in cui parlavo dei comportamenti giovanili, e per giunta le abbia attribuito anche una particolare intenzione malevola nei confronti di Napoli e dei napoletani che assolutamente non mi appartiene. Quello che intendevo dire, e mi sembra anche evidente, non c’entra nulla con Napoli e coi suoi specifici problemi, che ci sono, ma appartengono a tutto altro discorso.

    Il titolo dedicato a Pulcinella, che ha toccato la sua sensibilità, va riferito a una vecchia storiella che Lei evidentemente ignora e che narra dello sfigato che si ubriaca e sogna di aver vinto al lotto e di essere diventato milionario. Il suo risveglio nel cuore di una realtà ben diversa sarà ancora più amaro. Questo discorso ovviamente non va riferito a Napoli ma a tutto il paese che non ha saputo vivere adeguatamente la sua crisi di crescenza. Il simbolo di Pulcinella provi a leggerlo non più come un distintivo di Napoli, negativo o positivo a seconda dei casi, ma come una geniale raffigurazione del dramma umano nella sua universalità. Petito è nato per caso a Napoli ma la sua creatura non è proprietà esclusiva della Sanità o dei quartieri spagnoli: è cittadina del mondo, Ho visto dei Pulcinella nei mercati del Cairo e penso se ne possano trovare tanti dappertutto, nei barrios di Buenos Ayres.o nei vicoli di Città del Messico come nelle banlieau parigine..

    Per quanto poi riguarda il merito del discorso la sua appassionata difesa dei suoi figlioli e dei loro amici non cambia la sostanza di quanto io semplicemente registro. E’ solo lo sfogo di “mammà”: i miei sono bravi ragazzi, che vai cercando tu!

    Certo che lo sono, chi lo nega? Solo gli sciocchi fanno di ogni erba un fascio. Ci mancherebbe anche che i figlioli di un insegnante non recassero il segno della mano del genitore. Si trovano in giro dei bravi ragazzi. Ma tutti gli altri?

    Vede signora, anche io sono stato genitore ma ora sono anche nonno. Voglio dire che ho raggiunto l’età nella quale se non si è capito che tutti i figli del mondo in una certa qual misura sono anche figli tuoi vuol dire che hai sprecato la tua vita. La buona coscienza che ho generato dei bravi ragazzi e cercato di farne delle persone rette, come era mio preciso dovere, non può lasciarmi appagato perché avverto la consapevolezza, e quindi la responsabilità, che la presente condizione giovanile rappresenti il segno manifesto e inequivocabile del fallimento, dal punto di vista educativo, di tutta la mia e, mi perdoni, anche della sua generazione.
    Michele Penza
    Roma 1 novembre 2009

  • Commento del: 17 novembre 2009, da Michela Orefice

    Carissimo Farmacista,
    il suo commento è sicuramente condivisibile, ma solo in parte. Infatti, è vero che destinatario del bugiardino è il medico curante, oltre al paziente, tuttavia ci sono molti farmaci che per essere acquistati non richiedono la prescrizione del medico, come lei saprà benissimo, quindi spesso non si interpella neppure il proprio medico curante. Inoltre, può darsi che molte persone quando vanno in farmacia non abbiano tempo di chiedere ed ascoltare spiegazioni e meno che mai vogliano attendere che il farmacista spieghi, usando un linguaggio comprensibile ai più, controindicazioni ed effetti collaterali dei farmaci per l’influenza al cliente che li precede nella fila. Quello che lei ha definito superficialità, io lo definirei senso pratico. I ritmi della società attuale sono altri ed il fattore strategico per eccellenza è il tempo. Una soluzione ottimale sarebbe quella di elaborare un bugiardino in due "lingue": quella dei pazienti, meno tecnica e di facile comprensione, e quella dei medici.
    E’ comunque confortante sapere che ci sono farmacisti tanto disponibili come lei.

    Saluti,
    Michela Orefice.

  • Commento del: 6 novembre 2009, da farmacista

    Buonasera carissimi!

    Lo so che rispondo con quasi un anno di ritardo e forse questo commento non verrà letto da nessuno, ma scrivo comunque; magari quello che dico verrà captato da qualche probabile navigatore della rete catapultato su questo sito, proprio come me. Io sono laureato in chimica e tecnologie farmaceutiche, e lavoro in una farmacia. So benissimo i problemi annessi e connessi alla lettura di questo "bugiardino", ma ci terrei alla precisazione di alcuni aspetti. Il foglietto illustrativo (rendiamogli la dignità che ha, per favore!) NON viene accluso alla scatola del farmaco ad uso esclusivo del paziente. E’ destinato al medico, che deve avere una visione a trecentosessanta gradi delle azioni della molecola. Il paziente può leggerlo, ma non è il principale destinatario. Risulta abbastanza lampante che per definire l’insorgenza di possibile agranulocitosi le case farmaceutiche non possano indicare "che può presentarsi una specie di malattia che riguarda il sangue", o che per descrivere la Sindrome di Reye dicano che viene una malattia che ai bimbi causa nausea e vomito.
    Allora chiederete come faccia il povero paziente a sapere qualcosa circa gli effetti del farmaco che non sia scritto in lingua tecnica. Signori, la risposta è semplice: esiste il farmacista. Egli non è una figura votata al massacro fra ricette e prescrizioni, asettico, che opera dietro il bancone; ma si configura come un ottimo intermediario fra farmaco e paziente e fra paziente e medico, e, di conseguenza, fra paziente e terapia istituita.
    Non pretendiamo di dare giudizi duri su questi ambiti. Chiedere informazioni al farmacista circa lo Zerinol può sembrare da idioti? Ebbene, poi si hanno di questi problemi. Chidere gli effetti dell’Aspirina o della Tachipirina può parere ridicolo? Ebbene, il paracetamolo provoca necrolisi epatica. Non lamentatevi perché non sapete cosa è, chiedete informazioni a chi ne sa! Non lamentatevi se non capite i dosaggi perché vengono espressi in forma tecnica, se non demandate il compito a chi di competenza!
    E ricordate: i foglietti illustrativi possono aiutare il paziente, ma, in primis, servono in maniera rapida e diretta al medico. Non si chiede al paziente di sapere cosa sia il farmaco antiretrovirale come lo zanamivi (mi pare aveste citato quello); ma, nel momento in cui non lo sappia e, come da suo diritto, vuole sapere, è suo dovere andare in farmacia. Non siamo superficiali, per favore!

    Vi auguro una buona serata,

    Il vostro Farmacista.

  • Commento del: 11 ottobre 2009, da Marco

    What can I say? This article is full of passion and reminds me of how beautiful the world we live in is. We should all stop for a minute and contemplate the beauty of nature that is all around us in many forms, and we should care a bit more about the environment and preserve this immense treasure for the future generations.

  • Commento del: 29 settembre 2009, da rosanna

    Mi è sempre piaciuta la fiaba della Bella e la Bestia. Aldilà dei significati semantici attraverso la pittura penso che la storia abbia una simbologia inerente la natura dell’uomo. Incarna un amore vero, che nonostante l’aspetto fisico di lui, induce la protagonista a ritornare da quell’orco brutto e peloso ma che ha un anima pura sensibile, meravigliosa. E nel momento in cui Belle si innamora della bestia ecco che avviene una trasformazione.L’amore trionfa e unisce due cuori fonda le loro anime che non riusciranno mai più a separarsi. Si muore a se stessi e si rinasce nell’altro.
    Rinascere nell’altro. E’ davvero una grande magia.Una magia che vive solo nelle fiabe, nei libri, in chi riesce a immortalare un sentimento così unico che da solo smuove le montagne, può cambiare il corso di una vita dare senso a tutto il resto.

  • Commento del: 28 settembre 2009, da rosanna

    Ci si bacia per un’infinità di motivi.Ma ci si bacia sulle labbra in un caso unico e specifico.L’altro è così importante e così unico che trasfondi in lui tutto quello che hai dentro sugellando con un gesto l’incontro di due anime che vibrano e si librano con la loro forza nell’infinito. Il bacio è il primo passo che apre la porta di un’anima e quando l’altro percepisce il senso di un mondo solo a lui visibile nasce un qualcosa, difficile da cancellare difficile da ricercare altrove, perchè i momenti unici li vuoi protrarre per sempre e non esiste tempo o spazio che possa annullarli. A me è sempre piaciuto Catullo, quell’amore testardo, forte che non avrebbe potuto essere sostituito con nessun’ altra donna, quel continuo palpitare, quel fremito simile a un battito d’ali che solo un’anima alla ricerca della sua stella lucente riesce a fare, spiega il senso di un bacio che nasconde qualcs’altro. E’ l’inizio di un ’unione che trova la sua ragion d’essere nell’altro e tu quella cosa cerchi. perchè quella cosa vuoi.Attualmente certe cose le leggi solo sui libri le cerchi in quegli autori che da soli hanno percepito il senso del vivere, hanno capito che le storie uniche non muoini mai ma restano impresse nel gran libro del cielo.

    P.S. Mi scuso per gli errori contenuti nella prima pagina, perchè non ho potuto correggere in quanto ho sbagliato a inviare

  • Commento del: 29 agosto 2009, da Savino De Rosa

    Ho vissuto la mia vita lavorativa in una importante multinazionale e dagli anni 70 fin quasi alla fine degli anni 90, ho avuto il piacere di partecipare ad importanti corsi di formazione nazionali ed internazionali dove si trattavano tematiche specialistiche e di management, ma in cui sempre l’individuo era al centro del sistema. L’individuo era il centro motore dell’azienda e su di esso si investiva per creare competitività e cultura. Verso la fine degli anni 90, come riporta l’articolo, le strategie cambiarono e la massimizzazione del profitto diventò l’unica regola delle aziende. Ricordo una presentazione di un alto manager della multinazionale, in cui si evidenziava che i tassi d’interesse elargiti dalle banche ai propri risparmiatori erano più alti dei profitti netti conseguiti dalle aziende e pertanto agli azionisti conveniva disinvestire e trasferire il capitale alle banche. Partì così la strategia globale, con i temi “no logo” e “lean e mean”, ma anche” less is more” (meno siamo più valiamo) e where is the cheese? (umani come topi alla ricerca del formaggio, cioè del lavoro, simbolicamente parlando). L’individuo incominciò a perdere la propria identità ed in molti casi il posto di lavoro. La precarietà, diventata la nuova forza del mondo politico-economico, il timore di disastri e del terrorismo, oggi tengono l’individuo sempre in ansia, rendendolo incapace di affermare la propria identità.

  • Commento del: 26 agosto 2009, da GiovannaDA

    Pulcinella e i clichés.
    Pulcinella, pigro, ignorante e imbroglione, è diventato per molti solo un cliché, usato spesso per offendere i napoletani. Altri stereotipi sono: sole, pizza e mandolino. La verità è ben diversa, poiché a Napoli ci sono tanti giovani che si impegnano duramente dalla mattina alla sera in modo onesto, spesso sfruttati con lavoro nero o bassi salari, pur essendo diplomati o laureati con ottimi voti (altri più coraggiosi vanno via!). Chi sono a Napoli i “giovani” mendicanti? Molti sono immigrati che non trovano lavoro oppure sono drogati. Che dire come commento conclusivo a questo articolo? Parassiti ce ne sono sempre stati e sempre ve ne saranno, non solo fra i giovani però! Quanti ne conta la “stagionata” high society della cosiddetta Casta? E quali sono i modelli vincenti della nostra società, corrotta e senza valori? Malgrado tutto ciò, personalmente non perdo mai la fiducia nei giovani: i miei figli,i loro amici e tanti miei alunni, seri e volenterosi, sono la dimostrazione che una corretta educazione, impartita con amore ed esempi positivi, è sempre vincente in tutte le epoche.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Commento del: 24 giugno 2009, da antonella

    In morte di Zio Arturo

    ......................

    "La morte ci ha da trovar vivi"

    e Tu carissimo Zio

    con la Tua immane cultura,

    la Tua umanità,

    i valori che esprimevi,

    quando, prodigo,

    non lesinavi consigli ed incoraggiamenti

    a tutti noi,

    Eri vivo.

    Oggi che non sei più

    il Tuo ricordo sarà per noi lo sprone

    a fare sempre meglio, perchè

    "Le urne dei forti gli animi accendono".

    Tu resterai per noi l’eterno faro.

    ......................

    Antonella, Alessandro e Francesca Iovino

  • Commento del: 29 maggio 2009, da Simona

    Mi sono resa conto che - può accadere - mentre si ammette di essere ignoranti ci si inganna, in quanto l’ammissione - potrebbe rivelarsi - più un tentativo di mostrare superiorità, che non un reale interiorizzare l’ipotesi proposta.
    Ma ciò che più - risulterebbe - fuorviante. mi sembra. si possa trovare nelle conseguenze di questo inganno da ignoranza malcelata da intendimento, cioè, fra le tante, il tradimento del proprio porsi in essere e in esistere, laddove ci sarebbe l’occasione di poter simbolizzare una qualità piuttosto che una quantificazione di un evento..sia durante il rapporto con se stessi sia durante il rapporto con l’altro..direi in entrambe le vicissitudini..

    Mi chiedo se il senso di colpa per l’inganno e l’inevitabilità dell’errore dovuto da questa ignoranza onnipresente potrebbero, in qualche modo, incastrare la possibilità di una evoluzione che tenda a risolvere queste problematiche.
    Incastrare nel senso di generare un ulteriore menzogna che impedisca di vedere il meccanismo e renda poi impossibile la comunicazione del problema.
    Posto che ciò accada..il discorso va a porre i suoi esiti su una comunque esigua minoranza che tende ad essere, in qualche modo più onesta verso se stessa e quindi ad accorgersi di queste trappole..
    Se io abbasso il mio tetto di ignoranza..posso semplificare il processo di comunicazione con me stessa e con l’altro?
    Secondo la mia esperienza direi Ni, oppure So..
    C’è un’esigenza di dichiarare, di imporre, di indurre, di spodestare, di sovrastare, che tende a rendere questo meccanismo un coacervo quasi inestricabile di contraddizioni e di complessificazioni..Tanto è vero che al di là di un qualsiasi sistema adottato per risolvere le varie problematiche esistenti, sempre ci si ritrova a dover arginare, oppure subire, o anche avallare la suddetta rosa di esigenze..
    non si può certo evitare di pensare che sia l’inganno che l’errore siano praticamente un’esigenza prioritaria sulla rosa di esigenze espressa..
    Simona

  • Commento del: 27 maggio 2009, da Savino De Rosa

    Codivido i sentimenti dell’autrice. Capita spesso sentirsi emarginati come meridionali, figurarsi come si può parlare d’integrazione per chi è costretto, da clandestino, a lasciare gli affetti e le poche cose, con il miraggio di un futuro migliore. I politici di tutto il mondo non hanno mai affrontato il tema che ogni essere umano ha il diritto di vivere la propria vita con dignità, creando adeguate condizioni. Il tema comune è il potere per dare a pochi privilegiati, togliendo ai tanti. In Italia oggi questo tema si sta sviluppando rapidamente, camuffato da proclami trionfalistici diffusi con tecniche mediatiche accantivanti. E i Sud del mondo saranno sempre più tartassati.

  • Articolo: A come Amore
    Commento del: 17 maggio 2009, da secco

    Conosco bene la fiamma di quella candela, descritta da te in modo veramente bello, bravo
    Paolo

  • E’ forse che in qualche più lucente sfera

    ci separiamo dagli amici che qui troviamo?

    O noi vediamo passare il Futuro

    oltre il vetro affumicato del Presente?

    O che cosa è che ci porta a comporre

    uno con l’altro i frammenti di un sogno,

    parte dei quali diventa vera, e parte

    batte e ci trema in cuore?

    Non è l’oggi abbastanza? Perchè scruto

    nell’oscurità del giorno a venire?

    Non è domani proprio come ieri?

    E cambierà, il giorno che segue, la tua sorte?

    Pochi fiori crescono sul tuo cammino gelido

    e chi ti aspetta nella casa tetra

    donde fuggisti e a cui devi tornare,

    oppresso dal fardello che ti rende incerto e triste?

    ...

    I love Shelley!

    ...e meno male che c’e’ ancora chi lo legge e chi ce lo fa leggere!

  • Commento del: 13 maggio 2009, da Claire Hornsby

    Wonderful article, I never knew that Shelley was friends with Byron and Keats and that they were all in Italy together, or that Shelley was in Naples. Shelley’s poems are wonderful, yet troubled and full of turmoil. A brilliant poet with a very troubled soul.

  • "I like Shelley’s lyrics: they are the best expression of his heart, a heart that "didn’t want to burn"

  • Commento del: 8 maggio 2009, da Simona

    Essere ignoranti o meno è il frutto di un caso apparente. Ciò significherebbe che essere ignoranti e sapere di esserlo è frutto di una legge del controcaso, mentre essere ignoranti e convincersi di non esserlo più continua a restare un rapporto con se stessi e con l’altro inserito nella legge del caso.
    con questo vorrei ipotizzare chela legge del caso può permanere ed essere accettata in quanto causa effettiva dell’esistenza dell’elemento spurio, onde giustificare gli eventi che non si comprendono razionalmente.
    Mentre la legge del controcaso, che sarebbe quella che non accetta la legge del caso e che, quindi, lo considera apparente, evita di cadere nella spiegazione di contesti impuri e di centrare invece la sostanza di ciò che in apparenza sembrerebbe incomprensibile..e di tentarne un suo migliore approfondimento, collocazione e dinamica..talché si possano avere delle tendenze attendibilmente esatte..

    Ora l’ignoranza non sarebbe un caso, ma uno stato permanente dovuto al fatto che non si reperisce, in modo più serio e cosciente, la realtà dell’evento e si esiste quindi troppo nella subizione di esso, qualunque sia l’evento..

    per cui l’ignoranza sarebbe una scelta non dovuta al caso..ma ad una volontà di deresponsabilizzazione.

  • Ho trovato estremamente stimolanye la scelta delle opere appartenenti alla collezione in oggetto, che ulteriormente testimoniano l’importanza della pittura napoletana per una valutazione europea del seicento artistico.
    Ben si sa quanto era allora importante Napoli ed i suoi committenti artistici potessero gareggiare e probabilmente anche superare altre signorie o poteri ecclesiastici.
    L’arte a Napoli se la vive nell’aria.

    Le opere ivi figurate sono degne di considerazione pure in quelle che possono sembrare minori.
    Ringrazio il dr. della Ragione che mi ha inviato il link e la vostra valida testata.
    Auguri di successi da un triestino.

  • Articolo: GRAND CANYON
    Commento del: 6 aprile 2009, da secco

    Caro Fabio, le emozioni che hai descritto sono in sintonia con quello che ho provato io dopo circa vent’anni dal tuo viaggio.
    me le hai fatte rivivere Grazie
    Paolo

  • Commento del: 31 marzo 2009, da Marco

    con le nuove tecnologie di cui siamo a disposizione, dovrebbe essere più semplice
    ricostruire gli eventi del passato. Credo che molti libri di storia che al giorno d’oggi
    sono utilizzati nelle scuole debbano essere aggiornati e si dovrebbe anche dare
    maggior credito alle scoperte di ricercatori e studiosi contemporanei.
    I recenti tagli di fondi destinati alla ricerca e alla conservazione dei beni culturali dimostrano la totale mancanza di lungimiranza dell’attuale governo in tal senso.

  • Commento del: 3 marzo 2009, da bimbacrem

    Che EMOZIONE!mi ha veramente commosso... non si puo’ piangere di prima mattina!!!!!!
    BRAVO BRAVO BRAVISSIMO!

  • Commento del: 2 marzo 2009, da secco

    Questa volta mi hai veramente fatto piangere, perchè so di cosa parli, perchè anche io ho imparato ad amare la fotografia, grazie a Babbo Romolo.

  • Articolo: Don Salvatore
    Commento del: 26 febbraio 2009, da GiovannaDA

    Caro Arturo, come sempre ci regali scritti di grande qualità che, come "torrenti in piena", ci coinvolgono emotivamente e ci travolgono.
    Amico mio, ti ammiro non solo come scrittore, ma anche come uomo forte e coraggioso.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Articolo: UNA MANO TESA
    Commento del: 4 febbraio 2009, da Fabio

    ..."Meraviglioso... ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso"...queste parole di Domenico Modugno sembrano adattarsi perfettamente alla "MAGIA della Vita".Complimenti di cuore per l’articolo e per le immagini che fanno da perfetta cornice alle tue splendide parole.
    Fabio

  • Articolo: UNA MANO TESA
    Commento del: 4 febbraio 2009, da secco

    Come ti dissi giorni fa, oltre a continuare ad emozionarci su queste pagine pensa seriamente a tirare giù un libro, romanzo o vita vissuta ( vedi Terzani) ci emozioneresti anche così,
    Un abbraccio Paolo

  • Articolo: UNA MANO TESA
    Commento del: 4 febbraio 2009, da bimbacrem

    "E’ sempre piacevolissimo vedere le tue opere e leggere i tuoi articoli.
    Riesci a comunicare le tue emozioni in modo sorprendente tramite l’arte della pittura ma anche della scrittura!
    complimenti!!!!"
    Alessandra

  • Ho subito acquistato il libro la cui lettura è affascinante non solo per un occhio maschile, mentre stupende sono le oltre 100 foto a colori che permettono un’allegra cavalcata nel pianeta donna
    Francesco Cerrato

  • Articolo: QUEL GIORNO
    Commento del: 14 gennaio 2009, da bimbacrem

    un articolo stupendo che emoziona e descrive al meglio la tua passione per la pittura. Come sempre riesci a descrivere perfettamente le tue emozioni!
    Un bacio immenso
    Ale

  • Articolo: QUEL GIORNO
    Commento del: 13 gennaio 2009, da secco

    Da quel giorno non fai altro che emozionarci, con i tuoi dipinti, ma d’altronde sono 50 anni che mi emozioni.
    il tuo fraterno Amico Paolo

  • Commento del: 9 gennaio 2009, da Fabio

    Grazie; grazie per la emozione provata nel leggere questa lettera ......anche attraverso questo tipo di gesti si puo’ realizzare l’ irrinunciabile diritto di
    "conservare la memoria" .

    Una splendida, semplice lettera che ci permette di riportare alla mente uno dei momenti più bui della nostra recente storia .

    Grazie per avermi permesso di condividere questa emozione .

    Fabio
    (fabiocaldani@alice.it)

  • Sfogliare on-line alcuni vecchissimi numeri della rivista mi sembra una ottima idea , gestita con una tecnica di lettura davvero efficace ......complimenti vivissimi e sinceri (soprattutto all’Editore LUCIANO) !!

    Fabio Caldani (compagno di Palestra)
    e-mail :fabiocaldani@alice.it

  • Commento del: 29 dicembre 2008

    Bella l’intervista.digressione.Riconfermo"tanto al cubo".Come l’amore e’evergreen.Amo ancora Hugh.Di certo lo amo.Spero non parli e non esca,piu’con sue colleghe del passato o ex o altre donne.Daniela79 (bimba impulsiva,scusate.Sono imbarazzata di essere così schietta e sincera) Notte

  • Commento del: 13 dicembre 2008, da Daniela

    L’intervista? Carina davvero.Definirei,davvero meraviglioso ed incantevole intervistare Hugh Grant-immagino.Ed imperiale che sia hduto a Roma,dove l’unica a non aver guardato manco il Colosseo di certo sono io!(sono stata per andare in radio)Confermo con Hugh in merito a Roma .Io l’ho vista dall’Hotel Venneri.Via Germanico

  • Commento del: 9 dicembre 2008

    saggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, è possibile indicare di seguito il titolo della pagin

  • Commento del: 4 dicembre 2008

    grazie per aver scritto , era proprio quello che cercavo ora sò come orientarmi in un lavoro

  • Commento del: 25 novembre 2008

    "Per caso trovo questo articolo su Asmara e sono presa da grande tenerezza. Sono fra quelli che con la mia famiglia sono riuscita ad evitare il periplo dell’Africa per tornare a casa in quegli anni lontani. Per evitare la "prigionia" mio padre ha vissuno insieme ad altri italiani, in uno scantinato, nascosto agli inglesi che occupavano Asmara. Ho vissuto laggiù per 24 anni, ho studiato e mi sono formata sotto il bel cielo stellato di Asmara, ho ricordi bellissini ed altri tristissimi, ho avuto tante difficoltà ma anche tante esperienze positive. Non mi guardo mai indietro, ma quando, come adesso, il passato si affaccia, inaspettato e non richiesto, alla mia porta, la spalanco e faccio entrare tutti i ricordi di una storia passata che ora penso non avrebbe dovuto essere scritta. Leggerò il libro."

  • Commento del: 31 luglio 2008, da Cesco

    Complimenti per il racconto ma la monezza sulla strada dell’ Ikea l’hanno raccolta?? E i nomadi sotto il ponte??? Ma mettete ancora i sacchetti appesi ai balconi ad Afragola???L tu che sei brava nel raccontare lo sei sempre stata, sei una mancata attrice, magari in un altra vita!!!ciao F.B:

  • Commento del: 12 luglio 2008, da Silvana Carletti

    Gent.mo Dott. Penza,

    credo di non essermi spiegata bene neanche io.

    Condivido con lei il fatto che il Governo precedente e l’attuale opposizione abbiano commesso e commettano continui errori. Primo fra tutti: non aver promulgato immediatamente (quando potevano) una legge contro il conflitto d’interessi e il dominio televisivo anche della RAI da parte del Centro destra, oltre a non aver sufficientemente pubblicizzato i piccoli utili interventi a favore dei cittadini (Assicurazioni, riforma della scuola,pensioni minime, inizio faticoso delle contrastate liberalizzazioni e, soprattutto,lotta all’evasione fiscaleche avveniva per la prima volta in Italia).

    Inoltre, un anno e mezzo di governo non può essere paragonato a cinque anni di completo immobilismo e di leggi ad personam...

    La mia "tristezza" deriva dall’impossibilità di essere governati da persone oneste e moralmente sane e che si preoccupino innanzitutto, del bene del Paese.

    La mia irritazione è dovuta, invece, a dover vedere ogni giorno un esecutivo completamente sottomesso ad una "mela marcia" che fa il buono ed il cattivo tempo, senza,ahimè, la benchè minima speranza di poterne uscire fuori, dato l’immenso potere mediatico e personale del nostro Premier.

    Spero poter continuare questo dialogo, magari a voce, con un nostro collaboratore.

    Cordiali saluti.

    SILVANA CARLETTI

  • Commento del: 11 luglio 2008, da Michele Penza

    Gent.ma Sig.ra Carletti,

    mi scusi se impropriamente ho definito articolista (ma nel senso di autore dell’articolo) il direttore della rivista che cortesemente ospita qualche mia collaborazione. Non intendevo disconoscere il suo ruolo, né d’altronde io mi chiamo ‘signor X’ avendo io correttamente firmato col mio nome e cognome.

    Vorrei solo chiarirLe che non trovo utile spendere un attimo del mio tempo per migliorare le mie informazioni, che ritengo sufficienti, su vita morte e miracoli del signore di cui all’ oggetto, né intendo spendere una parola per confutare la sua tesi sulle qualità che dovrebbero contrassegnare un presidente del Consiglio, tesi che condivido in pieno e sottoscrivo senza obbiezioni. Non è questo il punto, anche perché in politica le ipotesi e il condizionale servono a poco.

    Evidentemente non mi sono spiegato. Quello che voglio dire è ben altro, è che per due volte ho votato, assieme a molti altri, per collocare al governo uno di quei partiti che hanno nella tradizione e nel programma la tutela degli interessi della collettività e non di un individuo, e per due volte costoro si sono fatti male da soli. Hanno dato, in specie la seconda volta, uno spettacolo penoso di litigiosità e di inconcludenza dopo di che si sono dimessi ed hanno lasciato libero il campo. Ci piaccia o no ammetterlo se abbiamo ancora Berlusconi come premier lo dobbiamo anzitutto a loro.

    A questo punto seguitare a pigliarcela con Berlusconi mi appare un alibi puerile. Se perdo una causa per colpa del mio avvocato è con lui che me la devo prendere. Chi vuole prendersela con l’avversario faccia pure, ma credo che non approdi a nulla che non sia frustrazione. Come credo non serva ripetere maniacalmente che Berlusconi è un Satanasso: ieri, 10 luglio, si è consumata l’ultima spaccatura nella sinistra tra Veltroni e Di Pietro. Se il premier pur senza dire una parola è riuscito a farsi fare questo altro regalo vuol dire che è l’insipienza e l’autolesionismo dei suoi oppositori a fare un Giolitti di un mediocrissimo personaggio.

    Sbaglio?

    Ecco, caro direttore, io penso che tutta qui sia la differenza che c’è tra le nostre posizioni.

    Ricambio cordiali saluti.
    MICHELE PENZA

  • Commento del: 10 luglio 2008, da Silvana Carletti

    Gent.mo Signor X,

    sono il direttore di Scena illustrata web e non un articolista.

    La invito a cercare su Google (Il più grande motore di ricerca) notizie su Berlusconi e la mafia, su Berlusconi e la P2 con tanto di pubblicazione di tessera d’iscrizione.

    Dovrà avere molto tempo a disposizione, perchè le si apriranno 600000 (seicentomila!) siti che nessuno ha mai denunciato o pensato di oscurare.

    Oppure può acquistare i tantissimi volumi sul Cavaliere, pubblicati dalle più importanti Case Editrici,in vendita nelle migliori librerie ed inclusi nella top ten dei libri più venduti che circolano, senza alcuna remora, in Italia e nel mondo. Per non parlare dei film su di lui, vincitori di premi internazionali.

    A mio parere, almeno il Presidente del Consiglio dovrebbe cercare di essere esempio di normale moralità e giustizia e non anteporre a tutto i propri interessi personali.

    Mi dimostri il contrario!...

    Cordiali saluti.

    SILVANA CARLETTI

  • Commento del: 7 luglio 2008, da Michele Penza

    Confesso che mi stupisce la tristezza dell’autrice dell’editoriale che amaramente medita sul fatto che ormai la legge non è più eguale per tutti. Io triste non lo sono perché so che uguale non lo è mai stata e non lo è nemmeno quando i suoi dettami sono esplicitamente rivolti a tutti i cittadini e non riguardano casi particolari come quello cui l’articolista suppongo si riferisca. Personalmente ho rinunciato a ricorrere al TAR per una causa contro lo stato perché per ottenere un primo risultato sono passati sei anni. Ne ho 78 quanti altri ne dovrei aspettare e quanti denari anticipare per arrivare magari a un risultato definitivo post mortem? Se parliamo di diritto civile per me quindi la giustizia non esiste e se parliamo di penale so che se commettessi un reato con pena inferiore ai tre anni non andrei mai in galera e non ci andrei nemmeno se commettessi un omicidio per via della età e delle condizioni di salute. Sono cinico io o questa è la condizione della legge in Italia? Di chi è la colpa se chi è in posizione di forza si arrangia come può? L’Italia è questa, non l’ha fatta così solo Berlusconi ma tutti noi.

    Non condivido nulla dell’atteggiamento della sinistra nella quale ho militato per una vita quando dimostra un distacco totale dalla realtà di questo paese e si affanna a combattere campagne personali contro singoli personaggi individuando in loro il nemico da distruggere per risolvere tutti i problemi che lei non sa come affrontare efficacemente. Ha cominciato Scalfari con una campagna mediatica implacabile nei confronti di Craxi accusato di ogni sorta di delitti contro l’umanità. E’ finita con l’offerta di funerali di stato a Craxi e con il sopraggiungere di Gomorra a dimostrazione che la tesi che lui fosse l’incarnazione del male, ammesso che fosse sostenuta un buona fede, cosa della quale personalmente dubito, era del tutto sballata.

    Ora si sostiene che il cancro da estirpare si chiami Berlusconi. Il problema è che lo hanno votato premier milioni di persone. Possiamo negare questa realtà? A loro piace, che devono fare coloro cui non piace? Secondo me per prima cosa cercare di ripristinare ciò che la sinistra ha sempre avuto e non ha più, ossia un rapporto diretto con la gente per capirla e interpretare i suoi bisogni. A Roma è successo che un delinquente forestiero abbia rubato il portafoglio alla donna di un pregiudicato nostrano, che ovviamente si è arrabbiato, ha chiamato in aiuto un gruppo di amici ed è andato a sfasciare le vetrine di un paio di negozi di sodali del ladro. La sinistra della città ha organizzato una grande manifestazione con bandiere e striscioni contro il razzismo che ha dimostrato solo una cosa, che dei problemi reali di quel quartiere e della sua gente non sa nulla e nemmeno si informa prima di dire qualsiasi cosa. I sensori vanno messi tra la gente e non sotto la rete del letto di Berlusconi delle cui vibrazioni a me come a tutti coloro che conosco e frequento non importa assolutamente nulla. Buon per lui se a settant’anni si sente vispo e baldanzoso.

    Io mi addoloro per altre cose, per esempio quando leggo che a Milano c’è un chirurgo che ti toglie lo stomaco, così, tanto per ingrassare la parcella, che c’è un giudice che ci mette otto anni per scrivere una sentenza, che al ministero della scuola ci sono professori che scambiano un ballerino per una donna, che tra i basisti della banda di rom che ha svaligiato la casa di mio figlio ci sono il sig. Marino Massimo, maresciallo dei carabinieri, e il sig. Boldrini Sergio, ispettore di pubblica sicurezza, come leggo nella notifica del decreto che ne dispone il rinvio a giudizio con atto n° 40591/02 del 13.2.08 dell’ufficio delle indagini preliminari.

    Ecco queste sono le cose che mi preoccupano e mi dicono che il tessuto sociale del paese si va disgregando. Di quel buontempone di Silvio confesso che me ne importa molto poco. Penso che tutto al più rappresenti la febbre, non la malattia. Non spianterebbe lui la vigna se non ci fosse la peronospora, e la sinistra finora ha fatto quasi niente per curarla..

  • Commento del: 27 giugno 2008, da massimo filippini

    Dai siti che avete indicato sui fatti di Cefalonia manca il sito da me gestito : www.cefalonia.it
    che mi sembra strano non abbiate notato nel web.
    La sua mancata segnalazione -ora che lo sapete- equivarrebbe ad una consapevole censura di una non trascurabile fonte di informazioni sulla vicenda, ma sono certo che -se non altro per ’par condicio’- lo segnalerete.
    Massimo Filippini

  • Commento del: 22 giugno 2008, da arturo capasso

    Ha ragione Giovanna, il mondo ha perso i due riferimenti, che erano comunismo e capitalismo, la stupidità sta andando al potere. Lei alla fine dell’articolo cita Vico e i ricorsi storici.
    Vorrei ricordare che ancor prima di Vico, quattro secoli prima,il grande scrittore sociologo arabo Ibn Khaldùn scrisse molto proprio sui cicli e sull’andamento dialettico della storia; qualcuno ha voluto vedere addirittura l’anticipo del diamat, cioè del materialismo dialettico. Cosa succede? Vediamo: Una città (ma può essere un intero Paese) perde interesse a fare, si affloscia su se stessa. Ma da fuori spingono altri che devono vivere, sopravvivere. Attaccano, sono motivati, vincono. E si insediano. Purtroppo anche questi nel giro di qualche generazione sono destinati a fare la stessa fine.Quali motivazioni ha la nostra civiltà?
    Qualcuno ha detto che solo un ritorno ad un genuino cristianesimo potrebbe salvarci. Ne dubito.

  • Commento del: 4 giugno 2008, da Kè**

    Fantastico...semplicemente unico... quando nello straordinario viaggio onirico trovi davvero l’isola che non c’è... dove tutto prende vita... fusione di emozioni, scariche elettriche ed energia in ogni istante percorrono ogni millimetro del corpo... sovrapposto alla realtà, ancora meglio di essa stessa...

    un grazie sincero di questa esperienza inestimabile!

  • Commento del: 4 giugno 2008, da Laura

    quanto avrei voluto esserci..mi mancate voi,mi manca il LaBart,mi manca la danza..sto troppo male..non vedo l’ora che venga settembre per riprendere..vi voglio bene!Laura

  • Commento del: 3 giugno 2008, da Liliana

    brava Claudia e tantissimi complimenti scene di grande intensità
    Liliana

  • Commento del: 1 giugno 2008

    I really enjoyed reading this article about a really famous English poet, who is one of my favourite poets. The article is really informative and gives so much details about the poet and his inspiration. He had such a short life yet produced such amazing works. I love Ode to a Nightinggale and his other Odes, especially his poems that incorporate Greek mythology. I didn’t know that he died in Rome or lived in Piazza di Spagna or was buried in Rome. I learnt loads of new Italian words whilst reading it (Marco helped me!) and was surprised about how much I understood!! I am going to read some more of Giovanna’s articles!!

  • Spulciando la stampa tedesca ho trovato un articolo di commento su DeutcheWelle che mi ha fatto meditare su cosa pensano in Germania dell’Italia. Il link qui sotto è all’articolo di cui riporto la traduzione.

  • La ricerca della verità
    Il problema non è Travaglio, ma la corretta gestione delle fondamentali, democratiche libertà di stampa, di pensiero e di parola, nonché di un’efficiente amministrazione della giustizia. Sono contro tutta la TV spazzatura che confonde e fa deviare dalla VERITA’. Le aule dei tribunali sono la giusta sede dei processi, non gli spettacoli televisivi, ai quali partecipano spesso personaggi incompetenti e di parte.
    Giornalismo serio e magistratura onesta potrebbero collaborare nella difficile ricerca della VERITA’: questo è l’auspicio della gente che desidera risposte chiare, non legate ad interessi di destra o di sinistra.
    Giovanna D’Arbitrio

  • Ho sentito la trasmissione originale ed anche Anno Zero.
    Ogni tanto ci sono i "Travagli" del momento, che tentano di far polemica ad uso personale (aumentare i loro introiti).
    Lasciamoli parlare, prendiamo il buono e scartiamo il cattivo (ognuno di noi é in grado di giudicare). Si spegneranno da soli.
    Prof. Odino Grubessi

  • Commento del: 21 aprile 2008, da Savino De Rosa

    Un’articolo sulla realtà femminile, così calibrato e profondo, va soltanto lodato e condiviso. Ma seppur vero quanto l’autrice scrive, io vedo la donna come elemento centrale del genere umano.

    Sul piano intellettuale e delle capacità, donna e uomo sono allo stesso livello, ma in essa si coniugano le componenti fondamentali dell’esistenza e della vita.

    La capacità di generare vita, di farla procedere o abortirla, il legame viscerale con il nascituro, il dono dell’allattamento che è il primo tassello per la creazione del nucleo familiare.

    L’aspetto estetico visto come armonia e delicatezza che genera nell’altro sesso dolcezza, riconoscenza e voglia di fare il bene.

    La forza fisica che non è la muscolarità, ma la resistenza alla avversità e alle difficoltà, che la rendono più longeva e quindi più presente nel ciclo dell’esistenza.

    Se io dovessi dare una valenza al genere umano direi che la donna, come motore di vita, è di valenza superiore all’uomo.

    La potenza dell’uomo che dalle origini proviene dalla sua muscolarità, ha prevaricato l’essere femminile, ma nell’equilibrio che regola le leggi della natura, questo bilanciamento è in progresso e quanto prima, la donna "essere superiore" trasmetterà all’umanità le sue valenze.

  • Commento del: 15 aprile 2008, da PaoladelRaziocinio

    Ho visto l’articolo che mi ha inviato e l’ho trovato molto interessante anche perchè io sono una pittrice e, quindi, le informazioni sull’arte mi interessano molto.
    Articolo ben fatto. In questo periodo di conformismo generale non vorrei che si ritornasse, nell’arte, a considerare ancora il "nudo" come qualcosa di peccaminoso. L’arte deve essere libera da censura.
    Grazie. Paola

  • Commento del: 5 aprile 2008, da Luciana

    Sono stata per molti anni insegnante di sostegno e posso assicurare che i disagi ambientali, l’abbandono, sono handicap spesso più gravi di quelli fisici. La Scuola oggi è affetta da grave malessere. Brava e coraggiosa, Giovanna! Luciana

  • Commento del: 16 ottobre 2007, da Luciano De Vita

    Gent.mo Dott. De Cesaris,
    la ringraziamo per aver commentato, sia pur negativamente, questo articolo.
    Rispettiamo il suo punto di vista, ma ci teniamo a precisare che il flash fotografico cui lei si riferisce, è soltanto "una nostra provocazione" curiosa e dissacrante su di un modo di intendere molto diffuso (e, a nostro avviso, sbagliato e offensivo) la bellezza e la personalità delle donne. Ormai non ci salva più da queste esposizioni senza inibizioni anche in TV nelle ore di massimo ascolto, solo un esempio Striscia la Notizia di ieri sera 15 ottobre.

    Ci fa piacere, comunque, poterla annoverare tra i visitatori del nostro sito e la invitiamo a commentare anche altri nostri articoli.

    La Redazione

  • Commento del: 12 ottobre 2007, da Giovanni

    Trovo l’articolo interessante, ma le foto del" lato B" di PESSIMO GUSTO per una Rivista d’élite e culturale come Scena Illustrata.
    Dott. Giovanni De Cesaris

  • Commento del: 26 aprile 2007, da Sym57

    La femmina aveva desiderio/timore per sé, solo quando scattava questa situazione. ( cioè la nascita del bimbo) questa frase non mi è corrispondente perchè mi suggerisce l’immagine per cui la femmina non ha questo tipo di rapporto con se stessa, diversamente dal maschio e che questo rapporto invece si manifesta solo in quella determinata situazione...
    come donna mi sono immersa in una possibile interiorizzazione e non mi sembra di poter essere daccordo..però forse è il modo di rapportarmi con me stessa che risulterebbe diverso senza il cucciolo..e cioè sopra il desiderio\timore di me stessa, ma forse direi più esattamente verso me stessa con curiosità e con gnosi..
    poi mi rendo conto di quanto sia facile ritrovarsi nel rapporto successivo di d\t di sè..perchè sospinta da un interagire che si basa più sull’inganno che non sulla ricerca..e quindi che mi collega senz’altro al primordiale istinto di predatore\preda...

    Simona Pancotti

  • Commento del: 26 aprile 2007, da Sym57

    non per far confusione, ma penso che l’argomento debba essere inserito per essere compreso, in un contesto anche scientifico, e non solo riferito alla psicologia, ma anche alle teorie scientifiche che sorreggono la realtà dei fenomeni sia umani che universali.. e dico questo perchè nel discorso teologico, giustamente non si parla del quesito fondamentale che cosa sia morire..si parla solo di come sia avvenuta la creazione, come si possa essere eletti o derelitti..ma non si parla della dimensione morte..(la si contempla come fatto inevitabile che genera l’idea di sovranaturale) invece questa è ampiamente trattata nella disciplina astrofisica, perchè il concetto di evoluzione e di mutazione, nonchè di paralleli spaziotemporali ce la pongono sempre come soglia e come quindi superamento..inoltre c’è da considerare che l’umanità ha aperto la strada direi certa della disumanizzazione e che la dimensione psicologica, filosofica, scientifica e teologica sono senz’altro diverse da come si potrebbero interpretare se invece l’umanità avesse risposto a se stessa spiritualmente ed esotericamente...
    la dimensione robotica cui ci stiamo dirigendo mi sembra privata di anima, cioè di valore intrinseco che consentirebbe all’umanità di saper far tesoro di un avanzamento tecnologico e che invece mi sembra stia sovrapponendosi alla dimensione teologica originaria escludendo di proposito l’anima che invece renderebbe la dimensione originaria vitale e propedeutica ad una conoscenza più profonda di se stessi ...come identità..e direi che l’anima sia quella spirituale e non quella più conosciuta come psiche e legata alle espressioni emozionali ed istintuali.. ma quella più profonda e collegata alla meditazione..

  • Commento del: 26 aprile 2007, da Sym57

    ho letto l’articolo con interesse e se lo rapporto nel contingente quotidiano ho la sorpresa di potermi accorgere quanto la percezione dello spazio e del tempo in cui esisto risulta molto meno chiuso ed indifferente al contrario di come sarebbe percepibile se si tenesse conto soltanto di una visuale geometrica che non tenga considerazione di altre categorie diverse dall’altezza. la larghezza e lo spessore di un evento..inserendo anche la categoria temporale e indefinita..la percezione della vita diventa improvvisamente più ricca e meno superficiale.. certamente non che diventi facile o risolta, però senz’altro meno indifferente e noiosa o abitudinaria...e questo è solo il minimo..se poi questo concetto lo applico anche per approfondire i rapporti allora quest’ultimi diventano non solo matematici, ma anche sfaccettati e non così determinanti..
    queste sono solo accenni per comunque testimoniare che una percezione più profonda della realtà contingente, può essere utile per far intravedere aspetti di una realtà più profonda che altrimenti rimarrebbe sconosciuta..

  • in un rapporto fra macrocosmo e microcosmo si può ipotizzare che nell’essere umano ci sia una centralità dalla quale ci si possa qualificare crescendo ed evolvendosi o, viceversa , restandone settorialmente coinvolti e quindi, regredendo e complessificando se stessi? questo è il quesito che mi si è posto leggendo questa presentazione...forse la domanda presenta delle inesattezze, ma fondamentalmente vorrebbe alludere alla possibilità effettiva di un non conflitto fra sè e sè nella misura in cui si riesca a percepire il proprio fulcro interiore e ,nel renderlo cosciente, a poter conoscere rapporti diversi in se stesso molto più distanti ma non per questo isolati, dal contingente biologico in cui si è calati e quindi , per converso, più vicini ad una sintesi intima a mezzo della quale ci si riconosca oltre che persone anche delle identità con problematiche diverse e forse più urgenti...o forse più adatte alla realtà del nostro essere..

    Simona Pancotti

  • Commento del: 26 aprile 2007, da Sym57

    IL FENOMENO PARANOICO

    Conosco il libro o meglio la dispensa che tratta dell’argomento ed insieme ad altri argomenti correlati ad esso ho cercato di studiarlo. mi sono posta poi un quesito: se il fenomeno paranoico è sì una malattia psichica ma è così estesa tanto da non essere riconosciuta come tale può formare quindi una rete di convincimenti in cui è possibile cadere dentro anche se non si è paranoici? e poi mi sono posta anche un altro quesito: conosco a grandi linee le tematiche della Guerra Fredda le quali rivelano come molte aggressioni siano annoverabili nell’etichetta di paranoia.. ci possono quindi essere delle iniziative criminali che poggiano sull’induzione paranoica del rapporto con gli altri e che alterano quindi il rapporto con se stessi..cioè che fanno "i furbi" sapendo che il fenomeno paranoico è troppo esteso e poco gestibile e quindi comodo come spiegazione per consentire di annullare gli effetti di una denuncia propria rispetto persecuzioni occulte reali. io penso che è in questo senso che il fenomeno paranoico sia grave: perchè non ha un valido interlocutore che possa arginarne gli effetti dannosi se non l’individuo che si assuma completamente la responsabilità di se stesso e che competa realmente con il problema di sè.. certamente la proporzione non è confortante..

    Simona Pancotti

  • Commento del: 18 aprile 2007, da darci antonio testolin

    Ho trovato questo messaggio nella ricerca dei Testolin. Scrivo in portoguese...
    Gostei muito da forma simples e sincera de relatar as atividades do dia de uma senhora que poderia ser minha mãe. Quantas vezes passa por nós despercebido todo o trabalho realizado pelas mulheres, especialmente as que se dedicam à casa e aos filhos. Parabenizo a iniciativa de mostrar o dia a dia e a importância do trabalho silencioso que tantas e tantas mulheres realizam.
    Um abraço!

  • Commento del: 17 marzo 2007, da rosanna sabatino

    Poetessa, la Zuccalà, dolce e sensibile ma di grande tenacia e fermezza. Ho avuto modo di conoscerla e nell’articolo dedicato a lei ritrovo esattamente tutte le caratteristiche della sua vena poetica. Apprezzo molto le poesie pubblicate nel testo e spero di poterne leggere altre in futuro.
    rosanna sabatino

  • Commento del: 6 febbraio 2007, da Leonardo

    Genitilissima professoressa Brunetti,

    Il suo articolo su Modigliani, cosí ricco in dettagli e cosí esaustivo come spiegazione, mi hanno fatto proprio venire voglia di approfondire questo pittore e di recarmi nella capitale per vedere questa magnifica mostra prima del 18 giugno.

    Non sempre i critici d’arte sanno coinvolgere ed appassionare cosí profondamente i propri lettori come Lei ha saputo fare, impreziosendo la descrizione dei dipinti di Modí con tanti dettagli sulla vita personale del pittore maledetto. Ritengo infatti che siano proprio i preziosi dettagli sulla vita degli artisti ad umanizzarli, rendendoli così piú comprensibili ed accessibili ad un pubblico di non “adetti ai lavori”.

    Certo, sarebbe bello potere avere Lei come guida per cogliere i dettagli che sfuggono a un inisperto osservatore sebbene credo questo non sia cosí facile da organizzare....

    Spero di poter leggere ben presto altri sui articoli per poter godere della sua incredibile dote di chiara comunicatrice dell’arte.

    Leonardo da Barcellona

  • Commento del: 11 aprile 2006, da AliceStella

    Trovo che l’articolo su Enzo Cucchi sia davvero ben scritto e molto rappresentativo del mondo artistico dell’artista poichè riesce anche a spiegare i messaggi profondi e gli intenti voluti. Inoltre mi piace leggere su un’artista che nel mondo è uno dei migliori!

  • Bravi.., Che bell articolo.
    Robert

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