Rubrica: PASSATO E PRESENTE |
Bombardare Roma. Gli Alleati e la “città aperta” (1940-1944) - (Il Mulino, Bologna, 2007)
UNA ACCURATA DOCUMENTAZIONE SU ROMA “CITTA’ APERTA”Umberto Gentiloni Silveri e Maddalena Carli per Il Mulino, Bologna, 2007
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lunedì 14 maggio 2007
Argomenti: Guerre, militari, partigiani Argomenti: Storia Argomenti: Recensioni Libri Argomenti: Umberto Gentiloni Silveri e Maddalena Carli Umberto Gentiloni Silveri e Maddalena Carli hanno raccolto in Bombardare Roma. Gli Alleati e la “città aperta” (1940-1944), (Il Mulino, Bologna, 2007) una larghissima serie di documenti sulla dibattuta questione dello “status” che si voleva attribuire alla capitale italiana per sottrarla alle inevitabili violenze belliche. E gli autori hanno il merito di aver effettuato la ricerca con grande cura, richiamando nel testo (peraltro ricchissimo di fotografie di grande interesse storico) le questioni più delicate e controverse. Il problema si pone sin dall’inizio della fase cruciale nella guerra nel Mediterraneo, e diverrà impellente per i vari governi (Roma, Berlino, Washington, Londra) esprimere il proprio giudizio. Da parte di comandi militari anglo-americani, al di là di eventuali impegni da assumere (rimessi all’autorità politica), non vi è mai alcun dubbio circa il diritto di effettuare operazioni aeree sulle città, pur consapevoli dell’esigenza di limitare i bombardamenti ad aree strettamente militari, con la massima attenzione per preservare i luoghi appartenenti alla Santa Sede ed i siti artistici. Le carte e le foto rivelano l’attenzione prestata al riguardo anche nel caso del primo bombardamento di Roma (19 luglio ‘43), la più importante azione aerea sino allora effettuata nell’intero fronte mediterraneo. La dichiarazione di “città aperta”, emanata dal governo Badoglio, subito dopo la sostituzione di Mussolini, avrà in effetti ben scarso valore pratico, perché non varrà a evitare gli altri bombardamenti nell’agosto ’43 e nell’inverno ‘44. Molto preoccupata la corrispondenza intercorsa tra governi e centri militari e diplomatici per definire i termini dell’eventuale accordo diretto a garantire la salvezza di Roma: in effetti il Comando alleato teme che si possa raggiungere un’intesa di cui sarebbero i tedeschi ad avvantaggiarsi maggiormente, e si comprende bene la soddisfazione espressa dagli anglo-americani nel momento nel quale, poche settimane prima dell’occupazione della città, diventa evidente che le cose rimarranno sospese come già lo sono state nei mesi precedenti. Naturalmente alla soluzione o meno di un accordo era molto interessato anche il movimento della resistenza partigiana: pertanto si comprendono le pressioni discrete esercitate da parte vaticana (agendo sulla D.C.) per indurre alla rinuncia a iniziative che avrebbero potuto trasformare la città in un campo di battaglia. Accenniamo all’argomento per il suo rilievo, ma naturalmente è ultroneo rispetto al contenuto di questo libro, ed infatti non viene neppure accennato (nell’autobiografia del dirigente D.C. Giuseppe Spataro ve ne è comunque traccia. Le autorità britanniche tengono a ricordare, nella corrispondenza riportata nel libro, come il governo italiano abbia “voluto” partecipare al bombardamento di Londra assieme ai tedeschi (in altro documento si sottolinea come i bombardamenti contro le città italiani del Nord siano molto più potenti rispetto agli stessi attacchi aerei contro l’Inghilterra), e da un altro lato ricordano che il Vaticano non ha mai espresso indignazione per i bombardamenti inflitti da Hitler alla loro isola. Quindi i documenti forniti e il loro inquadramento molto preciso da parte degli A. costituiscono una vera rarità, di cui va dato atto a Gentiloni Silveri e a Carli, dei quali ho apprezzato altresì la dedica del libro a Filippo Mazzonis, che è stato mio amico e valoroso assistente all’Università La Sapienza negli anni ’70. Raccomando infine il testo ai giovani ricercatori per la scrupolosa metodologia seguita dagli autori. Diritti di copyright riservati |