Rubrica: ATTUALITA’ |
LE STATISTICHE, pro e controI pericoli di scienza e tecnica
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domenica 5 gennaio 2025
Argomenti: Attualità Come abbiamo più volte ripetuto, i progressi di scienza e tecnica non sono un male in se stessi, ma bisogna stare attenti nell’usarli per il Bene dell’Umanità, non per farla schiava. Purtroppo, le nuove tecnologie e i progressi scientifici, in particolare l’intelligenza artificiale, sembrano sempre più ingabbiare l’Umanità. Ad esempio, notiamo che ormai le statistiche hanno preso il posto degli esseri umani, non ci sono i lavoratori e i loro problemi, ma ci sono le statistiche sul lavoro, non ci sono gli ammalati, ma ci sono i dati sulle malattie, non ci sono gli alunni, ma le statistiche sulla scuola e così via. Insomma, l’Umanità sta scomparendo inghiottita dai grandi data base, Dove sono i sentimenti, dov’è il valore di ogni età dell’Uomo, dall’infanzia alla vecchiaia. Vecchi, malati, poveri e milioni di bambini possono morire, tanto sono improduttivi. Contano solo i soldi e coloro capaci di produrli. E nemmeno guerre, pandemie e disastri climatici riescono a svegliare la dormiente Umanità dal sonno ipnotico in cui è stata immersa. Nell’enciclopedia Treccani la Statistica viene così definita: “Scienza che ha per oggetto lo studio dei fenomeni collettivi suscettibili di misura e di descrizione quantitativa: basandosi sulla raccolta di un grande numero di dati inerenti ai fenomeni in esame, e partendo da ipotesi più o meno direttamente suggerite dall’esperienza o da analogie con altri fenomeni già noti, mediante l’applicazione di metodi matematici fondati sul calcolo delle probabilità, si perviene alla formulazione di leggi di media che governano tali fenomeni, dette leggi statistiche; spesso la raccolta dei dati viene limitata a un campione più ristretto, opportunamente predeterminato in modo da rappresentare fedelmente le caratteristiche generali. Concepita inizialmente come attività descrittiva di certi fatti sociali e in particolare come attività amministrativa dello Stato, la s. ha via via ampliato i suoi confini, fino a diventare una vera e propria ‘scienza del collettivo’, disciplina con finalità non solo descrittive dei fenomeni sociali e naturali, ma orientata anche a finalità di ricerca nei vari ambiti scientifici”. Senza dubbio nella ricerca della verità le informazioni sono troppo numerose, eterogenee fra loro, complesse e disorientanti per il ricercatore. La statistica è senz’altro una scienza che fornisce gli strumenti per governare questo caos informativo. Insomma, viviamo immersi in una “Infosfera”, secondo il filosofo Luciano Floridi, in cui in ogni secondo miliardi di dati su attività umane e naturali sono incamerati. “L’errore” sta nel credere che dati e statistiche siano in grado di dare qualsiasi risposta e soddisfare ogni esigenza dell’umanità. Lo sviluppo delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, sostenuti dalla statistica, hanno aperto la strada a mezzi “intelligenti”, ma spesso ci chiediamo se saranno in grado di aiutare l’uomo oppure di danneggiarlo fino a ridurne la libertà. È interessante osservare come il Potere politico e religioso abbia sentito fin da tempi antichissimi la necessità di controllo con i censimenti. Il Concilio di Trento del 1563 introdusse i registri parrocchiali per raccogliere le informazioni su nascite, matrimoni e decessi in base alle quali nel 1600 nasce la statistica, intesa all’origine come “l’arte di ragionare mediante le cifre sulle cose che riguardano il governo” (William Petty): popolazione di Londra, rapporto maschi/femmine nelle nascite, distinzione tra popolazione urbana e rurale e poi con un’attenzione verso diversi aspetti della vita fino a cose dello Stato (da cui deriva il termine di statistica). Senz’altro dal XX secolo fioriscono molte teorie e tecniche per analisi e confronto tra gruppi di dati e quant’altro. La velocità di calcolo raggiunta con l’introduzione del computer, essenziale per l’elaborazione di grandi masse di dati, ha contribuito in modo determinante allo sviluppo della statistica attuale. Per cui oggi i metodi statistici sono applicati ad ogni aspetto dello scibile umano. Come critica agli aspetti negativi delle statistiche. viene in mente un libro di grande successo “Mentire con le statistiche “di Huff Darrel, scritto per le persone che desiderano capire meglio il significato di numeri e dati che li inondano, un testo Ironico e divertente, ma molto serio, che ha venduto un gran numero di copie ed è stato tradotto in molte lingue, una difesa contro manipolazioni dell’informazione attraverso l’uso di dati statistici. Viene attribuita a Benjamin Disraeli la frase: There are three kinds of lies: lies, damned lies, and statistics ("Ci sono tre specie di bugie: le bugie, le sfacciate bugie, e le statistiche"). Insomma. i pericoli delle statistiche al servizio di nuove tecnologie e progressi scientifici spesso al servizio del Potere politico, potrebbero condurre ad una perdita di libertà individuale, ma anche ad ottundimento delle coscienze ed omologazione. Umberto Galimberti nel suo scritto “La grande tribù dei prevedibili”, ci fa riflettere su molti di tali temi, affermando: “A nessuno è data la possibilità di scegliersi l’epoca in cui vivere, né la possibilità di vivere senza l’epoca in cui è nato, non c’è uomo che non sia figlio del suo tempo e quindi in qualche modo "omologato gli uomini come condizione della loro esistenza. Non dunque un’omologazione come "dato di fatto", ma un’omologazione "di principio", le cui ragioni vanno ricercate in quella condizione per cui, nell’età della tecnica e dell’economia globale, "lavorare" significa "collaborare" all’interno di un apparato, dove le azioni di ciascuno sono già anticipatamente descritte e prescritte dall’organigramma per il buon funzionamento dell’a". Accade però che, rispetto alle epoche che l’hanno preceduta, la nostra epoca è la prima a chiedere l’omologazione di tutti in funzione dell’a pparato stesso”.( per maggiori dettagli ecco il link: https://www.feltrinellieditore.it/n... ) Giovanna D’Arbitrio Diritti di copyright riservati |