Rubrica: LETTURE CONSIGLIATE |
VOLVER di Maurizio De GiovanniUn thriller coinvolgente
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mercoledì 4 dicembre 2024
Argomenti: Recensioni Libri Qualche anno fa “Caminito, un Aprile del commissario Ricciardi”, di Maurizio de Giovanni, segnò il ritorno del commissario Ricciardi, personaggio molto amato dai lettori, al quale fu dedicata la fiction Rai 2021. In effetti l’autore non era convinto di poter continuare la serie, ma poi ha cambiato idea scrivendo “Soledad”, lo stesso titolo di uno struggente tango argentino. Con Il nuovo romanzo, “Volver-Il ritorno de commissario Ricciardi” si concluda “la serie del Tango” ambientata nell’Italia del 1939-40, romanzo che viene introdotto ancora una volta dai versi di un tango, “Volver” di A. Le Pere del noto tango di C. Gardel (1934): “E anche se non volevo ritornare, / sempre si ritorna al primo amore, /la strada vecchia dove l’eco disse:/ “Tua è la sua vita, tuo è il suo amore”. /sotto lo sguardo beffardo delle stelle/che con indifferenza oggi mi vedono ritornare”. Il libro viene così presentato dalla Casa Editrice Einaudi: “Serve coraggio quando si parte, ma a volte ne serve ancora di più quando si torna. È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi - preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche - ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lì, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece, mentre in città il fido brigadiere Maione cerca di salvare un comune amico da morte certa, tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia. Del resto, è questo, quasi sempre, il destino di chi torna”. In un’intervista lo scrittore ha affermato quanto segue: “Nel romanzo il racconto si divide in due parti: in una c’è Ricciardi che torna nel Cilento, con la figlia Marta, i suoi suoceri e nell’altra si svolge in città con Bambinella, Bianca e tutti gli altri. Inoltre, Ricciardi non indaga su un delitto, ma deve regolare i conti con la propria storia, come accade sempre a chi torna. Per lo meno il delitto su cui indaga è avvenuto 34 anni prima. È una ricerca di Ricciardi all’interno della sua famiglia di origine che si era lasciato alle spalle. L’idea di completare la trilogia con Volver ha avuto origine dal personaggio della cantante Livia andata in Argentina e poi dal tango che con la canzone napoletana ha legami fortissimi in termini di tematiche e di modalità della musica. Il tango mi sembrava un’opportuna continuità”. Ho appena finito di leggere Volver e come sempre i romanzi di De Giovanni mi coinvolgono per lo stile scorrevole e il contenuto non solo centrato su qualche delitto, ma anche su temi seri che spesso collegano Il passato al presente. Senz’altro ci sono elementi ripetitivi dovuti sia alle caratteristiche dei personaggi che ai clichés del linguaggio dei poliziotti tra battute ironiche e sfottò (come succede in tutti i gialli), ma chi apprezza De Giovanni comunque lo considera uno dei migliori autori del genere thriller per diversi motivi: per i suoi “guizzi” di autentica originalità e liricità, per profonda sensibilità e umanità che raggiunge alti livelli grazie allo spazio dedicato a sentimenti, davvero lodevoli nei tragici tempi attuali, tra svolte politiche a destra e due drammatiche guerre. E con coraggio De Giovanni ci racconta gli anni più oscuri della nostra storia passata, facendoci riflettere sui pericoli del presente. Ricciardi stesso è un personaggio particolare che incarna un tipo di napoletanità differente: malinconico, mite, laconico e schivo, ricco e di nobili natali potrebbe vivere agiatamente, ma ha scelto di lavorare per la polizia: quando indaga viene colto da una forza compulsiva indotta dal “Fatto”, il dono di captare le ultime parole dei deceduti su cui indaga. Il tormento di quelle voci lo getta in un vortice di emozioni che lo costringe ad agire. Nel romanzo i fenomeni paranormali sono presenti anche in altri personaggi, come nella figlia Marta capace di leggere l’altrui pensiero oppure nella cameriera, la fedele Elide che ascolta i consigli della deceduta Rosa. Nella nostra regione, in particolare a Napoli, il rapporto tra vivi e morti appare come una costante: ad esempio i teschi delle “Fontanelle” sono adottati dalla gente che porta loro ceri e fiori credendo che i morti possano aiutare a risolvere gravi problemi. Per non parlare della Napoli esoterica descritta in film e libri. Da cinefila, il libro mi ha fatto venire in mente il film “Volver” di Almodovar, in cui si parla di un dramma del passato e del ritorno alla vita della madre, ritenuta per errore un fantasma. A livello più personale e profondo, ha risvegliato in me i racconti drammatici del dopoguerra, quando intorno ad un caminetto o ad un semplice braciere, genitori e nonni ci raccontavano tragiche storie di guerra negli anni ’50. E infine, sul risvolto anteriore di copertina del libro si legge: “Pochi personaggi nella storia della letteratura di genere hanno un cuore così tormentato e un intatto istinto ad affrontare indagini volta dopo volta più intricate” (Repubblica). Concludendo, secondo la sottoscritta, ancora una volta Maurizio de Giovanni entra nell’anima dei personaggi, descrivendo sentimenti universali che non hanno tempo. Ecco un video sul famoso tango: Giovanna D’Arbitrio Diritti di copyright riservati |