Rubrica: SCIENZA E DINTORNI |
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La superiorità biologica e psichica della donna scientificamente dimostrata.Quale è il “sesso debole”?
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giovedì 1 dicembre 2005
Argomenti: Scienza In passato l’uomo costituiva il “sesso forte” rispetto la donna. Durante questi ultimi decenni però un buon numero di ricerche scientifiche, alcune evoluzioni sociali, e moltissime analisi statistiche in svariati campi... hanno ormai dimostrato come il maschio umano costituisca di fatto il “sesso debole” rispetto la donna. Vediamo perché. Cominciamo con alcune (ma non tutte) acquisizioni scientifiche:
Vediamo ora alcune valutazioni in campi diversi, ma che concorrono tutte profondamente alla situazione di fatto:
Infine, due fattori di estrema importanza, che vanno a toccare anch’essi la sostanza della realtà: Il primo fattore è che la donna gode di un’esperienza fondamentale, profonda, intensa, in sintesi essenziale, che l’uomo non può avere: la gravidanza in particolare, e la maternità in generale. Ancorché possa costituire un’esperienza importante per il maschio, la paternità resta un fatto “superficiale” rispetto quello sostanziale di letteralmente “fare un figlio”... dimensione fisica, psichica, e presumibilmente spirituale, che solamente la donna può vivere e capire, con tutto ciò che questo significa. Il secondo fattore emerge da recenti acquisizioni scientifiche. In sintesi si tratta di questo: i due emisferi cerebrali hanno una serie di connessioni, laddove più esse sono numerose ed efficienti, più l’individuo ha un rapporto qualificato nei confronti dell’ambiente e di se stesso. A questo punto però, col progredire della neurologia, embrionologia e attinenti, è risultato: quando nel feto s’innesca la sessualizzazione al maschile, ciò accade a seguito di una serie delicata e complessa di secrezioni ormonali, che hanno fra l’altro anche il triste effetto di inibire e ridurre le suddette connessioni. Ne consegue che, quando il feto rimane femminile, esso non viene penalizzato dalle suddette secrezioni, perché non perde connessioni fra gli emisferi cerebrali: in pratica il cervello della donna resta intatto e più efficiente (vedasi l’idolatrato quanto temuto “intuito” femminile). Nascendo maschio invece, si subisce comunque la suddetta penalizzazione, vero e proprio handicap encefalico, donde un meno qualificato rapporto all’interno e all’esterno di se stesso. Questo handicap pregiudiziale può essere corretto e compensato a livello di singolo individuo: resta il fatto però che in partenza sussiste sempre, e bisognerebbe spiegare a parte come e perché eventualmente i maschi si riscattino da tale pregiudiziale, ammesso che se ne riscattino. Per concludere questa veloce panoramica su un problema molto complesso e delicato, si potrebbe dire che -approfondendo adeguatamente e specialisticamente tutti i fattori storici, statistici, psicosomatici, neurologici etc.- emerge evidente la naturale e pregiudiziale superiorità biologica e psichica della donna, anche se le cose sembrano essere andate alquanto diversamente, a livello di storia del genere umano. La morale della favola è molto antica: una è la Regina, tanti sono i pretendenti. Diritti di copyright riservati |