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Rubrica: LETTURE CONSIGLIATE

Sulla storia del Novecento Guerra e pace nell’Italia del Novecento (Il Mulino, 2006)

GLI ITALIANI TRA GUERRA E PACE

DI FRONTE AI CONFLITTI INTERNAZIONALI - Sulla storia del Novecento
martedì 9 gennaio 2007

Argomenti: Guerre, militari, partigiani
Argomenti: Storia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Luigi Goglia, Renato Moro e Leopoldo Nuti

L’ampio studio Guerra e pace nell’Italia del Novecento (Il Mulino, 2006) a cura di Luigi Goglia, Renato Moro e Leopoldo Nuti è composto da una serie di ricerche monografiche chiaramente impostate e svolte sul piano scientifico su una tematica che ha diviso e agitato gli italiani. Tanto più apprezzabile il tentativo di dare, pur nella diversità dei contributi, una visione larga di come tali problemi abbiamo investito la nostra società dalla fase liberale, precedente alla prima guerra mondiale, all’epoca bellicista del fascismo sino alla pace all’ombra dell’atomica nel secondo dopoguerra.

Ed è Piero Melograni a offrire, sin dall’inizio, un panorama d’inquadramento, muovendo dal noto scritto di Salvatore Satta (De Profundis) nel quale si lanciava il motivo della cosiddetta “morte della patria”, mentre Fortunato Minniti segue le tappe infeconde del sogno italico di “grande potenza”. Per quanto riguarda l’atteggiamento degli italiani nel primo quindicennio del secolo sono interessanti i saggi, rispettivamente di Luigi Scoppola Iacopini e di Renato Moro (questo secondo prosegue, con ampiezza di citazioni, con i periodi successivi sino al concilio Vaticano II), rivolti, in particolare, all’atteggiamento dei socialisti e dei cattolici. Nel primo c’è una eccessiva propensione a sottolineare una certa incapacità dei socialisti italiani a trovare una propria linea d’azione conforme ai principi affermati, ma questa fu in effetti la condizione dell’intero movimento socialista europeo che sembrò sorpreso dallo scatenamento delle forze guerrafondaie, ma che seppe tenere una fermezza di posizioni ben più coerenti e consistenti di quanto sembra affiorare invece nello scritto. Nel secondo sono chiaramente delineati i caratteri di un cattolicesimo incerto circa le posizioni da assumere, tra spinte patriottiche a un tolstoismo, strettamente minoritario. Molto precise le annotazioni dello stesso Moro sugli articoli pacifisti - poco noti e che egli ha il merito di aver qui ripreso - apparsi in “Studium” e altre riviste cattoliche (in particolare di A. Paronetto Valier, nome stranamente mancante nell’apposito indice), durante la guerra fredda.



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