Rubrica: MUSICA E SPETTACOLO |
COSI’ E’ SE VI PAREAL TEQTRO QUIRINO
di
mercoledì 12 aprile 2023
Argomenti: Teatro Così è (se vi pare) è un’opera teatrale di Luigi Pirandello, tratta dalla novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero. Fu raccontato per la prima volta il 18 giugno 1917, per quanto l’autore ne avesse comunicata la conclusione al figlio Stefano due mesi prima. Pirandello ne presentò una nuova pubblicazione arricchita nel 1925, adattandola alla rappresentazione teatrale e modificandola quasi interamente e nove i restanti. All’interno del testo si fanno più volte riferimento al terremoto della Marsica, realmente avvenuto nel 1915, durante il quale sarebbero morti tutti i parenti della signora Frola e il suo paese raso al suolo. Il significato della commedia è questo: la conoscenza della realtà è relativa, nel senso che ognuno di noi ha una propria visione della realtà per cui la conoscenza di una realtà certa è impossibile. Simoni, dopo la «prima storica» mostra il grande successo che ha accolto questa commedia (L’Illustrazione Italiana, Milano, 24 giugno 1917). Rileva che l’attenzione degli spettatori converge «non sullo svolgimento di un fatto, ma sul fluttuare e rimutarsi, e smarrirsi del giudizio degli uomini attorno a questo fatto». Il che non è anti teatrale «che in fondo tutto il teatro, specialmente quello nel quale le passioni sono studiate e dipinte, ci mostra l’incapacità umana a ghermire con mano ferma la sostanza delle cose». Nelle Note di regia Geppy Gleijeses scrive: “Una volta fu chiesto a Pirandello come nacque in lui, l’idea del Così è (se vi pare) ”. Rispose “Un sogno: vidi in esso un cortile profondo e senza uscita, e da questa immagine paurosa nacque il Così è (se vi pare) ”. E Pirandello nello stesso anno fa pronunciare a Maurizio, né “Il piacere dell’onestà” questa battuta: “…Cartesio, scrutando la nostra coscienza della realtà, ebbe uno dei più terribili pensieri che si siano affacciati alla mente umana che, se i sogni avessero regolarità, noi non sapremmo più distinguere il sonno dalla veglia!” Incubi. Come liberarsi dagli incubi? O perlomeno come mitigarne gli effetti? Lo dice l’Autore in una novella pubblicata nel 1911 sul “Corriere della Sera”, “La tragedia di un personaggio”. Attraverso un metodo elaborato dal dottor Fileno: La filosofia del lontano. Con il suo “cannocchiale rovesciato” tutte le cose gli apparivano piccole e lontane: “Le cose più vicine, vissute, torturanti, furono viste con il binocolo rovesciato, da quella distanza che ne permettesse la meditazione assorta o l’ironia o addirittura il grottesco” (Giovanni Macchia). Ho chiesto a un grande videoartist, Michelangelo Bastiani, di creare degli ologrammi assolutamente tridimensionali, donnine e omini alti sessanta centimetri, quegli otto personaggi che prima dell’ingresso della signora Frola, inutilmente si affannano per scoprire una verità che non esiste. All’ingresso della Frola, quegli esserini li rivediamo in dimensioni normali. Piccoli uomini e donne che riprendono le loro reali fattezze di fronte alla grandezza e all’amore di una madre. La scena (di Roberto Crea) è un buco nero, come lo aveva visto nel suo incubo Pirandello, un labirinto di specchi, come in un terribile parco di divertimenti. O forse come né “La signora di Shangai” di Orson Welles. Da quegli specchi (specchi piuma, che se illuminati anteriormente sono specchianti, ma se retroilluminati perdono la caratteristica dello specchio per diventare vetro trasparente) scompaiono e a volte compaiono la signora Frola, il signor Ponza e la signora Ponza. E Laudisi con quegli specchi gioca e spaventa il cameriere, perché lui sa che la verità assoluta non esiste, che ognuno ne ha una propria, che è vera solo quello che crediamo sia vero. Il resto è sogno, incubo, illusione. Specchi e fantasmi, quelli che popolano da sempre e per sempre la mente di Luigi Pirandello. Tutti i filtri attenuano la fisicità dei protagonisti, ma non la sofferenza. Il dolore è dolore vero. E senza remissione. Gli incubi, i fantasmi, la donna morta o viva, persino la mediocre borghesia di quel paese immaginario può soffrire realmente? Certo. E più di noi che li osserviamo. Soprattutto perché da quel labirinto non si esce. E come dice la signora Ponza “…io sono colei che mi si crede.” E Laudisi finisce “Ed ecco, o signori, come parla la verità…Siete contenti?” (Scoppierà a ridere…) Le musiche di Teho Teardo sono astratte e dissonanti, e diversamente non poteva essere. I dodici attori, a cominciare da Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato sono impagabili. La sofferenza è anche loro? La loro MASCHERA, come voleva Jung, dietro “l’inconscio collettivo”, il dolore, o piccole scorie di esso, ti resta appiccicate addosso, anche al calar della tela scrive Geppy Gleijeses. La commedia ha il ritmo di una seduta in tribunale, dove si alternano a discolparsi e a dare la loro versione dei fatti, la suocera e il genero, in un gioco di specchi a scomparsa, con il finale a sorpresa che ci fa riflettere sulla biografia di Pirandello e sul nostro sguardo verso la vita e l’esistenza. www. teatroquirino.it Gitiesse Artisti Riuniti presenta MILENA VUKOTIC PINO MICOL GIANLUCA FERRATO COSÌ È (SE VI PARE) di Luigi Pirandello con MARIA ROSARIA CARLI MASSIMO LELLO e STEFANIA BARCA MARCO PROSPERINI ANTONIO SARASSO ROBERTA ROSIGNOLI VICKY CATALANO WALTER CERROTTA GIULIA PAOLETTI regia GEPPY GLEIJESES
Diritti di copyright riservati |